Il Piano per la Prevenzione del rischio sismico (Art.11, lex77/2009) (PNPRS), introduce per la prima volta in Italia un finanziamento nazionale di durata pluriennale non solo per i territori colpiti dal sisma - in questo caso la regione Abruzzo - ma per tutti i comuni italiani con maggiore pericolosità sismica (ag >= 0.125 g), avviando un vasto ed ambizioso programma di indagini di Microzonazione Sismica, di analisi della Condizione Limite per l'Emergenza e di interventi strutturali sugli edifici, adottando un'ottica preventiva e multi-attoriale. La potenzialità di questa iniziativa è quella di aver creato un sistema di conoscenza comune di base, fondamentale per stabilire gerarchie di pericolosità necessarie alla programmazione di livelli di approfondimento, individuare sistemi urbani minimi da mettere in sicurezza al di fuori della logica unicamente edilizia, rafforzare la governance territoriale al fine di raggiungere obiettivi comuni di sicurezza. Una delle problematiche riscontrate ad oggi risiede però nel fatto che tali approcci, dopo più di dieci anni dalla loro introduzione, devono ancora trovare una legittimazione normativa che ne sancisca l'obbligatorietà. A oltre dieci anni dall'istituzione della CLE, ciò che emerge maggiormente è che l'incidenza di questo strumento sulle politiche e sulle pratiche di governo del territorio fatichi ancora a mostrare evidenze rilevanti. Sebbene gli sforzi di attuazione del PNPRS siano orientati a facilitare l'adozione di politiche integrate e la nascita di nuovi rapporti di cooperazione, in linea anche con quanto richiesto dall'Agenda 2030, sembra che non siano ancora sufficienti per innescare un dialogo reale, un circolo virtuoso e sinergico tra la pianificazione d'emergenza e la pianificazione ordinaria del territorio. Il contributo proposto nel webinar, estratto da una ricerca in corso a cura di alcune ricercatrici del "Laboratorio inStabile - Studi per il governo dei territori sismici" dell'Istituto, e i cui risultati saranno illustrati in una monografia in fase di pubblicazione nell'ambito del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazioni (Centro MS), introduce e illustra le principali questioni e criticità emerse nel periodo di applicazione della Condizione limite dell'emergenza. In un confronto di carattere multidisciplinare tra urbanisti, ingegneri, architetti e geologi è parso necessario riflettere in maniera critica e propositiva sui processi, gli effetti e le ricadute dell'analisi della CLE sui territori e sui suoi possibili sviluppi nel tempo, guardando dal punto di vista dell'urbanistica e della pianificazione territoriale, ambito disciplinare che nel nostro Paese ancora fatica a trovare un ruolo quando si parla di gestione dei rischi. La presentazione porrà l'accento su quali siano stati i punti deboli e di forza di questa esperienza; quali siano le criticità presenti, quelle superate o quelle per le quali è possibile raddrizzare la traiettoria; quali siano le potenzialità e le prospettive future per cercare di andare oltre. L'intento del webinar è quello di stimolare non solo una discussione sugli sviluppi futuri degli strumenti di prevenzione sismica del Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico - l'analisi della CLE in primis - ma possa anche aiutare a mettere in luce l'urgenza di definire il ruolo della disciplina della pianificazione e del governo del territorio nell'ambito della gestione dei rischi.

Pianificazione del territorio e gestione del rischio sismico. Il contributo della Condizione Limite per l'Emergenza

Margherita Giuffrè
2023

Abstract

Il Piano per la Prevenzione del rischio sismico (Art.11, lex77/2009) (PNPRS), introduce per la prima volta in Italia un finanziamento nazionale di durata pluriennale non solo per i territori colpiti dal sisma - in questo caso la regione Abruzzo - ma per tutti i comuni italiani con maggiore pericolosità sismica (ag >= 0.125 g), avviando un vasto ed ambizioso programma di indagini di Microzonazione Sismica, di analisi della Condizione Limite per l'Emergenza e di interventi strutturali sugli edifici, adottando un'ottica preventiva e multi-attoriale. La potenzialità di questa iniziativa è quella di aver creato un sistema di conoscenza comune di base, fondamentale per stabilire gerarchie di pericolosità necessarie alla programmazione di livelli di approfondimento, individuare sistemi urbani minimi da mettere in sicurezza al di fuori della logica unicamente edilizia, rafforzare la governance territoriale al fine di raggiungere obiettivi comuni di sicurezza. Una delle problematiche riscontrate ad oggi risiede però nel fatto che tali approcci, dopo più di dieci anni dalla loro introduzione, devono ancora trovare una legittimazione normativa che ne sancisca l'obbligatorietà. A oltre dieci anni dall'istituzione della CLE, ciò che emerge maggiormente è che l'incidenza di questo strumento sulle politiche e sulle pratiche di governo del territorio fatichi ancora a mostrare evidenze rilevanti. Sebbene gli sforzi di attuazione del PNPRS siano orientati a facilitare l'adozione di politiche integrate e la nascita di nuovi rapporti di cooperazione, in linea anche con quanto richiesto dall'Agenda 2030, sembra che non siano ancora sufficienti per innescare un dialogo reale, un circolo virtuoso e sinergico tra la pianificazione d'emergenza e la pianificazione ordinaria del territorio. Il contributo proposto nel webinar, estratto da una ricerca in corso a cura di alcune ricercatrici del "Laboratorio inStabile - Studi per il governo dei territori sismici" dell'Istituto, e i cui risultati saranno illustrati in una monografia in fase di pubblicazione nell'ambito del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazioni (Centro MS), introduce e illustra le principali questioni e criticità emerse nel periodo di applicazione della Condizione limite dell'emergenza. In un confronto di carattere multidisciplinare tra urbanisti, ingegneri, architetti e geologi è parso necessario riflettere in maniera critica e propositiva sui processi, gli effetti e le ricadute dell'analisi della CLE sui territori e sui suoi possibili sviluppi nel tempo, guardando dal punto di vista dell'urbanistica e della pianificazione territoriale, ambito disciplinare che nel nostro Paese ancora fatica a trovare un ruolo quando si parla di gestione dei rischi. La presentazione porrà l'accento su quali siano stati i punti deboli e di forza di questa esperienza; quali siano le criticità presenti, quelle superate o quelle per le quali è possibile raddrizzare la traiettoria; quali siano le potenzialità e le prospettive future per cercare di andare oltre. L'intento del webinar è quello di stimolare non solo una discussione sugli sviluppi futuri degli strumenti di prevenzione sismica del Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico - l'analisi della CLE in primis - ma possa anche aiutare a mettere in luce l'urgenza di definire il ruolo della disciplina della pianificazione e del governo del territorio nell'ambito della gestione dei rischi.
2023
pianificazione
gestione del rischio sismico
condizione limite per l'emergenzaa
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/451830
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact