Uno degli obiettivi delle più recenti attività della Missione Archeologica Italiana è stato il ripristino dell'antica via processionale che, fin dall'età protobizantina, aveva consentito ai pellegrini di salire al santuario dove sorgevano il Martyrion e la chiesa di San Filippo. Per riattivare l'antico percorso era necessario ricostruire il ponte, funzionale al superamento del canale, di cui le indagini archeologiche avevano evidenziato i resti delle strutture. Si è proceduto dapprima con il consolidamento della parte inferiore della scalinata e la ricostruzione dei gradini in corrispondenza dell'attacco con la spalla nord del ponte. Il ponte protobizantino era costruito con grandi blocchi di calcare di reimpiego, in parte ancora visibili sulla spalla sud, che rivestivano un nucleo interno costituito da muri trasversali di pietra e malta; della spalla nord, che poggiava evidentemente su un sottosuolo meno solido, rimanevano solo poche tracce delle sostruzione della parte superiore. La documentazione delle evidenze conservate ha permesso di proporre la ricostruzione di un ponte con una sola arcata centrale, che si sviluppava in corrispondenza del canalone e di cui rimangono i resti del pilone nord dell'arco. Sopra l'arco, probabilmente realizzato con blocchi di travertino, una muratura di blocchetti di circa 1 m permetteva alla carreggiata di mantenere la stessa quota della pavimentazione del piazzale adiacente la spalla sud. Il costante incremento del flusso turistico sulla collina ha imposto di pianificare, dopo l'attività di studio, un intervento che facilitasse la visita permettendo di superare agevolmente il canalone. La nuova struttura doveva riproporre nelle forme quella antica. La passerella progettata reintegra la lacuna nella lettura del paesaggio con un linguaggio pienamente contemporaneo tramite una struttura da cantiere, a tubi e giunti, del tutto reversibile e capace di non gravare sulle sponde instabili, da cui nascevano le spalle del ponte antico. La struttura tubolare metallica che sostiene un tavolato di listelli di legno riproduce i profili del volume del ponte antico, ne suggerisce la sagoma e il fornice centrale, ma la luce che colpisce il reticolo di tubi ne alleggerisce la massa e ne permette un corretto inserimento nel paesaggio circostante.

Il percorso processionale della collina di San Filippo. Interventi di restauro sulla scalinata e sul ponte

M P Caggia;
2016

Abstract

Uno degli obiettivi delle più recenti attività della Missione Archeologica Italiana è stato il ripristino dell'antica via processionale che, fin dall'età protobizantina, aveva consentito ai pellegrini di salire al santuario dove sorgevano il Martyrion e la chiesa di San Filippo. Per riattivare l'antico percorso era necessario ricostruire il ponte, funzionale al superamento del canale, di cui le indagini archeologiche avevano evidenziato i resti delle strutture. Si è proceduto dapprima con il consolidamento della parte inferiore della scalinata e la ricostruzione dei gradini in corrispondenza dell'attacco con la spalla nord del ponte. Il ponte protobizantino era costruito con grandi blocchi di calcare di reimpiego, in parte ancora visibili sulla spalla sud, che rivestivano un nucleo interno costituito da muri trasversali di pietra e malta; della spalla nord, che poggiava evidentemente su un sottosuolo meno solido, rimanevano solo poche tracce delle sostruzione della parte superiore. La documentazione delle evidenze conservate ha permesso di proporre la ricostruzione di un ponte con una sola arcata centrale, che si sviluppava in corrispondenza del canalone e di cui rimangono i resti del pilone nord dell'arco. Sopra l'arco, probabilmente realizzato con blocchi di travertino, una muratura di blocchetti di circa 1 m permetteva alla carreggiata di mantenere la stessa quota della pavimentazione del piazzale adiacente la spalla sud. Il costante incremento del flusso turistico sulla collina ha imposto di pianificare, dopo l'attività di studio, un intervento che facilitasse la visita permettendo di superare agevolmente il canalone. La nuova struttura doveva riproporre nelle forme quella antica. La passerella progettata reintegra la lacuna nella lettura del paesaggio con un linguaggio pienamente contemporaneo tramite una struttura da cantiere, a tubi e giunti, del tutto reversibile e capace di non gravare sulle sponde instabili, da cui nascevano le spalle del ponte antico. La struttura tubolare metallica che sostiene un tavolato di listelli di legno riproduce i profili del volume del ponte antico, ne suggerisce la sagoma e il fornice centrale, ma la luce che colpisce il reticolo di tubi ne alleggerisce la massa e ne permette un corretto inserimento nel paesaggio circostante.
2016
Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali - IBAM - Sede Catania
978-605-9680-13-4
Hierapolis di Frigia
percorso processionale
ponte bizantino
santuario San Filippo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/424611
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