La città di Roma sorge sopra una complessa rete di cavità sotterranee, per gran parte ancora sconosciuta, prodotta dalle attività umane, a varie riprese, in più di duemila anni di storia della città. Gli ambienti sotterranei sono talvolta talmente estesi che costituiscono una città sotto la città.La tipologia più diffusa di ambienti ipogei è costituita dalle cave per l'estrazione di tufo e pozzolana, utilizzate sia in tempi antichi, dall'epoca romana, che in tempi recenti, fino ai primi decenni del '900. Seguono ulteriori tipologie di ambienti ipogei, quali i cunicoli idraulici, le cisterne, ipogei di culto pagani.Le cave di materiali sono state utilizzate nei primi secoli d. C. come cimiteri, altri cimiteri cristiani o ebraici furono realizzati sino al IV sec. d. C. e frequentati sino all'epoca medioevale. Negli anni venti e trenta del novecento ulteriori cave di materiali sono state realizzate alle periferie della città per la costruzioni di edifici pubblici, quali gli ospedali, ovvero per il recupero di inerti per il calcestruzzo (cave di ghiaia). Inoltre, durante il secondo conflitto mondiale molte delle cave furono utilizzate come ricoveri e rifugi antiaerei, nonché come depositi militari. Al termine della guerra e in anni più recenti le cave vennero riutilizzate come fungaie, magazzini, ricoveri di pastori.Numerosissime sono le cavità sotterranee di cui si è persa la memoria e di cui la rapida espansione urbana, in particolar modo quella dagli anni '50 agli anni '70 del secolo scorso, non ha tenuto assolutamente conto, obliterandone spesso gli accessi e realizzando in molti casi dei riempimenti soltanto parziali.Le cave realizzate in epoca romana, con il sistema a camere e pilastri, prevedevano ambienti larghi 2-3 metri ed alti da 2 a 5 metri. I pilastri erano solitamente di 5-6 metri di larghezza.La presenza di cavità sotterranee in particolari condizioni di instabilità provoca il crollo degli strati più superficiali del terreno con la formazione di voragini in superficie (sinkhole antropogenici).Negli ultimi dieci anni si è assistito al triplicarsi dei fenomeni, con la frequenza di una voragine ogni tre giorni.
Roma città sotterranea: storia di coltivazioni e pericolosità al dissesto
Ciotoli G;
2023
Abstract
La città di Roma sorge sopra una complessa rete di cavità sotterranee, per gran parte ancora sconosciuta, prodotta dalle attività umane, a varie riprese, in più di duemila anni di storia della città. Gli ambienti sotterranei sono talvolta talmente estesi che costituiscono una città sotto la città.La tipologia più diffusa di ambienti ipogei è costituita dalle cave per l'estrazione di tufo e pozzolana, utilizzate sia in tempi antichi, dall'epoca romana, che in tempi recenti, fino ai primi decenni del '900. Seguono ulteriori tipologie di ambienti ipogei, quali i cunicoli idraulici, le cisterne, ipogei di culto pagani.Le cave di materiali sono state utilizzate nei primi secoli d. C. come cimiteri, altri cimiteri cristiani o ebraici furono realizzati sino al IV sec. d. C. e frequentati sino all'epoca medioevale. Negli anni venti e trenta del novecento ulteriori cave di materiali sono state realizzate alle periferie della città per la costruzioni di edifici pubblici, quali gli ospedali, ovvero per il recupero di inerti per il calcestruzzo (cave di ghiaia). Inoltre, durante il secondo conflitto mondiale molte delle cave furono utilizzate come ricoveri e rifugi antiaerei, nonché come depositi militari. Al termine della guerra e in anni più recenti le cave vennero riutilizzate come fungaie, magazzini, ricoveri di pastori.Numerosissime sono le cavità sotterranee di cui si è persa la memoria e di cui la rapida espansione urbana, in particolar modo quella dagli anni '50 agli anni '70 del secolo scorso, non ha tenuto assolutamente conto, obliterandone spesso gli accessi e realizzando in molti casi dei riempimenti soltanto parziali.Le cave realizzate in epoca romana, con il sistema a camere e pilastri, prevedevano ambienti larghi 2-3 metri ed alti da 2 a 5 metri. I pilastri erano solitamente di 5-6 metri di larghezza.La presenza di cavità sotterranee in particolari condizioni di instabilità provoca il crollo degli strati più superficiali del terreno con la formazione di voragini in superficie (sinkhole antropogenici).Negli ultimi dieci anni si è assistito al triplicarsi dei fenomeni, con la frequenza di una voragine ogni tre giorni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.