I droni si stanno diffondendo rapidamente sul mercato gene-ralista. Gli hardware e i software attualmente disponibili divengono sem-pre più economici e questo accresce le potenzialità applicative di questi strumenti. Parallelamente al numero degli operatori commerciali, cresce anche quello dei gruppi di lavoro scientifici interessati all'uso di questi mezzi per lo studio delle condizioni materiali e dello status complessivo del paesaggio, del territorio e dei suoi beni storici e culturali. La tecnolo-gia si adegua rapidamente a diverse necessità operative; nel frattempo, in vari paesi europei iniziano a svilupparsi normative sull'impiego di questa nuova peculiare tipologia di aeromobile. Se è vero che sistemi e sensori di alta sofisticazione si rendono necessari in alcuni casi, l'esperienza tut-tavia insegna che, in altre circostanze, anche prodotti meno avanzati for-niscono una grande quantità di dati e contribuiscono all'acquisizione di conoscenza significativa sui fenomeni osservati. La possibilità, per un maggior numero di gruppi di lavoro, di avere accesso a queste tecnologie innovative grazie ad un'opportuna convergenza di approcci "open" e "low-tech" permetterà nei prossimi anni un più completo ed utile studio dei beni materiali del nostro "cultural heritage". Tale concetto generale è stato sottoposto a verifica, fra il 2010 e il 2015 dal Geographic Research and Application Laboratory (GREAL) dell'Università Europea di Roma, in collaborazione con altri partner di rilievo fra cui l'Istituto per le Tec-nologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC-CNR) e l'LT-TEKNEHUB dell'Università di Ferrara. Questo lavoro presenta alcune delle più signifi-cative applicazioni sottoposte a verifica e riassume le conclusioni tratte da tali esperienze.

A "LOW-TECH" APPROACH AS A STRATEGY FOR EFFECTIVE UAV SURVEYING OF LANDSCAPE AND CULTURAL HERITAGE. EXPERIENCES FROM THE LAB AND THE FIELD

Salvatori Flavia;
2015

Abstract

I droni si stanno diffondendo rapidamente sul mercato gene-ralista. Gli hardware e i software attualmente disponibili divengono sem-pre più economici e questo accresce le potenzialità applicative di questi strumenti. Parallelamente al numero degli operatori commerciali, cresce anche quello dei gruppi di lavoro scientifici interessati all'uso di questi mezzi per lo studio delle condizioni materiali e dello status complessivo del paesaggio, del territorio e dei suoi beni storici e culturali. La tecnolo-gia si adegua rapidamente a diverse necessità operative; nel frattempo, in vari paesi europei iniziano a svilupparsi normative sull'impiego di questa nuova peculiare tipologia di aeromobile. Se è vero che sistemi e sensori di alta sofisticazione si rendono necessari in alcuni casi, l'esperienza tut-tavia insegna che, in altre circostanze, anche prodotti meno avanzati for-niscono una grande quantità di dati e contribuiscono all'acquisizione di conoscenza significativa sui fenomeni osservati. La possibilità, per un maggior numero di gruppi di lavoro, di avere accesso a queste tecnologie innovative grazie ad un'opportuna convergenza di approcci "open" e "low-tech" permetterà nei prossimi anni un più completo ed utile studio dei beni materiali del nostro "cultural heritage". Tale concetto generale è stato sottoposto a verifica, fra il 2010 e il 2015 dal Geographic Research and Application Laboratory (GREAL) dell'Università Europea di Roma, in collaborazione con altri partner di rilievo fra cui l'Istituto per le Tec-nologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC-CNR) e l'LT-TEKNEHUB dell'Università di Ferrara. Questo lavoro presenta alcune delle più signifi-cative applicazioni sottoposte a verifica e riassume le conclusioni tratte da tali esperienze.
2015
UAVs
drones
aerophotogrammetry
landscape
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/422788
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