Il dibattito scientifico degli ultimi mesi ha evidenziato come la pandemia sia una delle implicazioni possibili e certamente non l'unica, della progressiva distruzione ed erosione degli ecosistemi che sconquassa il pianeta e sfida i territori. In generale, le epidemie sono espressione di uno stress ambientale e di una modificazione dell'equilibrio tra l'uomo e il suo ambiente di vita a cui il pianeta, forse meglio dire la Terra, reagisce e insorge. La sfida diventa quindi, nelle parole del filosofo Bruno Latour, trovare un nuovo orizzonte geo-politico. Egli lo individua nel Terrestre (il titolo di questo numero della rivista), che prende parte all'azione umana (non ne è quindi più soltanto lo scenario) e sconquassa l'equilibrio geopolitico appunto, costituendosi come terzo, tra i due attrattori che hanno generato le crisi: il locale e il globale. "Terrestrial" pone sullo sfondo queste riflessioni teorico-politiche per raccogliere contributi che evidenzino le possibili risposte dei territori (in termini di progettualità, di politiche, di approcci) alle crisi pandemiche, climatiche, ambientali, migratorie. In particolare, si promuovono riflessioni e contributi sulle dimensioni di incertezza che più di sempre sfidano le razionalità del progetto e della pianificazione per il futuro dei territori e che richiedono, da un lato "preparedness" (prepararsi per essere pronti), dall'altro la costruzione di un quadro orientato all'azione per promuovere in termini pro-attivi la coesione e la resilienza territoriale.
Terrestrial
Gabriella Esposito;
2021
Abstract
Il dibattito scientifico degli ultimi mesi ha evidenziato come la pandemia sia una delle implicazioni possibili e certamente non l'unica, della progressiva distruzione ed erosione degli ecosistemi che sconquassa il pianeta e sfida i territori. In generale, le epidemie sono espressione di uno stress ambientale e di una modificazione dell'equilibrio tra l'uomo e il suo ambiente di vita a cui il pianeta, forse meglio dire la Terra, reagisce e insorge. La sfida diventa quindi, nelle parole del filosofo Bruno Latour, trovare un nuovo orizzonte geo-politico. Egli lo individua nel Terrestre (il titolo di questo numero della rivista), che prende parte all'azione umana (non ne è quindi più soltanto lo scenario) e sconquassa l'equilibrio geopolitico appunto, costituendosi come terzo, tra i due attrattori che hanno generato le crisi: il locale e il globale. "Terrestrial" pone sullo sfondo queste riflessioni teorico-politiche per raccogliere contributi che evidenzino le possibili risposte dei territori (in termini di progettualità, di politiche, di approcci) alle crisi pandemiche, climatiche, ambientali, migratorie. In particolare, si promuovono riflessioni e contributi sulle dimensioni di incertezza che più di sempre sfidano le razionalità del progetto e della pianificazione per il futuro dei territori e che richiedono, da un lato "preparedness" (prepararsi per essere pronti), dall'altro la costruzione di un quadro orientato all'azione per promuovere in termini pro-attivi la coesione e la resilienza territoriale.File | Dimensione | Formato | |
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