L'articolo prende in considerazione gli spacecraft cemetery, - realtà su cui finora non si era soffermato alcuno studio giuridico - per analizzare la questione alla luce del diritto convenzionale che regola le aree dello spazio e del mare. Gli oggetti spaziali di grandi dimensioni alla fine della loro vita operativa vengono fatti deorbitare nell'atmosfera terrestre secondo le Guidelines dell'UN COPUOS e di diversi codici internazionali o nazionali, volti a favorire la sostenibilità delle attività spaziali, e fatti ricadere in uno spazio oceanico al di fuori delle giurisdizioni statali (spacecraft cemetery). Tale prassi, conforme alla soft law elaborata nell'ambito del diritto dello spazio, presenta diverse criticità se analizzata in base al quadro giuridico relativo alla protezione e preservazione dell'ambiente marino, a partire dalla Convenzione di Montego Bay, In particolare, si prende in considerazione la Parte XI relativa all'Area in quanto zona al di fuori delle giurisdizioni nazionali. L'indagine si focalizza poi sulla trattazione di alcuni interrogativi ovvero se lo spashdown può essere identificato come inquinamento marino o come dumping ovvero come pratica implicante una forma di trasferimento dell'inquinamento da un'area ad un'altra. Inevitabile quindi constatare lo scenario di frammentazione che merge e del gap normativo esistente fra gli scenari dell'ambiente spaziale e marino nel diritto convenzionale.
From Outer Space to Ocean Depths: The 'Spacecraft Cemetery' and the Protection of the Marine Environment in Areas Beyond National Jurisdiction
2019
Abstract
L'articolo prende in considerazione gli spacecraft cemetery, - realtà su cui finora non si era soffermato alcuno studio giuridico - per analizzare la questione alla luce del diritto convenzionale che regola le aree dello spazio e del mare. Gli oggetti spaziali di grandi dimensioni alla fine della loro vita operativa vengono fatti deorbitare nell'atmosfera terrestre secondo le Guidelines dell'UN COPUOS e di diversi codici internazionali o nazionali, volti a favorire la sostenibilità delle attività spaziali, e fatti ricadere in uno spazio oceanico al di fuori delle giurisdizioni statali (spacecraft cemetery). Tale prassi, conforme alla soft law elaborata nell'ambito del diritto dello spazio, presenta diverse criticità se analizzata in base al quadro giuridico relativo alla protezione e preservazione dell'ambiente marino, a partire dalla Convenzione di Montego Bay, In particolare, si prende in considerazione la Parte XI relativa all'Area in quanto zona al di fuori delle giurisdizioni nazionali. L'indagine si focalizza poi sulla trattazione di alcuni interrogativi ovvero se lo spashdown può essere identificato come inquinamento marino o come dumping ovvero come pratica implicante una forma di trasferimento dell'inquinamento da un'area ad un'altra. Inevitabile quindi constatare lo scenario di frammentazione che merge e del gap normativo esistente fra gli scenari dell'ambiente spaziale e marino nel diritto convenzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


