Dalle cartografia e alle vedute, passando per i rilievi planimetrici, si accede a un ventaglio variegato di immagini che contribuiscono a restituire il senso socio-culturale, denso di implicazioni politiche e ideologiche, dei vari luoghi rappresentati. Immagini di città, di paesaggi, di quadri naturali, alquanto differenziate nei canoni figurativi che non vanno tanto e solamente considerate in quanto "testimoni oculari" della realtà topografica, ma anzitutto perché riflesso delle strutture sociali e culturali che hanno contribuito a sollecitare un tipo di raffigurazione piuttosto che un altro. Certamente, quindi, strumenti per approfondire la conoscenza più o meno oggettiva di un peculiare contesto territoriale, ma altrettanto sicuramen- te "riflessi" di una concezione legata a una speci ca temporalità in cui riconoscere «un interesse specifico per il sostrato culturale, così come per il contesto politico e l'armamentario tecnico di cui [esse sono] il prodotto, e su cui oggi fanno luce». Questi i presupposti per considerare quel processo di sperimentazione grafica che si svilupperà tra il XV e il XVIII secolo; un proficuo periodo che favorirà la nascita e il consolidamen- to del ritratto di città, principalmente ricorrendo, seppure in misura di differente a due linguaggi figurativi: la veduta e il rilievo planimetrico (la pianta in proiezione ortogonale).
Un itinerario "rappresentativo". Tra metrica cartografica e vedutismo pittorico
Luisa Spagnoli
2017
Abstract
Dalle cartografia e alle vedute, passando per i rilievi planimetrici, si accede a un ventaglio variegato di immagini che contribuiscono a restituire il senso socio-culturale, denso di implicazioni politiche e ideologiche, dei vari luoghi rappresentati. Immagini di città, di paesaggi, di quadri naturali, alquanto differenziate nei canoni figurativi che non vanno tanto e solamente considerate in quanto "testimoni oculari" della realtà topografica, ma anzitutto perché riflesso delle strutture sociali e culturali che hanno contribuito a sollecitare un tipo di raffigurazione piuttosto che un altro. Certamente, quindi, strumenti per approfondire la conoscenza più o meno oggettiva di un peculiare contesto territoriale, ma altrettanto sicuramen- te "riflessi" di una concezione legata a una speci ca temporalità in cui riconoscere «un interesse specifico per il sostrato culturale, così come per il contesto politico e l'armamentario tecnico di cui [esse sono] il prodotto, e su cui oggi fanno luce». Questi i presupposti per considerare quel processo di sperimentazione grafica che si svilupperà tra il XV e il XVIII secolo; un proficuo periodo che favorirà la nascita e il consolidamen- to del ritratto di città, principalmente ricorrendo, seppure in misura di differente a due linguaggi figurativi: la veduta e il rilievo planimetrico (la pianta in proiezione ortogonale).File | Dimensione | Formato | |
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