L'analisi genetica è un potente strumento per la caratterizzazione, tracciabilità e valorizzazione delle produzioni agroalimentari, specialmente nelle varietà locali o ecotipi. Tipicamente, si considera come riferimento il profilo genetico di una varietà e ad esso vengono riferite anche le caratteristiche genetiche delle produzioni, spesso rappresentate da frutti, semi e loro prodotti di trasformazione. Questo approccio convenzionale non tiene conto del contributo pollinico esterno alla varietà, che può essere molto rilevante nelle piante auto-incompatibili o maschiosterili. Il castagno rappresenta un modello unico per studiare questo flusso genico, perché varietà coltivate, impollinatori selezionati e piante selvatiche possono coesistere in uno stesso sito. Per di più, le varietà di castagno del tipo "Marrone" sono generalmente maschiosterili, e ricevono flusso genico obbligato dagli impollinatori locali, selezionati o selvatici. Una situazione simile si ritrova in pochissime specie domesticate. L'obiettivo di questo studio era è stato la caratterizzazione genetica di alcune aree castanicole della regione Umbria, considerando le varietà, i frutti e gli impollinatori. Lo studio dettagliato si è concentrato su 7 zone castanicole del comune di Spoleto, ma ha incluso anche altri importanti aree della regione Umbria. Con un approccio di caratterizzazione varietale, per ogni area di studio un campione di piante da frutto innestate è stato analizzato tramite 12 marcatori neutrali corrispondenti a loci microsatellitari (SSR). L'analisi genetica delle piante da frutto mostrato un'elevata similarità genetica tra 5 delle zone di Spoleto, geneticamente raggruppate con i campioni provenienti da Lippiano Pescaloto (Città di Castello, PG) e Stroncone (TR). Le rimanenti zone di Spoleto si distaccano geneticamente dalle prime e sono simili ai campioni di Melezzole (Montecchio, TR) e Morre (Baschi, TR). La ridotta diversità genetica osservata era comunque molto bassa, come ci si attende nel germoplasma selezionato e coltivato in una ristretta area geografica. Su un sottogruppo delle aree di studio è stato applicato un approccio nuovo, consistente nell'analisi genetica dei frutti, insieme agli impollinatori e alle piante di castagno non innestate dei castagneti cedui adiacenti alle aree di studio. L'obiettivo era di verificare l'impronta genetica degli impollinatori locali sulla costituzione genetica della progenie. I risultati hanno mostrato che i frutti hanno una diversità genetica molto più alta rispetto alle piante madri che li hanno prodotti e risultano geneticamente separati da esse. Inoltre, la struttura genetica dei campioni di frutti è molto simile a quella degli impollinatori selvatici. Frutti prodotti in siti diversi da piante geneticamente simili, esprimono un profilo genetico diverso e associato al germoplasma locale che svolge funzione di impollinatore. Questi risultati aprono la strada ad un nuovo concetto di "terroir", in cui il territorio di coltivazione lascia una traccia nelle produzioni locali, non solo per i fattori pedo-climatici ed ecologici, ma anche per le caratteristiche genetiche del germoplasma locale.
Caratterizzazione genetica delle varietà e produzioni di castagno da frutto in Umbria: verso un nuovo concetto di terroir genetico
Isacco Beritognolo;Marcello Cherubini;
2022
Abstract
L'analisi genetica è un potente strumento per la caratterizzazione, tracciabilità e valorizzazione delle produzioni agroalimentari, specialmente nelle varietà locali o ecotipi. Tipicamente, si considera come riferimento il profilo genetico di una varietà e ad esso vengono riferite anche le caratteristiche genetiche delle produzioni, spesso rappresentate da frutti, semi e loro prodotti di trasformazione. Questo approccio convenzionale non tiene conto del contributo pollinico esterno alla varietà, che può essere molto rilevante nelle piante auto-incompatibili o maschiosterili. Il castagno rappresenta un modello unico per studiare questo flusso genico, perché varietà coltivate, impollinatori selezionati e piante selvatiche possono coesistere in uno stesso sito. Per di più, le varietà di castagno del tipo "Marrone" sono generalmente maschiosterili, e ricevono flusso genico obbligato dagli impollinatori locali, selezionati o selvatici. Una situazione simile si ritrova in pochissime specie domesticate. L'obiettivo di questo studio era è stato la caratterizzazione genetica di alcune aree castanicole della regione Umbria, considerando le varietà, i frutti e gli impollinatori. Lo studio dettagliato si è concentrato su 7 zone castanicole del comune di Spoleto, ma ha incluso anche altri importanti aree della regione Umbria. Con un approccio di caratterizzazione varietale, per ogni area di studio un campione di piante da frutto innestate è stato analizzato tramite 12 marcatori neutrali corrispondenti a loci microsatellitari (SSR). L'analisi genetica delle piante da frutto mostrato un'elevata similarità genetica tra 5 delle zone di Spoleto, geneticamente raggruppate con i campioni provenienti da Lippiano Pescaloto (Città di Castello, PG) e Stroncone (TR). Le rimanenti zone di Spoleto si distaccano geneticamente dalle prime e sono simili ai campioni di Melezzole (Montecchio, TR) e Morre (Baschi, TR). La ridotta diversità genetica osservata era comunque molto bassa, come ci si attende nel germoplasma selezionato e coltivato in una ristretta area geografica. Su un sottogruppo delle aree di studio è stato applicato un approccio nuovo, consistente nell'analisi genetica dei frutti, insieme agli impollinatori e alle piante di castagno non innestate dei castagneti cedui adiacenti alle aree di studio. L'obiettivo era di verificare l'impronta genetica degli impollinatori locali sulla costituzione genetica della progenie. I risultati hanno mostrato che i frutti hanno una diversità genetica molto più alta rispetto alle piante madri che li hanno prodotti e risultano geneticamente separati da esse. Inoltre, la struttura genetica dei campioni di frutti è molto simile a quella degli impollinatori selvatici. Frutti prodotti in siti diversi da piante geneticamente simili, esprimono un profilo genetico diverso e associato al germoplasma locale che svolge funzione di impollinatore. Questi risultati aprono la strada ad un nuovo concetto di "terroir", in cui il territorio di coltivazione lascia una traccia nelle produzioni locali, non solo per i fattori pedo-climatici ed ecologici, ma anche per le caratteristiche genetiche del germoplasma locale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.