Lo scenario europeo evidenzia i tratti di un declino demografico dovuto allo strutturale calo delle nascite che potrà ormai al più essere arginato. A tal fine, le possibili misure da porre in atto dovranno riguardare sia il piano sociale e culturale sia quello organizzativo, ovvero l'erogazione di un welfare sempre più efficace ed efficiente, che permetta il concreto sostegno della conciliazione tra oneri lavorativi, personali e familiari, ove i cittadini siano al contempo consumatori e produttori di servizi di cura e assistenza. Con l'avvento della pandemia da Covid-19 l'organizzazione del lavoro in Italia ha subito forti scosse che si sono rivelate utili a produrre un ripensamento dell'efficacia della prestazione lavorativa, che potrebbe iniziare a essere intesa come svincolata dalla presenza fisica nei luoghi di lavoro, a totale beneficio di una concreta strategia di conciliazione. Le ricadute del lavoro agile, almeno nell'ambito della sua prima sperimentazione su larga scala - per lo più deregolamentata e che ha contraddistinto il primo periodo pandemico -, sono state tuttavia compromesse da importanti problemi di natura sociale e culturale che a tutt'oggi affliggono il nostro Paese. La presenza di una diffusa stereotipia di genere, come hanno dimostrato recenti indagini statistiche condotte a livello sia locale sia nazionale, ha infatti esasperato le disuguaglianze tra uomini e donne che si sono improvvisamente trovati a lavorare da casa, laddove il carico di cura e assistenza familiare ha ulteriormente gravato sulle donne a discapito del proprio lavoro per via della presenza di un assetto sociale ancora fortemente sessista. Recenti indagini condotte dal gruppo di ricerca MUSA del CNR-IRPPS, hanno rilevato ed analizzato non solo i livelli di stereotipia sociale su diversi gruppi di popolazione, ma anche le opinioni, e dunque i rischi e le opportunità connesse all'esercizio del lavoro agile e pertanto a una più proficua strategia di conciliazione in Italia.
Dalla teoria della regressività sociale a un ripensamento del lavoro agile, tra stereotipi di genere ed esigenze di conciliazione
Tintori A;Cerbara L;Ciancimino G
2022
Abstract
Lo scenario europeo evidenzia i tratti di un declino demografico dovuto allo strutturale calo delle nascite che potrà ormai al più essere arginato. A tal fine, le possibili misure da porre in atto dovranno riguardare sia il piano sociale e culturale sia quello organizzativo, ovvero l'erogazione di un welfare sempre più efficace ed efficiente, che permetta il concreto sostegno della conciliazione tra oneri lavorativi, personali e familiari, ove i cittadini siano al contempo consumatori e produttori di servizi di cura e assistenza. Con l'avvento della pandemia da Covid-19 l'organizzazione del lavoro in Italia ha subito forti scosse che si sono rivelate utili a produrre un ripensamento dell'efficacia della prestazione lavorativa, che potrebbe iniziare a essere intesa come svincolata dalla presenza fisica nei luoghi di lavoro, a totale beneficio di una concreta strategia di conciliazione. Le ricadute del lavoro agile, almeno nell'ambito della sua prima sperimentazione su larga scala - per lo più deregolamentata e che ha contraddistinto il primo periodo pandemico -, sono state tuttavia compromesse da importanti problemi di natura sociale e culturale che a tutt'oggi affliggono il nostro Paese. La presenza di una diffusa stereotipia di genere, come hanno dimostrato recenti indagini statistiche condotte a livello sia locale sia nazionale, ha infatti esasperato le disuguaglianze tra uomini e donne che si sono improvvisamente trovati a lavorare da casa, laddove il carico di cura e assistenza familiare ha ulteriormente gravato sulle donne a discapito del proprio lavoro per via della presenza di un assetto sociale ancora fortemente sessista. Recenti indagini condotte dal gruppo di ricerca MUSA del CNR-IRPPS, hanno rilevato ed analizzato non solo i livelli di stereotipia sociale su diversi gruppi di popolazione, ma anche le opinioni, e dunque i rischi e le opportunità connesse all'esercizio del lavoro agile e pertanto a una più proficua strategia di conciliazione in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.