La riflessione storiografica sul Militare si intreccia oggi inestricabilmente con l'analisi di quegli elementi economico-finanziari, amministrativi, giuridici, religiosi, linguistici, artistici, culturali in senso lato e urbanistici che marcano tanto la fisionomia delle società di volta in volta coinvolte direttamente o indirettamente nel fenomeno bellico, quanto, per così dire, la materia sociale degli attori individuali e collettivi che implementano, cavalcano o subiscono conflitti maggiori e minori. Non potrebbe essere diversamente, vista la pervasiva influenza sul panorama attuale delle riflessioni di Claudio Donati e di Enrico Stumpo sulla guerra quale sforzo collettivo capace di mobilitare capillarmente le risorse materiali e intellettuali degli spazi politici coinvolti, ma soprattutto di trasformarne radicalmente le dinamiche interne in ogni settore. Si aggiunga che gli studi storici sul Militare, a lungo notevolmente marginalizzati in Italia, hanno trovato un punto di riferimento obbligato nella letteratura sul tema prodotta all'estero. E qui basterà ricordare la fortuna della prospettiva interpretativa formulata da Geoffrey Parker nel noto volume The Military Revolution: una teoria certamente problematizzata e riveduta, peraltro dallo stesso autore, ma ancora oggi discussa e tenuta ben presente, appunto per il nesso cogente che essa esplicita tra il dato tecnologico, quello organizzativo, quello politico-amministrativo e, naturalmente, quello economico. E sempre in tema di marginalizzazione, il discorso storiografico militare sugli Stati preunitari ha scontato sia il radicamento sia la fine cruenta di una rappresentazione in chiave eroica e militarista dell'identità nazionale. Una rappresentazione orientata ad oscurare il patrimonio accumulato da comandanti e soldati italiani al servizio di dinastie non italiane, in termini di capacità organizzative e di mediazione, di professionalità tecnica e di gestione delle risorse umane ed economiche. Appare dunque ancora più significativo ritrovare, tra le ultime fatiche di Enrico Stumpo, la cura assieme a Paola Bianchi e Davide Maffi del volume Italiani al servizio straniero in età moderna (2008). Nello specifico, ricercare sul Militare in relazione all'Italia spagnola - dalle Guerre d'Italia del Cinquecento sino alle Guerre di Successione - significa misurarsi con fenomeni diffusi e di lunga durata che rendono sovente limitanti tanto le cesure cronologiche tradizionali quanto i confini geografici.

La storiografia militare recente sull'Italia Spagnola

2021

Abstract

La riflessione storiografica sul Militare si intreccia oggi inestricabilmente con l'analisi di quegli elementi economico-finanziari, amministrativi, giuridici, religiosi, linguistici, artistici, culturali in senso lato e urbanistici che marcano tanto la fisionomia delle società di volta in volta coinvolte direttamente o indirettamente nel fenomeno bellico, quanto, per così dire, la materia sociale degli attori individuali e collettivi che implementano, cavalcano o subiscono conflitti maggiori e minori. Non potrebbe essere diversamente, vista la pervasiva influenza sul panorama attuale delle riflessioni di Claudio Donati e di Enrico Stumpo sulla guerra quale sforzo collettivo capace di mobilitare capillarmente le risorse materiali e intellettuali degli spazi politici coinvolti, ma soprattutto di trasformarne radicalmente le dinamiche interne in ogni settore. Si aggiunga che gli studi storici sul Militare, a lungo notevolmente marginalizzati in Italia, hanno trovato un punto di riferimento obbligato nella letteratura sul tema prodotta all'estero. E qui basterà ricordare la fortuna della prospettiva interpretativa formulata da Geoffrey Parker nel noto volume The Military Revolution: una teoria certamente problematizzata e riveduta, peraltro dallo stesso autore, ma ancora oggi discussa e tenuta ben presente, appunto per il nesso cogente che essa esplicita tra il dato tecnologico, quello organizzativo, quello politico-amministrativo e, naturalmente, quello economico. E sempre in tema di marginalizzazione, il discorso storiografico militare sugli Stati preunitari ha scontato sia il radicamento sia la fine cruenta di una rappresentazione in chiave eroica e militarista dell'identità nazionale. Una rappresentazione orientata ad oscurare il patrimonio accumulato da comandanti e soldati italiani al servizio di dinastie non italiane, in termini di capacità organizzative e di mediazione, di professionalità tecnica e di gestione delle risorse umane ed economiche. Appare dunque ancora più significativo ritrovare, tra le ultime fatiche di Enrico Stumpo, la cura assieme a Paola Bianchi e Davide Maffi del volume Italiani al servizio straniero in età moderna (2008). Nello specifico, ricercare sul Militare in relazione all'Italia spagnola - dalle Guerre d'Italia del Cinquecento sino alle Guerre di Successione - significa misurarsi con fenomeni diffusi e di lunga durata che rendono sovente limitanti tanto le cesure cronologiche tradizionali quanto i confini geografici.
2021
Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea - ISEM
Italia spagnola
Monarchia spagnola
Asburgo
New Military History
State-Building
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/448213
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