Il contributo proposto è frutto di una ricerca in corso, nata negli ultimi mesi, in occasione dei dieci anni dall'emanazione delle prime ordinanze in attuazione del Piano Nazionale per la prevenzione del rischio sismico (articolo 11 della Legge 77/2009), che hanno previsto l'introduzione degli studi di Microzonazione Sismica (MS) e dell'analisi della Condizione Limite dell'Emergenza (CLE) per i comuni a maggiore pericolosità sismica (ag >= 0.125 g). Concentrandosi in particolar modo sulla CLE, è utile proporre nel primo decennale dalla sua introduzione, una riflessione in merito all'effettiva incidenza dell'analisi sul processo di mitigazione del rischio sismico e sul grado di assimilazione da parte delle realtà territoriali e locali di una cultura della prevenzione e della gestione del rischio. È evidente che la valutazione delle ricadute di queste attività sul governo del territorio non può prescindere dal confronto con i territori stessi e quindi con gli attori che hanno gestito tutte le fasi amministrative ed esecutive del programma, a partire dai referenti regionali. Si ritiene infatti che tale confronto possa essere un'efficace modalità per individuare le effettive dinamiche che gli studi hanno innescato, sia da un punto di vista della pianificazione territoriale, sia da quello della conoscenza e consapevolezza raggiunte dalle comunità locali. Con questo obiettivo è stato costruito un questionario, che in questa prima fase di lavoro è stato condiviso con tutti i referenti delle Regioni che hanno aderito al finanziamento del Piano Nazionale per la prevenzione del rischio sismico, con l'auspicio che possa coinvolgere in una fase successiva anche gli uffici comunali più aderenti alle dinamiche locali. L'intento è avvalorato dall'esplicita indicazione normativa presente nelle varie ordinanze circa la necessità che le Regioni determinino "le modalità di recepimento di tali analisi negli strumenti urbanistici e di pianificazione dell'emergenza vigenti" (comma 3, art.18 O.P.C.M. n. 4007/2012 e successive).
L'analisi della Condizione Limite dell'Emergenza a dieci anni dalla sua istituzione. Un primo strumento per indagarne gli effetti sulla governance territoriale
MS Benigni;C Fontana;M Giuffrè;V Tomassoni
2022
Abstract
Il contributo proposto è frutto di una ricerca in corso, nata negli ultimi mesi, in occasione dei dieci anni dall'emanazione delle prime ordinanze in attuazione del Piano Nazionale per la prevenzione del rischio sismico (articolo 11 della Legge 77/2009), che hanno previsto l'introduzione degli studi di Microzonazione Sismica (MS) e dell'analisi della Condizione Limite dell'Emergenza (CLE) per i comuni a maggiore pericolosità sismica (ag >= 0.125 g). Concentrandosi in particolar modo sulla CLE, è utile proporre nel primo decennale dalla sua introduzione, una riflessione in merito all'effettiva incidenza dell'analisi sul processo di mitigazione del rischio sismico e sul grado di assimilazione da parte delle realtà territoriali e locali di una cultura della prevenzione e della gestione del rischio. È evidente che la valutazione delle ricadute di queste attività sul governo del territorio non può prescindere dal confronto con i territori stessi e quindi con gli attori che hanno gestito tutte le fasi amministrative ed esecutive del programma, a partire dai referenti regionali. Si ritiene infatti che tale confronto possa essere un'efficace modalità per individuare le effettive dinamiche che gli studi hanno innescato, sia da un punto di vista della pianificazione territoriale, sia da quello della conoscenza e consapevolezza raggiunte dalle comunità locali. Con questo obiettivo è stato costruito un questionario, che in questa prima fase di lavoro è stato condiviso con tutti i referenti delle Regioni che hanno aderito al finanziamento del Piano Nazionale per la prevenzione del rischio sismico, con l'auspicio che possa coinvolgere in una fase successiva anche gli uffici comunali più aderenti alle dinamiche locali. L'intento è avvalorato dall'esplicita indicazione normativa presente nelle varie ordinanze circa la necessità che le Regioni determinino "le modalità di recepimento di tali analisi negli strumenti urbanistici e di pianificazione dell'emergenza vigenti" (comma 3, art.18 O.P.C.M. n. 4007/2012 e successive).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.