In una delle scene più toccanti del lungometraggio I diari della motocicletta, un giovane Ernesto Guevara della Serna contempla la città perduta di Machu Picchu. Nel silenzio maestoso che circonda le rovine incaiche, il protagonista raffronta l'antico mondo americano prima della conquista spagnola alla modernità della capitale peruviana, che egli vede caotica, materialista e segnata dal doloroso squilibrio tra ricchi e poveri, e si chiede: «Come è possibile che io senta nostalgia per una civiltà che non ho conosciuto? Come è possibile che una civiltà capace di costruire questo, sia stata distrutta per costruire questo?». La nostalgia per il passato pre-colombiano, interrogato per comprendere le contraddizioni del presente, si può dire un passaggio obbligato per la gran parte degli intellettuali, artisti e uomini di governo del continente americano ed è pertanto una costante - in ogni disciplina attinente alla cultura, all'arte, alla storia del Nuovo Mondo - l'incontro dello studioso con questo 'senso del passato', che nella percezione degli autoctoni ha assunto le più varie accezioni sentimentali. Nella sua lunga carriera di studioso, Giuseppe Bellini si è confrontato con i testi, con la poetica, con la figura umana e storica dei grandi poeti e romanzieri del Novecento americano, da Miguel Ángel Asturias a Pablo Neruda, da Octavio Paz, a Mario Vargas Llosa. Nella critica letteraria scientifica, di cui fu un insuperato maestro, l'interpretazione del testo chiama in causa il confronto con l'identità e con l'auto-percezione della scrittrice o dello scrittore; di questi lo studioso ricostruisce naturalmente le letture, rintracciando i testi che ne hanno maggiormente influenzato la produzione, ma anche la vita privata, le eventuali esperienze politiche, la rilevanza, sul piano individuale e letterario, delle relazioni con altri individui, ossia il ruolo acquistato o ricercato nel proprio ambiente umano e sociale di riferimento, radice talora di inquietudini profonde e base dell'istanza alla scrittura ed alla comunicazione. Fatalmente dunque Bellini doveva imbattersi in questa ferita, in questa «vena aperta dell'America», nella disperata accezione che ne diede Eduardo Galeano in un noto saggio sulla storia del Continente.

I mondi perduti dell'America spagnola. Giuseppe Bellini tra letteratura e storiografia

Michele Maria Rabà
2017

Abstract

In una delle scene più toccanti del lungometraggio I diari della motocicletta, un giovane Ernesto Guevara della Serna contempla la città perduta di Machu Picchu. Nel silenzio maestoso che circonda le rovine incaiche, il protagonista raffronta l'antico mondo americano prima della conquista spagnola alla modernità della capitale peruviana, che egli vede caotica, materialista e segnata dal doloroso squilibrio tra ricchi e poveri, e si chiede: «Come è possibile che io senta nostalgia per una civiltà che non ho conosciuto? Come è possibile che una civiltà capace di costruire questo, sia stata distrutta per costruire questo?». La nostalgia per il passato pre-colombiano, interrogato per comprendere le contraddizioni del presente, si può dire un passaggio obbligato per la gran parte degli intellettuali, artisti e uomini di governo del continente americano ed è pertanto una costante - in ogni disciplina attinente alla cultura, all'arte, alla storia del Nuovo Mondo - l'incontro dello studioso con questo 'senso del passato', che nella percezione degli autoctoni ha assunto le più varie accezioni sentimentali. Nella sua lunga carriera di studioso, Giuseppe Bellini si è confrontato con i testi, con la poetica, con la figura umana e storica dei grandi poeti e romanzieri del Novecento americano, da Miguel Ángel Asturias a Pablo Neruda, da Octavio Paz, a Mario Vargas Llosa. Nella critica letteraria scientifica, di cui fu un insuperato maestro, l'interpretazione del testo chiama in causa il confronto con l'identità e con l'auto-percezione della scrittrice o dello scrittore; di questi lo studioso ricostruisce naturalmente le letture, rintracciando i testi che ne hanno maggiormente influenzato la produzione, ma anche la vita privata, le eventuali esperienze politiche, la rilevanza, sul piano individuale e letterario, delle relazioni con altri individui, ossia il ruolo acquistato o ricercato nel proprio ambiente umano e sociale di riferimento, radice talora di inquietudini profonde e base dell'istanza alla scrittura ed alla comunicazione. Fatalmente dunque Bellini doveva imbattersi in questa ferita, in questa «vena aperta dell'America», nella disperata accezione che ne diede Eduardo Galeano in un noto saggio sulla storia del Continente.
2017
Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea - ISEM
Ispano-America
Monarchia spagnola
Storiografia
Letteratura
Conquista delle Americhe
Scoperta delle Americhe
America Latina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/440694
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