Pompei rappresenta una delle aree archeologiche più famose al mondo e al contempo una delle più fragili. La conservazione dei resti archeologici di Pompei costituisce, infatti, una delle sfide più complesse per chi opera in tale straordinario contesto, richiedendo non solo ingenti risorse e grandi competenze, ma comportando la necessità di sostituire il tradizionale approccio al restauro con quello di una manutenzione programmata. In una tale ottica, come ha ben mostrato l'esempio del "Grande Progetto Pompei" che della manutenzione programmata ha fatto il fulcro intorno della sua azione di prevenzione, diventa essenziale disporre di un piano della conoscenza della città che offra un livello di dettaglio sufficiente a supportare l'azione concreta, sia conoscitiva che di restauro. È proprio sulla conoscenza che le tecnologie oggi offrono un'ampia varietà di strumenti capaci di favorire quei processi di raccolta, gestione, analisi e condivisione di dati e informazioni. Il Pompeii Sustainaible Preservation Project (PSPP), un progetto multidisciplinare di ricerca internazionale guidato dal Fraunhofer Institut für Bauhysik e dall'Istituto di restauro della Technische Universität di Monaco, opera fin dal 2014 all'interno dello straordinario contesto della necropoli di Porta Nocera sviluppando, sotto la responsabilità scientifica del Parco Archeologico di Pompei, metodologie e materiali innovativi per il restauro architettonico e formando al contempo nuove generazioni di studiosi. Al PSPP ha preso parte fin dal suo inizio un team di specialisti dell'Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali di Catania (oggi confluito nell'Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale, ISPC-CNR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, conducendo un'intensa campagna di documentazione dei resti monumentali presenti nell'intera necropoli. Partendo da una riflessione metodologica sul ruolo del rilievo, della rappresentazione digitale e delle più recenti tecnologie applicate alla gestione e all'analisi del dato su base spaziale tridimensionale, il presente lavoro intende illustrare i risultati conseguiti nella progettazione e sviluppo di un sistema informativo che, tenendo conto dell'estrema complessità sia della ricerca archeologica in ambito funerario, sia delle strategie di restauro, utilizzi i dati prodotti nell'ambito del PSPP per fornire una base di conoscenza capace di supportare le future azioni di conoscenza, ricerca, tutela e valorizzazione nello splendido contesto della necropoli di Porta Nocera.

La Necropoli di Porta Nocera a Pompei e il Sistema informative del Pompeii Sustainable Preservation Project. Soluzioni informatiche per l'analisi e la gestione del dato archeologico.

Mazzaglia A
2019

Abstract

Pompei rappresenta una delle aree archeologiche più famose al mondo e al contempo una delle più fragili. La conservazione dei resti archeologici di Pompei costituisce, infatti, una delle sfide più complesse per chi opera in tale straordinario contesto, richiedendo non solo ingenti risorse e grandi competenze, ma comportando la necessità di sostituire il tradizionale approccio al restauro con quello di una manutenzione programmata. In una tale ottica, come ha ben mostrato l'esempio del "Grande Progetto Pompei" che della manutenzione programmata ha fatto il fulcro intorno della sua azione di prevenzione, diventa essenziale disporre di un piano della conoscenza della città che offra un livello di dettaglio sufficiente a supportare l'azione concreta, sia conoscitiva che di restauro. È proprio sulla conoscenza che le tecnologie oggi offrono un'ampia varietà di strumenti capaci di favorire quei processi di raccolta, gestione, analisi e condivisione di dati e informazioni. Il Pompeii Sustainaible Preservation Project (PSPP), un progetto multidisciplinare di ricerca internazionale guidato dal Fraunhofer Institut für Bauhysik e dall'Istituto di restauro della Technische Universität di Monaco, opera fin dal 2014 all'interno dello straordinario contesto della necropoli di Porta Nocera sviluppando, sotto la responsabilità scientifica del Parco Archeologico di Pompei, metodologie e materiali innovativi per il restauro architettonico e formando al contempo nuove generazioni di studiosi. Al PSPP ha preso parte fin dal suo inizio un team di specialisti dell'Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali di Catania (oggi confluito nell'Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale, ISPC-CNR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, conducendo un'intensa campagna di documentazione dei resti monumentali presenti nell'intera necropoli. Partendo da una riflessione metodologica sul ruolo del rilievo, della rappresentazione digitale e delle più recenti tecnologie applicate alla gestione e all'analisi del dato su base spaziale tridimensionale, il presente lavoro intende illustrare i risultati conseguiti nella progettazione e sviluppo di un sistema informativo che, tenendo conto dell'estrema complessità sia della ricerca archeologica in ambito funerario, sia delle strategie di restauro, utilizzi i dati prodotti nell'ambito del PSPP per fornire una base di conoscenza capace di supportare le future azioni di conoscenza, ricerca, tutela e valorizzazione nello splendido contesto della necropoli di Porta Nocera.
2019
Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali - IBAM - Sede Catania
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
9788889375259
Pompei
Pompeii
Porta Nocera
PSPP
Informatica applicata all'archeologia
GIS
Database for cultural heritage management
Archeologia funeraria
Rilievo topografico
Restituzione digitale
Restauro monumenti antichi
Monitoraggio
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
prod_491752-doc_205221.pdf

accesso aperto

Descrizione: La Necropoli di Porta Nocera a Pompei e il Sistema informative del Pompeii Sustainable Preservation Project
Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Dimensione 2.29 MB
Formato Adobe PDF
2.29 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/452891
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact