In the third millennium, inequalities and discriminations, built around individualized differences and collective belongings, continue to persist, even in Italy. The category of symbolic violence (Bourdieu 1977, 1998) is useful in explaining how social stratifications are reproduced, even without an explicit exercise of violence (Elias and Scotson 1994). Indeed, the privileges - in terms of opportunities and resources - that result from being in position of advantage in a given social structure are situated in a frame of meaning shared by both those who benefit from them and those who are subjected to them. Such an experience makes them obvious, inevitable, "natural." and seemingly insuperable. This article begins from a study of the topic of gender-based violence against women carried out since 2010; in particular, it examines the narratives of Latin-American women living in the Veneto region and engaged in family and/or professional relationships with Italian men and women, and highlights the model and gender roles they refer to in the construction of meaning in which they situate their experiences and decisions. Furthermore, the article analyzes the process of hypersexualization that naturalizes racist and sexist discriminations.

Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu (1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via dallo studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare di naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.

Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia

Angela M Toffanin
2022

Abstract

In the third millennium, inequalities and discriminations, built around individualized differences and collective belongings, continue to persist, even in Italy. The category of symbolic violence (Bourdieu 1977, 1998) is useful in explaining how social stratifications are reproduced, even without an explicit exercise of violence (Elias and Scotson 1994). Indeed, the privileges - in terms of opportunities and resources - that result from being in position of advantage in a given social structure are situated in a frame of meaning shared by both those who benefit from them and those who are subjected to them. Such an experience makes them obvious, inevitable, "natural." and seemingly insuperable. This article begins from a study of the topic of gender-based violence against women carried out since 2010; in particular, it examines the narratives of Latin-American women living in the Veneto region and engaged in family and/or professional relationships with Italian men and women, and highlights the model and gender roles they refer to in the construction of meaning in which they situate their experiences and decisions. Furthermore, the article analyzes the process of hypersexualization that naturalizes racist and sexist discriminations.
2022
Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu (1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via dallo studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare di naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
violenza simbolica
intersezionalità
rapporti di genere in contesti migratori
donne e migrazioni
ruoli di genere
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