Un ruolo di primaria importanza all'interno della riflessione filosofica ed etico-politica di Jean-Paul Sartre è ricoperto dalla serrata critica che questi rivolge al cosiddetto "universalismo astratto", ovvero a quel falso universalismo prodotto da una vera e propria opera di mistificazione ideologica messa in atto da una civiltà occidentale edificatasi sulle fondamenta di un'alterata visione eurocentrica del mondo. Secondo il filosofo francese, infatti, l'Occidente è colpevole di aver voluto universalmente imporre le proprie categorie cognitive e i propri valori, perpetrando abilmente una forma di violenza epistemica e simbolica volta a negare del tutto le differenze e l'autonomia degli individui, privandoli in questo modo delle risorse intellettuali necessarie per l'azione e la loro conseguente liberazione. Dinanzi a questo desolante scenario, Sartre decise di impegnarsi in prima persona, soprattutto all'indomani del Secondo conflitto mondiale, in favore delle minoranze perseguitate e delle popolazioni oppresse, animato dalla stringente necessità di delineare i tratti essenziali di una "universalità concreta" quale principale fulcro teorico di una nuova forma di umanesimo, di cui la lotta per l'indipendenza dei popoli colonizzati e la difesa della giustizia nell'ambito delle relazioni internazionali costituiscono la massima espressione.
Lo sguardo ricambiato. Universalità concreta e alterità in Jean-Paul Sartre
Armando Mascolo
2020
Abstract
Un ruolo di primaria importanza all'interno della riflessione filosofica ed etico-politica di Jean-Paul Sartre è ricoperto dalla serrata critica che questi rivolge al cosiddetto "universalismo astratto", ovvero a quel falso universalismo prodotto da una vera e propria opera di mistificazione ideologica messa in atto da una civiltà occidentale edificatasi sulle fondamenta di un'alterata visione eurocentrica del mondo. Secondo il filosofo francese, infatti, l'Occidente è colpevole di aver voluto universalmente imporre le proprie categorie cognitive e i propri valori, perpetrando abilmente una forma di violenza epistemica e simbolica volta a negare del tutto le differenze e l'autonomia degli individui, privandoli in questo modo delle risorse intellettuali necessarie per l'azione e la loro conseguente liberazione. Dinanzi a questo desolante scenario, Sartre decise di impegnarsi in prima persona, soprattutto all'indomani del Secondo conflitto mondiale, in favore delle minoranze perseguitate e delle popolazioni oppresse, animato dalla stringente necessità di delineare i tratti essenziali di una "universalità concreta" quale principale fulcro teorico di una nuova forma di umanesimo, di cui la lotta per l'indipendenza dei popoli colonizzati e la difesa della giustizia nell'ambito delle relazioni internazionali costituiscono la massima espressione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.