Lo scopo del presente lavoro è quello di identificare le caratteristiche principali e i meccanismi che hanno portato alla formazione di un evento eccezionalmente intenso, denominato tempesta Vaia, che ha colpito le Alpi orientali il 27-29 Ottobre 2018. La tempesta si è contraddistinta per i valori estremi di precipitazione (fino a 850 mm in tre giorni) e vento (raffiche superiori a 50 ms-1), causando alluvioni, frane, colate di fango e danni ingenti al patrimonio forestale. La situazione sinottica è stata caratterizzata da una saccatura che si è estesa verso la Francia e la Spagna, mentre alla superficie una ciclogenesi sul Mediterraneo occidentale si è spostata, approfondendosi molto rapidamente, verso il nord-ovest italiano. In questo contributo l'evento viene studiato utilizzando un dataset composto sia da osservazioni sia da simulazioni ad alta risoluzione con i modelli meteorologici WRF e MOLOCH, alimentati da diverse condizioni iniziali e al contorno. L'analisi del dataset a disposizione ha permesso di delineare con chiarezza le caratteristiche delle due fasi principali con precipitazioni intense, entrambe alimentate da un intenso flusso umido meridionale. In particolare, i risultati modellistici hanno evidenziato che le raffiche di vento estreme che hanno contraddistinto la fase finale della tempesta sono collegabili, oltre che allo sviluppo di eventi convettivi locali, alla presenza di una corrente a getto meridionale particolarmente intensa nei bassi strati, che ha preceduto il transito del fronte freddo, con una velocità media di 35 ms-1 a 1500 m s.l.m. Il confronto tra i risultati delle simulazioni e le osservazioni mostrano che le caratteristiche principali della tempesta sono ben simulate da entrambi i modelli, evidenziando l'alta predicibilità di questo tipo di eventi, tipicamente associati a forzanti di grande scala ben definite. Anche le caratteristiche locali sono ben simulate, in particolare considerando l'elevata complessità orografica che caratterizza l'area alpina. Tuttavia, le simulazioni con il modello WRF presentano una sottostima significativa dei massimi precipitativi, mentre la velocità del vento è sovrastimata da entrambi i modelli nei settori alpini più interni.
Simulazioni multi-modello ad alta risoluzione della tempesta Vaia sull'Italia nord-orientale
Davolio S;
2021
Abstract
Lo scopo del presente lavoro è quello di identificare le caratteristiche principali e i meccanismi che hanno portato alla formazione di un evento eccezionalmente intenso, denominato tempesta Vaia, che ha colpito le Alpi orientali il 27-29 Ottobre 2018. La tempesta si è contraddistinta per i valori estremi di precipitazione (fino a 850 mm in tre giorni) e vento (raffiche superiori a 50 ms-1), causando alluvioni, frane, colate di fango e danni ingenti al patrimonio forestale. La situazione sinottica è stata caratterizzata da una saccatura che si è estesa verso la Francia e la Spagna, mentre alla superficie una ciclogenesi sul Mediterraneo occidentale si è spostata, approfondendosi molto rapidamente, verso il nord-ovest italiano. In questo contributo l'evento viene studiato utilizzando un dataset composto sia da osservazioni sia da simulazioni ad alta risoluzione con i modelli meteorologici WRF e MOLOCH, alimentati da diverse condizioni iniziali e al contorno. L'analisi del dataset a disposizione ha permesso di delineare con chiarezza le caratteristiche delle due fasi principali con precipitazioni intense, entrambe alimentate da un intenso flusso umido meridionale. In particolare, i risultati modellistici hanno evidenziato che le raffiche di vento estreme che hanno contraddistinto la fase finale della tempesta sono collegabili, oltre che allo sviluppo di eventi convettivi locali, alla presenza di una corrente a getto meridionale particolarmente intensa nei bassi strati, che ha preceduto il transito del fronte freddo, con una velocità media di 35 ms-1 a 1500 m s.l.m. Il confronto tra i risultati delle simulazioni e le osservazioni mostrano che le caratteristiche principali della tempesta sono ben simulate da entrambi i modelli, evidenziando l'alta predicibilità di questo tipo di eventi, tipicamente associati a forzanti di grande scala ben definite. Anche le caratteristiche locali sono ben simulate, in particolare considerando l'elevata complessità orografica che caratterizza l'area alpina. Tuttavia, le simulazioni con il modello WRF presentano una sottostima significativa dei massimi precipitativi, mentre la velocità del vento è sovrastimata da entrambi i modelli nei settori alpini più interni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.