La documentazione nel restauro, nata come esigenza etica ai fini dell'autenticità, è divenuta oggi, parallelamente all'evolversi della disciplina, una necessità imprescindibile non solo in casi di emergenza, ma anche per consentire un controllo costante dello stato di conservazione ed attuare un'efficace conservazione programmata. Nella cartella clinica (di cui si presentano alcune applicazioni) si propone di costituire un patrimonio di informazioni preziose per la conservazione ed immediatamente disponibili ogni volta che se ne presenti la necessità; la struttura del database può cambiare a seconda del caso specifico (monumento architettonico, centro storico, parco o giardino, sito archeologico, opera d'arte, etc.), ma conserva comunque alcuni parametri standard di catalogazione, che consentono il confronto con altre basi di dati (schede ICCD, Carta del Rischio). Le informazioni raccolte ed archiviate (analisi dei materiali e del degrado, dati sullo stato di conservazione, indagini diagnostico-conoscitive, interventi eseguiti, etc.) devono integrare, seppur in modo sintetico, l'analisi tecnico-scientifica con quella storico-critica, poiché l'interpretazione dei problemi di conservazione non può prescindere da un'approfondita conoscenza del bene e delle sue vicende costruttive e conservative. I dati, di natura disomogenea (testi, tabelle, fotografie, filmati, etc.), vengono organizzati in un Sistema Informativo di tipo Geografico (GIS), in cui tutte le informazioni sono riferite alla 'mappa' dell'oggetto (disegni di rilievo) e localizzate esattamente nel punto in cui si riferiscono; i dati presenti nell'archivio hanno, infatti, una collocazione 'fisica' sul disegno dell'oggetto e si ha così la possibilità di selezionare e visualizzare, di volta in volta, solo i temi che interessano. Dalla rappresentazione grafica si può direttamente consultare l'archivio dati 'interrogando' ogni singolo elemento e visualizzando le tabelle del database, con tutte le categorie di informazioni in esso contenute; allo stesso tempo, possono avvenire elaborazioni più complesse (SQL), mettendo in relazione i diversi strati di informazioni e ottenendone nuovi dati (per esempio, è possibile evidenziare tutti gli elementi lesionati o che presentano un tipo particolare di degrado e valutarne la loro localizzazione spaziale, ma anche calcolarne la superficie, oppure verificare se le indagini compiute hanno interessato parti originarie o reintegrate, etc). Il sistema di documentazione della cartella clinica consente di archiviare e gestire informazioni indispensabili per la conservazione, aggiornandole con facilità, ma soprattutto agevola il monitoraggio periodico, evidenziando la presenza e la localizzazione degli elementi da sottoporre a controllo, consentendo di confrontare i dati per verificare l'evoluzione dei fenomeni di degrado, rivelando le situazioni critiche. Il monitoraggio a intervalli regolari permette, infatti, di valutare la velocità di evoluzione del degrado e definire, sulla base di questa, le priorità di intervento. La cartella clinica può essere, dunque, la base per un'effettiva conservazione programmata, in cui la pianificazione degli interventi da eseguire sia basata su una conoscenza preliminare quanto più approfondita dell'oggetto da conservare.
I sistemi informativi per il monitoraggio e la conservazione programmata: alcune applicazioni di una cartella clinica per i monumenti
C Bartolomucci
2005
Abstract
La documentazione nel restauro, nata come esigenza etica ai fini dell'autenticità, è divenuta oggi, parallelamente all'evolversi della disciplina, una necessità imprescindibile non solo in casi di emergenza, ma anche per consentire un controllo costante dello stato di conservazione ed attuare un'efficace conservazione programmata. Nella cartella clinica (di cui si presentano alcune applicazioni) si propone di costituire un patrimonio di informazioni preziose per la conservazione ed immediatamente disponibili ogni volta che se ne presenti la necessità; la struttura del database può cambiare a seconda del caso specifico (monumento architettonico, centro storico, parco o giardino, sito archeologico, opera d'arte, etc.), ma conserva comunque alcuni parametri standard di catalogazione, che consentono il confronto con altre basi di dati (schede ICCD, Carta del Rischio). Le informazioni raccolte ed archiviate (analisi dei materiali e del degrado, dati sullo stato di conservazione, indagini diagnostico-conoscitive, interventi eseguiti, etc.) devono integrare, seppur in modo sintetico, l'analisi tecnico-scientifica con quella storico-critica, poiché l'interpretazione dei problemi di conservazione non può prescindere da un'approfondita conoscenza del bene e delle sue vicende costruttive e conservative. I dati, di natura disomogenea (testi, tabelle, fotografie, filmati, etc.), vengono organizzati in un Sistema Informativo di tipo Geografico (GIS), in cui tutte le informazioni sono riferite alla 'mappa' dell'oggetto (disegni di rilievo) e localizzate esattamente nel punto in cui si riferiscono; i dati presenti nell'archivio hanno, infatti, una collocazione 'fisica' sul disegno dell'oggetto e si ha così la possibilità di selezionare e visualizzare, di volta in volta, solo i temi che interessano. Dalla rappresentazione grafica si può direttamente consultare l'archivio dati 'interrogando' ogni singolo elemento e visualizzando le tabelle del database, con tutte le categorie di informazioni in esso contenute; allo stesso tempo, possono avvenire elaborazioni più complesse (SQL), mettendo in relazione i diversi strati di informazioni e ottenendone nuovi dati (per esempio, è possibile evidenziare tutti gli elementi lesionati o che presentano un tipo particolare di degrado e valutarne la loro localizzazione spaziale, ma anche calcolarne la superficie, oppure verificare se le indagini compiute hanno interessato parti originarie o reintegrate, etc). Il sistema di documentazione della cartella clinica consente di archiviare e gestire informazioni indispensabili per la conservazione, aggiornandole con facilità, ma soprattutto agevola il monitoraggio periodico, evidenziando la presenza e la localizzazione degli elementi da sottoporre a controllo, consentendo di confrontare i dati per verificare l'evoluzione dei fenomeni di degrado, rivelando le situazioni critiche. Il monitoraggio a intervalli regolari permette, infatti, di valutare la velocità di evoluzione del degrado e definire, sulla base di questa, le priorità di intervento. La cartella clinica può essere, dunque, la base per un'effettiva conservazione programmata, in cui la pianificazione degli interventi da eseguire sia basata su una conoscenza preliminare quanto più approfondita dell'oggetto da conservare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.