Nell'ambito della politica di prevenzione e mitigazione del rischio sismico prevista dall'articolo 11 della legge 77/2009, è stata avviata una strategia basata sull'utilizzo della Microzonazione Sismica (MS) ai fini del miglioramento della conoscenza della pericolosità sismica locale. A seguito dei dispositivi attuativi di tale legge, le singole Regioni, con distinti provvedimenti (Bramerini, 2013) hanno deliberato l'obbligatorietà degli studi di MS negli strumenti di pianificazione, evidenziando implicitamente la necessità di definire principi guida e regole legati alla specificità del nuovo livello conoscitivo introdotto. Fra i primi documenti predisposti a questo fine, uno di questi riguarda le Faglie Attive e Capaci (Linee guida FAC, 2013). È un documento ancora non definitivo, elaborato nell'ambito dei lavori della Commissione tecnica di supporto e Monitoraggio per gli studi di MS, inizialmente predisposto da un Gruppo di Lavoro istituito dal Dipartimento della protezione civile, formato da esperti di varia estrazione (geologi, ingegneri e architetti pianificatori) e poi sottoposto alla valutazione da parte dei rappresentanti regionali della Commissione tecnica. Originariamente sollecitato anche dalla Regione Abruzzo a seguito del terremoto aquilano del 2009, il documento affronta il tema specifico riguardante il fenomeno fisico della fagliazione di superficie e le possibili ricadute in termini urbanistici in diversi contesti del territorio. L'evento del 2009 ha evidenziato le ripercussioni dirette e immediate del fenomeno sulle aree limitrofe alle FAC, che, nel caso in questione, sono occupate da manufatti di vario genere (civili abitazioni, strade, lifelines, ecc.), e ha fatto emergere la necessità di definire criteri e indirizzi per la pianificazione urbanistica sia in regime ordinario, sia finalizzata alla ricostruzione. Il documento ha l'obiettivo di definire una procedura per raccogliere informazioni sul rischio derivato dalla presenza delle FAC e di definire una disciplina degli usi del suolo nelle zone interessate da tale fenomeno. Negli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica (ICMS, 2008), la pericolosità da fagliazione di superficie è trattata per gli aspetti di descrizione del fenomeno e di definizione di una metodologia di analisi per accertare le caratteristiche geometriche e sismogenetiche delle stesse. Non è affrontato, invece, il tema delle ricadute urbanistiche relative al fenomeno e alle zone entro cui far valere determinate indicazioni per l'uso del suolo. Le Linee guida FAC (2013) affrontano nello specifico questo tema definendo il fenomeno fisico delle faglie attive e capaci, descrivendo una procedura tecnico operativa per stabilire forma, tipologia e dimensioni delle zone di faglia (Peronace et al., questo volume), e proponendo criteri e indicazioni per la disciplina del suolo in tali zone, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista edilizio con riferimento alla classe d'uso dei manufatti. L'approccio complessivo ha per obiettivo anche l'applicabilità ad altri fenomeni di instabilità rilevati attraverso gli studi di MS, a condizione che vengano rispettati alcuni parametri di descrizione e definizione delle zone utilizzate per l'individuazione e la rappresentazione dei fenomeni stessi (Scionti et al., questo volume). In tal senso tale approccio è stato introdotto anche in un altro documento (Linee guida LQ, 2013), riguardante le liquefazioni, anch'esso in corso di definizione.

Icms 2008: Proposta Di Disciplina D'uso Del Suolo In Zone Di Instabilità

M Giuffrè;
2013

Abstract

Nell'ambito della politica di prevenzione e mitigazione del rischio sismico prevista dall'articolo 11 della legge 77/2009, è stata avviata una strategia basata sull'utilizzo della Microzonazione Sismica (MS) ai fini del miglioramento della conoscenza della pericolosità sismica locale. A seguito dei dispositivi attuativi di tale legge, le singole Regioni, con distinti provvedimenti (Bramerini, 2013) hanno deliberato l'obbligatorietà degli studi di MS negli strumenti di pianificazione, evidenziando implicitamente la necessità di definire principi guida e regole legati alla specificità del nuovo livello conoscitivo introdotto. Fra i primi documenti predisposti a questo fine, uno di questi riguarda le Faglie Attive e Capaci (Linee guida FAC, 2013). È un documento ancora non definitivo, elaborato nell'ambito dei lavori della Commissione tecnica di supporto e Monitoraggio per gli studi di MS, inizialmente predisposto da un Gruppo di Lavoro istituito dal Dipartimento della protezione civile, formato da esperti di varia estrazione (geologi, ingegneri e architetti pianificatori) e poi sottoposto alla valutazione da parte dei rappresentanti regionali della Commissione tecnica. Originariamente sollecitato anche dalla Regione Abruzzo a seguito del terremoto aquilano del 2009, il documento affronta il tema specifico riguardante il fenomeno fisico della fagliazione di superficie e le possibili ricadute in termini urbanistici in diversi contesti del territorio. L'evento del 2009 ha evidenziato le ripercussioni dirette e immediate del fenomeno sulle aree limitrofe alle FAC, che, nel caso in questione, sono occupate da manufatti di vario genere (civili abitazioni, strade, lifelines, ecc.), e ha fatto emergere la necessità di definire criteri e indirizzi per la pianificazione urbanistica sia in regime ordinario, sia finalizzata alla ricostruzione. Il documento ha l'obiettivo di definire una procedura per raccogliere informazioni sul rischio derivato dalla presenza delle FAC e di definire una disciplina degli usi del suolo nelle zone interessate da tale fenomeno. Negli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica (ICMS, 2008), la pericolosità da fagliazione di superficie è trattata per gli aspetti di descrizione del fenomeno e di definizione di una metodologia di analisi per accertare le caratteristiche geometriche e sismogenetiche delle stesse. Non è affrontato, invece, il tema delle ricadute urbanistiche relative al fenomeno e alle zone entro cui far valere determinate indicazioni per l'uso del suolo. Le Linee guida FAC (2013) affrontano nello specifico questo tema definendo il fenomeno fisico delle faglie attive e capaci, descrivendo una procedura tecnico operativa per stabilire forma, tipologia e dimensioni delle zone di faglia (Peronace et al., questo volume), e proponendo criteri e indicazioni per la disciplina del suolo in tali zone, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista edilizio con riferimento alla classe d'uso dei manufatti. L'approccio complessivo ha per obiettivo anche l'applicabilità ad altri fenomeni di instabilità rilevati attraverso gli studi di MS, a condizione che vengano rispettati alcuni parametri di descrizione e definizione delle zone utilizzate per l'individuazione e la rappresentazione dei fenomeni stessi (Scionti et al., questo volume). In tal senso tale approccio è stato introdotto anche in un altro documento (Linee guida LQ, 2013), riguardante le liquefazioni, anch'esso in corso di definizione.
2013
978-88-902101-7-4
DISCIPLINA D'USO DEL SUOLO IN ZONE DI INSTABILITA'
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/415144
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