La balbuzie è un disturbo della parola che affligge l'1% della popolazione mondiale, percentuale che sale al 5% se si considerano i casi in cui il disturbo scompare spontaneamente o tramite terapia. Recenti ricerche (Yairi & Ambrose, 2005) situano a 33 mesi l'età media d'insorgenza e considerano che la remissione può avvenire fino a 3 anni dopo la comparsa. E' noto che, tra tutti i bambini che iniziano a balbettare, quelli che cronicizzeranno (20%), probabilmente su base genetica (Bloodstein & Bernstein Ratner, 2008), devono essere individuati precocemente, al fine di avviare un trattamento precoce che garantisca una prognosi più favorevole di risoluzione del disturbo (Yairi & Ambrose, 2005). Il presente studio su un caso clinico fa parte di un progetto più ampio volto all'individuazione di indici clinici predittivi, di tipo percettivo ed acustico, che consentano in fase di valutazione di discriminare, fin dai primi mesi dopo l'esordio, la balbuzie cronica da quella remissiva, in bambini a rischio familiare. Il soggetto studiato è Anna, che ha cominciato a balbettare dai 30 mesi di età ed è figlia di padre balbuziente. In questa sede, sono state analizzate tre registrazioni effettuate un mese prima dall'insorgenza della balbuzie, in concomitanza all'insorgenza, e a 12 mesi dalla comparsa, ossia nel periodo immediatamente precedente l'inizio del trattamento. I potenziali indici predittivi di balbuzie cronica che abbiamo applicato alle registrazioni sono il "profilo delle disfluenze", secondo la classificazione di Yairi e collaboratori (cfr. Yairi & Ambrose, 2005) e la quantificazione acustica del grado di coarticolazione nella sillaba C-V secondo il metodo delle equazioni di luogo (Sussman et alii, 1999; Zmarich & Marchiori, 2005) e del V.O.T. (Lisker & Abramson, 1964). I risultati, per quanto riguarda il profilo delle disfluenze, sono assimilabili a quelli dei bambini con remissione spontanea che facevano parte dell'Illinois Longitudinal Study (Yairi & Ambrose, 2005). Per quanto concerne gli indici di natura acustica, l'analisi del V.O.T., non ha portato a differenziare statisticamente le produzioni di Anna dalle produzioni dei suoi coetanei (come già riscontrato da Zebrowski et alii, 1984 per un gruppo di bambini balbuzienti e non). Per quanto riguarda la coarticolazione intrasillabica, questo studio dimostra che, un mese prima dell'insorgenza della balbuzie, il grado di coarticolazione delle sillabe pronunciate fluentemente che iniziano per consonanti dentali e velari prodotte da Anna è molto basso, ma s'innalza molto nel mese iniziale della balbuzie. A distanza di 12 mesi, pur continuando il soggetto a balbettare, il grado di coarticolazione delle sue sillabe fluenti diminuisce, come succedeva a distanza di alcuni mesi dall'inizio per i soggetti destinati a guarire spontaneamente nello studio di Subramanian et alii (2003).
Indici fonetici predittivi di balbuzie cronica in età pre-scolare: studio di un caso
Zmarich Claudio
2010
Abstract
La balbuzie è un disturbo della parola che affligge l'1% della popolazione mondiale, percentuale che sale al 5% se si considerano i casi in cui il disturbo scompare spontaneamente o tramite terapia. Recenti ricerche (Yairi & Ambrose, 2005) situano a 33 mesi l'età media d'insorgenza e considerano che la remissione può avvenire fino a 3 anni dopo la comparsa. E' noto che, tra tutti i bambini che iniziano a balbettare, quelli che cronicizzeranno (20%), probabilmente su base genetica (Bloodstein & Bernstein Ratner, 2008), devono essere individuati precocemente, al fine di avviare un trattamento precoce che garantisca una prognosi più favorevole di risoluzione del disturbo (Yairi & Ambrose, 2005). Il presente studio su un caso clinico fa parte di un progetto più ampio volto all'individuazione di indici clinici predittivi, di tipo percettivo ed acustico, che consentano in fase di valutazione di discriminare, fin dai primi mesi dopo l'esordio, la balbuzie cronica da quella remissiva, in bambini a rischio familiare. Il soggetto studiato è Anna, che ha cominciato a balbettare dai 30 mesi di età ed è figlia di padre balbuziente. In questa sede, sono state analizzate tre registrazioni effettuate un mese prima dall'insorgenza della balbuzie, in concomitanza all'insorgenza, e a 12 mesi dalla comparsa, ossia nel periodo immediatamente precedente l'inizio del trattamento. I potenziali indici predittivi di balbuzie cronica che abbiamo applicato alle registrazioni sono il "profilo delle disfluenze", secondo la classificazione di Yairi e collaboratori (cfr. Yairi & Ambrose, 2005) e la quantificazione acustica del grado di coarticolazione nella sillaba C-V secondo il metodo delle equazioni di luogo (Sussman et alii, 1999; Zmarich & Marchiori, 2005) e del V.O.T. (Lisker & Abramson, 1964). I risultati, per quanto riguarda il profilo delle disfluenze, sono assimilabili a quelli dei bambini con remissione spontanea che facevano parte dell'Illinois Longitudinal Study (Yairi & Ambrose, 2005). Per quanto concerne gli indici di natura acustica, l'analisi del V.O.T., non ha portato a differenziare statisticamente le produzioni di Anna dalle produzioni dei suoi coetanei (come già riscontrato da Zebrowski et alii, 1984 per un gruppo di bambini balbuzienti e non). Per quanto riguarda la coarticolazione intrasillabica, questo studio dimostra che, un mese prima dell'insorgenza della balbuzie, il grado di coarticolazione delle sillabe pronunciate fluentemente che iniziano per consonanti dentali e velari prodotte da Anna è molto basso, ma s'innalza molto nel mese iniziale della balbuzie. A distanza di 12 mesi, pur continuando il soggetto a balbettare, il grado di coarticolazione delle sue sillabe fluenti diminuisce, come succedeva a distanza di alcuni mesi dall'inizio per i soggetti destinati a guarire spontaneamente nello studio di Subramanian et alii (2003).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


