L'avvento del computer in Italia si può far risalire al 1954, anno in cui in quattro città italiane si cercò di recuperare i ritardi accumulati negli anni precedenti nel settore dell'informatica, rivelatosi poi di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e sociale della società contemporanea. L'Italia a quei tempi si presentava ancora come un Paese prettamente agricolo, ma erano ormai alle porte gli anni del "boom economico", che trasformarono la nostra nazione in una potenza industriale. Quello che accadde in quell'anno avvenne pertanto in un ambiente completamente a digiuno di calcolo elettronico, dove, sia nel campo della ricerca scientifica sia in quello applicativo-industriale, non esisteva nessun precedente e, di conseguenza, alcuna competenza. In questo contesto nacquero, quasi contemporaneamente e senza alcuna regìa coordinatrice, quattro progetti che imboccarono le tre vie d'approccio a questa nuova materia e, più precisamente, quella della "cultura applicativa" a Milano, dove fu attivato il Centro di Calcoli Numerici presso il Politecnico, dotato di una CRC 102A (la prima calcolatrice elettronica che entrò in funzione in Italia), ed a Roma, dove fu acquistata dall'Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo del CNR una MARK I* della ditta inglese Ferranti; la via "industriale" ad Ivrea, dove l'Olivetti S.p.A. decise di creare un Laboratorio di Ricerche Elettroniche, col mandato di progettare una calcolatrice elettronica commerciale, che prese successivamente il nome di ELEA 9003, e la "progettuale" a Pisa, dove in seno all'Università, fu attivato il progetto per la costruzione in loco della prima calcolatrice elettronica scientifica italiana: la Calcolatrice Elettronica Pisana (C.E.P.).

I primi computer italiani. Cronaca di un passato recente

Cioni G;Mainetto G
1998

Abstract

L'avvento del computer in Italia si può far risalire al 1954, anno in cui in quattro città italiane si cercò di recuperare i ritardi accumulati negli anni precedenti nel settore dell'informatica, rivelatosi poi di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e sociale della società contemporanea. L'Italia a quei tempi si presentava ancora come un Paese prettamente agricolo, ma erano ormai alle porte gli anni del "boom economico", che trasformarono la nostra nazione in una potenza industriale. Quello che accadde in quell'anno avvenne pertanto in un ambiente completamente a digiuno di calcolo elettronico, dove, sia nel campo della ricerca scientifica sia in quello applicativo-industriale, non esisteva nessun precedente e, di conseguenza, alcuna competenza. In questo contesto nacquero, quasi contemporaneamente e senza alcuna regìa coordinatrice, quattro progetti che imboccarono le tre vie d'approccio a questa nuova materia e, più precisamente, quella della "cultura applicativa" a Milano, dove fu attivato il Centro di Calcoli Numerici presso il Politecnico, dotato di una CRC 102A (la prima calcolatrice elettronica che entrò in funzione in Italia), ed a Roma, dove fu acquistata dall'Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo del CNR una MARK I* della ditta inglese Ferranti; la via "industriale" ad Ivrea, dove l'Olivetti S.p.A. decise di creare un Laboratorio di Ricerche Elettroniche, col mandato di progettare una calcolatrice elettronica commerciale, che prese successivamente il nome di ELEA 9003, e la "progettuale" a Pisa, dove in seno all'Università, fu attivato il progetto per la costruzione in loco della prima calcolatrice elettronica scientifica italiana: la Calcolatrice Elettronica Pisana (C.E.P.).
1998
Istituto di informatica e telematica - IIT
Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo" - ISTI
History of Computing
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Descrizione: I primi computer italiani. Cronaca di un passato recente
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