La temperatura media annuale del pianeta sta crescendo a causa del cambiamento climatico [1]. Il 2021 è stato il settimo anno consecutivo nel periodo, compreso tra il 2015 ed il 2021, in cui la temperatura globale è stata di oltre 1°C al di sopra della soglia dei valori medi preindustriali (1850-1900) con il 2016, 2019 e 2020 che costituiscono i primi tre anni più caldi di sempre [2]. Questo si traduce in un aumento sostanziale della frequenza e dell'intensità delle ondate di calore che con il passare degli anni divengono sempre più numerose, precoci e persistenti. I lavoratori, in particolare coloro che trascorrono la maggior parte delle loro attività all'aperto, sono tra gli individui più esposti agli effetti del caldo e in generale alle temperature estreme [3,4]. L'agenzia degli Stati Uniti per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA) stima che lo stress da caldo, soprattutto per coloro che svolgono attività all'aperto, magari a diretta esposizione del sole o a contatto di fonti di calore, inciderà sempre di più sulla salute dei lavoratori nonché sulla loro produttività. Disidratazione e stress da calore infatti possono portare sia direttamente a malattie caldo correlate, sia ad un aumentato rischio di incidenti dovuti a stanchezza e mancanza di concentrazione acuite dal caldo stesso [5,6]. È importante inoltre considerare che lo stress termico a cui è sottoposto un lavoratore è strettamente individuale e dipende quindi da più fattori interconnessi come per esempio l'ambiente di lavoro, il tipo di attività svolta, le caratteristiche fisiche e lo stato di salute del soggetto, il suo livello di idratazione, l'età ed il tipo di abbigliamento indossato. È quindi importante aumentare le strategie di adattamento per mitigare gli effetti del caldo, sviluppando sistemi di allerta che rappresentano anche le priorità dell'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Per questi motivi, negli ultimi anni, sono stati sviluppati numerosi sistemi di allerta calore-salute (HHWS) sia per la popolazione generale [7], sia per gruppi vulnerabili, tra i quali rientrano anche i lavoratori [8]. Recentemente in Italia, un innovativo prototipo di sistema di allerta da caldo personalizzato, ad elevata risoluzione spaziale e temporale, specifico per il settore occupazionale, è stato realizzato dal progetto WORKLIMATE (BRIC-INAIL 2019, ID 06), guidato da INAIL e CNR_IBE con la partecipazione del Consorzio LaMMA che ha fornito la modellistica previsionale. Al fine di realizzare un prodotto effettivamente applicabile in ambito occupazionale, questo studio ha come obiettivo quello di valutare le prestazioni di due modelli ad area limitata, operativi presso il Consorzio LaMMA, nel prevedere un indicatore di stress termico. I modelli meteorologici ad alta risoluzione sono stati testati in diverse località dell'Italia per un periodo di circa tre stagioni estive soprattutto durante le ondate di calore, mettendo alla luce debolezze e punti di forza di entrambi i modelli.
Prestazione dei modelli meteorologici locali nel prevedere un indicatore di stress termico ambientale impiegato nel sistema di allerta da caldo WORKLIMATE per l'ambito occupazionale
Bernardo Gozzini;Alberto Ortolani;Riccardo Mari;Alfonso Crisci;Marco Morabito;Francesco Pasi;Daniele Grifoni
2022
Abstract
La temperatura media annuale del pianeta sta crescendo a causa del cambiamento climatico [1]. Il 2021 è stato il settimo anno consecutivo nel periodo, compreso tra il 2015 ed il 2021, in cui la temperatura globale è stata di oltre 1°C al di sopra della soglia dei valori medi preindustriali (1850-1900) con il 2016, 2019 e 2020 che costituiscono i primi tre anni più caldi di sempre [2]. Questo si traduce in un aumento sostanziale della frequenza e dell'intensità delle ondate di calore che con il passare degli anni divengono sempre più numerose, precoci e persistenti. I lavoratori, in particolare coloro che trascorrono la maggior parte delle loro attività all'aperto, sono tra gli individui più esposti agli effetti del caldo e in generale alle temperature estreme [3,4]. L'agenzia degli Stati Uniti per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA) stima che lo stress da caldo, soprattutto per coloro che svolgono attività all'aperto, magari a diretta esposizione del sole o a contatto di fonti di calore, inciderà sempre di più sulla salute dei lavoratori nonché sulla loro produttività. Disidratazione e stress da calore infatti possono portare sia direttamente a malattie caldo correlate, sia ad un aumentato rischio di incidenti dovuti a stanchezza e mancanza di concentrazione acuite dal caldo stesso [5,6]. È importante inoltre considerare che lo stress termico a cui è sottoposto un lavoratore è strettamente individuale e dipende quindi da più fattori interconnessi come per esempio l'ambiente di lavoro, il tipo di attività svolta, le caratteristiche fisiche e lo stato di salute del soggetto, il suo livello di idratazione, l'età ed il tipo di abbigliamento indossato. È quindi importante aumentare le strategie di adattamento per mitigare gli effetti del caldo, sviluppando sistemi di allerta che rappresentano anche le priorità dell'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Per questi motivi, negli ultimi anni, sono stati sviluppati numerosi sistemi di allerta calore-salute (HHWS) sia per la popolazione generale [7], sia per gruppi vulnerabili, tra i quali rientrano anche i lavoratori [8]. Recentemente in Italia, un innovativo prototipo di sistema di allerta da caldo personalizzato, ad elevata risoluzione spaziale e temporale, specifico per il settore occupazionale, è stato realizzato dal progetto WORKLIMATE (BRIC-INAIL 2019, ID 06), guidato da INAIL e CNR_IBE con la partecipazione del Consorzio LaMMA che ha fornito la modellistica previsionale. Al fine di realizzare un prodotto effettivamente applicabile in ambito occupazionale, questo studio ha come obiettivo quello di valutare le prestazioni di due modelli ad area limitata, operativi presso il Consorzio LaMMA, nel prevedere un indicatore di stress termico. I modelli meteorologici ad alta risoluzione sono stati testati in diverse località dell'Italia per un periodo di circa tre stagioni estive soprattutto durante le ondate di calore, mettendo alla luce debolezze e punti di forza di entrambi i modelli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.