L'esplorazione speleologica è ormai una delle poche attività di documentazione geografica inedita che si possono svolgere nel nostro pianeta. Essa implica la ricerca e la descrizione sistematica del mondo sotterraneo, in particolare delle grotte ma anche degli ambienti superficiali che le ospitano. Si tratta dunque di una disciplina scientifica che abbraccia un ampio spettro di studi che riguardano sia i settori delle geoscienze (come la geologia, mineralogia, idrogeologia, ecc.) che aspetti naturalistici (la biospeleologia, la microbiologia e l'ecologia) e umanistici (paleoetnologia, archeologia, ecc.). A differenza della maggior parte delle branche della scienza, condotte da ricercatori specializzati e per lo più afferenti ad organizzazioni accademiche, la ricerca speleologica è portata avanti da gruppi di appassionati: gli speleologi. Il carburante che alimenta la loro articolata attività è la curiosità di esplorare mondi nuovi, spesso remoti e ostili, o la ricerca di una nuova prosecuzione di altri già parzialmente conosciuti. Gli speleologi hanno l'opportunità di osservare luoghi sperduti della Terra: in questo viaggio sotterraneo raggiungono posti sconosciuti, spesso percorrendoli solo in quell'unica occasione e poi lasciandoli nell'oblio. La maggior parte di essi è impegnata attivamente nella mappatura dei vuoti sotterranei e solo marginalmente su altri aspetti ritenuti utili per l'esplorazione, quale l'idrogeologia e la meteorologia ipogea. La preparazione di base che accomuna tutti gli speleologi è infatti la capacità tecnica di spostarsi nel sottosuolo con modalità di progressione complesse e durante lunghe permanenze nell'oscurità, abilità non sempre conseguibile con un diploma di laurea. Per questo motivo il loro contributo risulta fondamentale nello studio di questi ambienti naturali e di grande ausilio per chi raccoglie dati del mondo sotterraneo ai fini applicativi. Negli ultimi anni però l'approccio scientifico alle esplorazioni si è diffuso anche nella comunità speleologica grazie soprattutto ad alcune figure illustri come Giovanni Badino che, facendo parte anche del mondo accademico, ha contaminato il resto della collettività con la sua passione nel trasformare i risultati delle esplorazioni in qualcosa di più utile per la società, fatto che in genere fino a qualche decennio fa era precluso agli esploratori. Nel prendere coscienza delle potenzialità che gli speleologi offrono alla ricerca scientifica degli ambienti carsici, questa Tavola Rotonda, intitolata appunto "Raccolta di informazioni e dati durante le esplorazioni", è stata un'occasione per illustrare il contributo della speleologia "fatta in casa" alla scienza con la S maiuscola, ma soprattutto per far emergere come le semplici osservazioni sul campo possano contribuire al crescere delle conoscenze su questi ambienti nascosti anche se i protagonisti non posseggono competenze specifiche.
Raccolta di informazioni e dati durante le esplorazioni
Laura Sanna;
2022
Abstract
L'esplorazione speleologica è ormai una delle poche attività di documentazione geografica inedita che si possono svolgere nel nostro pianeta. Essa implica la ricerca e la descrizione sistematica del mondo sotterraneo, in particolare delle grotte ma anche degli ambienti superficiali che le ospitano. Si tratta dunque di una disciplina scientifica che abbraccia un ampio spettro di studi che riguardano sia i settori delle geoscienze (come la geologia, mineralogia, idrogeologia, ecc.) che aspetti naturalistici (la biospeleologia, la microbiologia e l'ecologia) e umanistici (paleoetnologia, archeologia, ecc.). A differenza della maggior parte delle branche della scienza, condotte da ricercatori specializzati e per lo più afferenti ad organizzazioni accademiche, la ricerca speleologica è portata avanti da gruppi di appassionati: gli speleologi. Il carburante che alimenta la loro articolata attività è la curiosità di esplorare mondi nuovi, spesso remoti e ostili, o la ricerca di una nuova prosecuzione di altri già parzialmente conosciuti. Gli speleologi hanno l'opportunità di osservare luoghi sperduti della Terra: in questo viaggio sotterraneo raggiungono posti sconosciuti, spesso percorrendoli solo in quell'unica occasione e poi lasciandoli nell'oblio. La maggior parte di essi è impegnata attivamente nella mappatura dei vuoti sotterranei e solo marginalmente su altri aspetti ritenuti utili per l'esplorazione, quale l'idrogeologia e la meteorologia ipogea. La preparazione di base che accomuna tutti gli speleologi è infatti la capacità tecnica di spostarsi nel sottosuolo con modalità di progressione complesse e durante lunghe permanenze nell'oscurità, abilità non sempre conseguibile con un diploma di laurea. Per questo motivo il loro contributo risulta fondamentale nello studio di questi ambienti naturali e di grande ausilio per chi raccoglie dati del mondo sotterraneo ai fini applicativi. Negli ultimi anni però l'approccio scientifico alle esplorazioni si è diffuso anche nella comunità speleologica grazie soprattutto ad alcune figure illustri come Giovanni Badino che, facendo parte anche del mondo accademico, ha contaminato il resto della collettività con la sua passione nel trasformare i risultati delle esplorazioni in qualcosa di più utile per la società, fatto che in genere fino a qualche decennio fa era precluso agli esploratori. Nel prendere coscienza delle potenzialità che gli speleologi offrono alla ricerca scientifica degli ambienti carsici, questa Tavola Rotonda, intitolata appunto "Raccolta di informazioni e dati durante le esplorazioni", è stata un'occasione per illustrare il contributo della speleologia "fatta in casa" alla scienza con la S maiuscola, ma soprattutto per far emergere come le semplici osservazioni sul campo possano contribuire al crescere delle conoscenze su questi ambienti nascosti anche se i protagonisti non posseggono competenze specifiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.