L'obiettivo del presente lavoro è l'analisi dettagliata degli effetti cosismici ambientali e della vulnerabilità dell'ambiente fisico di quattro Comuni della Provincia di Avellino (Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella), colpiti dal terremoto del 1980, situati lungo le rive del Fiume Calore Irpino e posti a poche decine di chilometri dall'epicentro. Lo studio è relativo al percorso di resilienza durato oltre quarant'anni, affrontato da queste comunità, per le quali è stato possibile recuperare una gran mole di dati utili alla caratterizzazione del territorio e al percorso affrontato per la ricostruzione (Pizza et al., 2020; Pizza, 2021). Il terremoto del 1980 Il 23 novembre 1980, un forte terremoto colpì la Campania e la Basilicata, con una intensità macrosismica Io=X MCS e magnitudo Mw 6.9, che rappresenta ancora oggi l'evento sismico a più elevata energia avvenuto in Italia negli ultimi cento anni (Postpischl et al., 1985; Rovida et al., 2022). Il terremoto fu risentito in tutta Italia, colpì 800 località, furono distrutte complessivamente 77.342 abitazioni (4%), 275.263 (15%) furono gravemente danneggiate e 479.973 (26%) furono lievemente danneggiate. Le vittime furono 2.914, i feriti 8.848 e gli sfollati circa 280.000 (C.N.VV.F., 1980). Il terremoto del 1980 provocò anche numerosi effetti sull'ambiente naturale, sia primari sia secondari. Nell'area epicentrale furono riscontrati effetti primari di fagliazione superficiale (Westaway and Jackson, 1984; Pantosti and Valensise, 1990; Blumetti et al., 2002; Porfido et al. 2007; Serva et al., 2007; Porfido et al. 2022). Tra gli effetti secondari, i fenomeni gravitativi furono i più diffusi, vennero riconosciute oltre 200 frane sismoindotte, fratture nel suolo, 21 casi di liquefazione e numerose variazioni idrologiche relative alla portata delle sorgenti e dei fiumi (Porfido et al., 2007; Serva et al., 2007). L'intensità epicentrale, stimata con la scala ESI-2007 (Michetti et al., 2007), è pari al X grado

A 41 ANNI DAL TERREMOTO DEL 1980: RESILIENZA E RICOSTRUZIONE NELL'ALTA VALLE DEL CALORE (AV)

S Porfido
2022

Abstract

L'obiettivo del presente lavoro è l'analisi dettagliata degli effetti cosismici ambientali e della vulnerabilità dell'ambiente fisico di quattro Comuni della Provincia di Avellino (Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella), colpiti dal terremoto del 1980, situati lungo le rive del Fiume Calore Irpino e posti a poche decine di chilometri dall'epicentro. Lo studio è relativo al percorso di resilienza durato oltre quarant'anni, affrontato da queste comunità, per le quali è stato possibile recuperare una gran mole di dati utili alla caratterizzazione del territorio e al percorso affrontato per la ricostruzione (Pizza et al., 2020; Pizza, 2021). Il terremoto del 1980 Il 23 novembre 1980, un forte terremoto colpì la Campania e la Basilicata, con una intensità macrosismica Io=X MCS e magnitudo Mw 6.9, che rappresenta ancora oggi l'evento sismico a più elevata energia avvenuto in Italia negli ultimi cento anni (Postpischl et al., 1985; Rovida et al., 2022). Il terremoto fu risentito in tutta Italia, colpì 800 località, furono distrutte complessivamente 77.342 abitazioni (4%), 275.263 (15%) furono gravemente danneggiate e 479.973 (26%) furono lievemente danneggiate. Le vittime furono 2.914, i feriti 8.848 e gli sfollati circa 280.000 (C.N.VV.F., 1980). Il terremoto del 1980 provocò anche numerosi effetti sull'ambiente naturale, sia primari sia secondari. Nell'area epicentrale furono riscontrati effetti primari di fagliazione superficiale (Westaway and Jackson, 1984; Pantosti and Valensise, 1990; Blumetti et al., 2002; Porfido et al. 2007; Serva et al., 2007; Porfido et al. 2022). Tra gli effetti secondari, i fenomeni gravitativi furono i più diffusi, vennero riconosciute oltre 200 frane sismoindotte, fratture nel suolo, 21 casi di liquefazione e numerose variazioni idrologiche relative alla portata delle sorgenti e dei fiumi (Porfido et al., 2007; Serva et al., 2007). L'intensità epicentrale, stimata con la scala ESI-2007 (Michetti et al., 2007), è pari al X grado
2022
terremoto 1980
irpinia
resilienza
effetti ambientai
ricostruzione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/442722
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