«...togliere dalla scuola ogni traccia del triste ventennio, avvilimento e asservimento della cultura a volgari e angusti concetti...». La dichiarazione d'intenti pronunciata da Adolfo Omodeo nel 1944 - anno in cui assunse il dicastero dell'Educazione Nazionale, che con lui riassumerà il suo vecchio eppure nuovo titolo di Pubblica istruzione - ci restituisce le attese di quel vasto settore dell'intellettualità italiana che sullo scorcio del secondo conflitto mondiale guardava alla riforma della scuola come base della palingenesi della società e della vita politica del Paese. Almeno sul breve periodo, tali attese trovarono riscontri complessivamente discontinui nelle politiche ministeriali, soprattutto per una mancata riforma organica del sistema educativo e per la sostanziale permanenza della mentalità che ne ispirava i principi, come constatavano già negli anni '70 le informate retrospettive sul tema di Remo Fornaca e Giuseppe Ricuperati. Eppure il fermento intellettuale e creativo che esprimeva e nello stesso tempo alimentava tali attese produsse frutti ancor oggi visibili, tanto da apparire ben più che tracce di un lontano passato, ma passi concreti verso una nuova concezione condivisa della relazione tra istruzione e crescita individuale, e tra istruzione e partecipazione politica. Uno di questi frutti fu indubbiamente il manuale di storia realizzato da Armando Saitta tra il 1949 ed il 1955 per la casa editrice fiorentina La Nuova Italia di Ernesto e Tristano Codignola, nella duplice versione per i licei classici e scientifici, Il cammino umano, e per gli allora istituti magistrali, Il cammino della civiltà.
Il manuale di storia moderna
Michele Maria Rabà
2021
Abstract
«...togliere dalla scuola ogni traccia del triste ventennio, avvilimento e asservimento della cultura a volgari e angusti concetti...». La dichiarazione d'intenti pronunciata da Adolfo Omodeo nel 1944 - anno in cui assunse il dicastero dell'Educazione Nazionale, che con lui riassumerà il suo vecchio eppure nuovo titolo di Pubblica istruzione - ci restituisce le attese di quel vasto settore dell'intellettualità italiana che sullo scorcio del secondo conflitto mondiale guardava alla riforma della scuola come base della palingenesi della società e della vita politica del Paese. Almeno sul breve periodo, tali attese trovarono riscontri complessivamente discontinui nelle politiche ministeriali, soprattutto per una mancata riforma organica del sistema educativo e per la sostanziale permanenza della mentalità che ne ispirava i principi, come constatavano già negli anni '70 le informate retrospettive sul tema di Remo Fornaca e Giuseppe Ricuperati. Eppure il fermento intellettuale e creativo che esprimeva e nello stesso tempo alimentava tali attese produsse frutti ancor oggi visibili, tanto da apparire ben più che tracce di un lontano passato, ma passi concreti verso una nuova concezione condivisa della relazione tra istruzione e crescita individuale, e tra istruzione e partecipazione politica. Uno di questi frutti fu indubbiamente il manuale di storia realizzato da Armando Saitta tra il 1949 ed il 1955 per la casa editrice fiorentina La Nuova Italia di Ernesto e Tristano Codignola, nella duplice versione per i licei classici e scientifici, Il cammino umano, e per gli allora istituti magistrali, Il cammino della civiltà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


