Il contributo è incentrato sullo studio della topografia antica di Herakleia Salbake, una poco nota ma importante città antica situata presso l'odierno villaggio di Vakif, all'estremità nord-occidentale dell'altopiano di Tavas, in Caria. Essa sorgeva subito a sud delle pendici meridionali della catena del Babadad, montagna variamente identificata con l'antico Kadmos o con il Salbake. La città non è ricordata dalle fonti letterarie prima di Tolemeo (V, 2, 15), nel II sec. d.C., ma iscrizioni e monete ne attestano l'esistenza almeno dal I sec. a.C.; Herakleia potrebbe quindi essere sorta nel corso dell'età ellenistica e sulla base della documentazione epigrafica si ipotizza che possa aver assunto un carattere urbano in epoca triumvirale o augustea. Il nome della città, posta sotto la protezione di Eracle, ha fatto inoltre ipotizzare che essa sia stata fondata presso un luogo di culto di una divinità indigena assimilata al dio greco. Nei primi decenni del II sec. d.C., essa cambiò temporaneamente il proprio nome in Ulpia Heraklea, per omaggiare Traiano, probabilmente in conseguenza di favori che questi le accordò; ciò avvenne forse a seguito di un passaggio dell'imperatore dall'altopiano di Tavas, nel corso del suo tragitto via terra da Efeso a uno dei porti della costa pamphylica (Attaleia, Side o Patara), durante la spedizione parthica, dopo essere transitato lungo la valle del Meandro e da Afrodisia. Lo studio si basa sull'integrazione dei dati provenienti da ricognizioni archeologiche e rilievi topografici dei resti conservati, integrati con la documentazione telerilevata da satellite, e giunge a una ricostruzione dell'impianto urbano della città, di fatto mai indagata e di cui in precedenza era stata studiata solo la documentazione epigrafica. Il lavoro interessa inoltre anche parte del territorio amministrato dalla città, che includeva cave di marmo e un importante santuario di Apollo.

Herakleia Salbake: nuovi dati sulla topografia antica della città e del territorio

Giuseppe Scardozzi
2015

Abstract

Il contributo è incentrato sullo studio della topografia antica di Herakleia Salbake, una poco nota ma importante città antica situata presso l'odierno villaggio di Vakif, all'estremità nord-occidentale dell'altopiano di Tavas, in Caria. Essa sorgeva subito a sud delle pendici meridionali della catena del Babadad, montagna variamente identificata con l'antico Kadmos o con il Salbake. La città non è ricordata dalle fonti letterarie prima di Tolemeo (V, 2, 15), nel II sec. d.C., ma iscrizioni e monete ne attestano l'esistenza almeno dal I sec. a.C.; Herakleia potrebbe quindi essere sorta nel corso dell'età ellenistica e sulla base della documentazione epigrafica si ipotizza che possa aver assunto un carattere urbano in epoca triumvirale o augustea. Il nome della città, posta sotto la protezione di Eracle, ha fatto inoltre ipotizzare che essa sia stata fondata presso un luogo di culto di una divinità indigena assimilata al dio greco. Nei primi decenni del II sec. d.C., essa cambiò temporaneamente il proprio nome in Ulpia Heraklea, per omaggiare Traiano, probabilmente in conseguenza di favori che questi le accordò; ciò avvenne forse a seguito di un passaggio dell'imperatore dall'altopiano di Tavas, nel corso del suo tragitto via terra da Efeso a uno dei porti della costa pamphylica (Attaleia, Side o Patara), durante la spedizione parthica, dopo essere transitato lungo la valle del Meandro e da Afrodisia. Lo studio si basa sull'integrazione dei dati provenienti da ricognizioni archeologiche e rilievi topografici dei resti conservati, integrati con la documentazione telerilevata da satellite, e giunge a una ricostruzione dell'impianto urbano della città, di fatto mai indagata e di cui in precedenza era stata studiata solo la documentazione epigrafica. Il lavoro interessa inoltre anche parte del territorio amministrato dalla città, che includeva cave di marmo e un importante santuario di Apollo.
2015
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
Herakleia Salbace
Turchia
ricognizioni archeologiche
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/426908
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