In Europa, dalla metà dell'Ottocento a tutto il Novecento, si può sostenere che la cultura paesaggista viva prevalentemente tra l'Inghilterra e il mediterraneo, nonostante Parigi resti comunque centrale per il contributo fornito rispetto alcune tecniche relative alla costruzione del giardino. Molti sono gli esponenti della cultura anglosassone, russi e tedeschi, che sulle rive del mediterraneo costruirono suggestive dimore caratterizzate da giardini unici, nei quali in un'armonica mescolanza di stili la macchia mediterranea fu sapientemente fusa con specie botaniche giunte da ogni parte del mondo. Nel 1851 appena venticinquenne Francis Navile Reid, acquista dalla famiglia d'Afflitto, Villa Rufolo a Ravello con il suo territorio adiacente; l'acquisizione della proprietà da parte dello scozzese, segnerà in maniera decisiva il destino contemporaneo di Ravello. Sebbene il restauro dell'antica e cadente villa, affidato da Reid a Michele Ruggiero, fu eseguito in maniera esemplare, si può sostenere che fu proprio il complessivo intervento paesistico promosso da Reid, raffinato botanico dilettante (coadiuvato dal suo giardiniere Luigi Cicalese), ad incidere in maniera decisiva sul complessivo immaginario della Ravello di età contemporanea. Le riqualificazione del giardino di villa Rufolo, locus amoenus che aveva ispirato Boccaccio nella descrizione del giardino paradisiaco narrato nell'Introduzione alla Prima Giornata del Decamerone, divenne l'elemento centrale di un immaginario propizio, che condusse poi Richard Wagner in visita a Ravello del 1880, a trovare proprio a villa Rufolo il giardino di Klingsor del Parsifal. Palinsesto di più stagioni artistiche, il giardino di villa Rufolo con le sue terrazze sospese tra il cielo e il mare della costiera Amalfitana, ha contribuito alla costituzione un paesaggio significativo sia immaginario che reale, che farà la fortuna turistica e culturale del luogo.
Il giardino di Villa Rufolo a Ravello e la sua riqualificazione ottocentesca ad opera di Francis Nevile Reid
Bertoli B.
2023
Abstract
In Europa, dalla metà dell'Ottocento a tutto il Novecento, si può sostenere che la cultura paesaggista viva prevalentemente tra l'Inghilterra e il mediterraneo, nonostante Parigi resti comunque centrale per il contributo fornito rispetto alcune tecniche relative alla costruzione del giardino. Molti sono gli esponenti della cultura anglosassone, russi e tedeschi, che sulle rive del mediterraneo costruirono suggestive dimore caratterizzate da giardini unici, nei quali in un'armonica mescolanza di stili la macchia mediterranea fu sapientemente fusa con specie botaniche giunte da ogni parte del mondo. Nel 1851 appena venticinquenne Francis Navile Reid, acquista dalla famiglia d'Afflitto, Villa Rufolo a Ravello con il suo territorio adiacente; l'acquisizione della proprietà da parte dello scozzese, segnerà in maniera decisiva il destino contemporaneo di Ravello. Sebbene il restauro dell'antica e cadente villa, affidato da Reid a Michele Ruggiero, fu eseguito in maniera esemplare, si può sostenere che fu proprio il complessivo intervento paesistico promosso da Reid, raffinato botanico dilettante (coadiuvato dal suo giardiniere Luigi Cicalese), ad incidere in maniera decisiva sul complessivo immaginario della Ravello di età contemporanea. Le riqualificazione del giardino di villa Rufolo, locus amoenus che aveva ispirato Boccaccio nella descrizione del giardino paradisiaco narrato nell'Introduzione alla Prima Giornata del Decamerone, divenne l'elemento centrale di un immaginario propizio, che condusse poi Richard Wagner in visita a Ravello del 1880, a trovare proprio a villa Rufolo il giardino di Klingsor del Parsifal. Palinsesto di più stagioni artistiche, il giardino di villa Rufolo con le sue terrazze sospese tra il cielo e il mare della costiera Amalfitana, ha contribuito alla costituzione un paesaggio significativo sia immaginario che reale, che farà la fortuna turistica e culturale del luogo.File | Dimensione | Formato | |
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