Il contributo è dedicato ai dati riferibili alla presenza di monete puniche come «offerte di fondazione» e «depositi di fondazione» nei contesti archeologici del Mediterraneo Occidentale. La documentazione raccolta, pertinente ad ambiti successivi alla fine del V secolo a.C., evidenzia una scarsa attenzione a tale pratica, anche se l'uso di deporre oggetti (senza monete) è attestato nel mondo fenicio-punico nelle fosse di fondazione in prossimità di cinte murarie, templi ed altri edifici. Il deposito rituale di una moneta, forse emessa da una zecca sarda, è documentato a Cartagine sulla collina di Byrsa. Alcune monete sono state ritrovate anche nell'area del tofet ai piedi delle stele In Sardegna depositi rituali di monete sono stati rinvenuti nel tempio di Antas in uno strato di riempimento e a Tharros nel tempio delle semicolonne e nell'area del tofet. Decisamente più ricchi sono i depositi votivi di tradizione nuragica nei quali le monete sono affiancate da altri oggetti. Nel nuraghe Lugherras di Paulilatino (IV-I secolo a.C.) ad esempio sono state rinvenute anche lucerne e terrecotte votive. Nella penisola italica depositi votivi con monete puniche sono stati rinvenuti in Etruria a partire dalla metà del IV secolo a.C., lungo la costa e lungo itinerari commerciali verso l'entroterra. Emissioni appartenenti a serie databili tra il 264 ed il 238 a.C. sono concentrate nell'area costiera. A Satrico (Lazio) quattro monete bronzee puniche facevano parte di un deposito votivo d'epoca ellenistica. Depositi rituali di monete puniche sono attestati anche lungo la costa del mediterraneo occidentale a Olbia di Provenza e a Valentia, ma anche assai lontano dalle rotte com- merciali puniche: in Belgio una moneta punica è stata rinvenuta insieme ad altre 33 emissioni romane e celtiche in un deposito rituale nei pressi di Namur
Le monete puniche e neopuniche nei depositi votivi. Spunti per una riflessione
2023
Abstract
Il contributo è dedicato ai dati riferibili alla presenza di monete puniche come «offerte di fondazione» e «depositi di fondazione» nei contesti archeologici del Mediterraneo Occidentale. La documentazione raccolta, pertinente ad ambiti successivi alla fine del V secolo a.C., evidenzia una scarsa attenzione a tale pratica, anche se l'uso di deporre oggetti (senza monete) è attestato nel mondo fenicio-punico nelle fosse di fondazione in prossimità di cinte murarie, templi ed altri edifici. Il deposito rituale di una moneta, forse emessa da una zecca sarda, è documentato a Cartagine sulla collina di Byrsa. Alcune monete sono state ritrovate anche nell'area del tofet ai piedi delle stele In Sardegna depositi rituali di monete sono stati rinvenuti nel tempio di Antas in uno strato di riempimento e a Tharros nel tempio delle semicolonne e nell'area del tofet. Decisamente più ricchi sono i depositi votivi di tradizione nuragica nei quali le monete sono affiancate da altri oggetti. Nel nuraghe Lugherras di Paulilatino (IV-I secolo a.C.) ad esempio sono state rinvenute anche lucerne e terrecotte votive. Nella penisola italica depositi votivi con monete puniche sono stati rinvenuti in Etruria a partire dalla metà del IV secolo a.C., lungo la costa e lungo itinerari commerciali verso l'entroterra. Emissioni appartenenti a serie databili tra il 264 ed il 238 a.C. sono concentrate nell'area costiera. A Satrico (Lazio) quattro monete bronzee puniche facevano parte di un deposito votivo d'epoca ellenistica. Depositi rituali di monete puniche sono attestati anche lungo la costa del mediterraneo occidentale a Olbia di Provenza e a Valentia, ma anche assai lontano dalle rotte com- merciali puniche: in Belgio una moneta punica è stata rinvenuta insieme ad altre 33 emissioni romane e celtiche in un deposito rituale nei pressi di Namur| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
prod_491558-doc_205264.pdf
accesso aperto
Descrizione: Le monete puniche e neopuniche nei depositi votivi. Spunti per una riflessione
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Dimensione
1.98 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.98 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


