Innovazione digitale e futuro della globalizzazione. Le grandi sfide del Duemila osservate nella prospettiva di Paul Virilio

This article investigates some fundamental trends of our time from a perspec- tive inspired by Paul Virilio's «dromology». Described as the «science» or «lo- gic» of «speed», «dromology» aims to account for how the accelerated changes induced by the globalization of the dominance of technology affect our perception of space-time. Virilio's analysis investigates the effects produced by the telematics re- volution to which he attributes the power to accelerate communications but only at the cost of inhibiting our capacity for representation. The author inscribes these out- comes within the framework of major contemporary catastrophes. In a context in which computerization is about to infiltrate every practice of life, critical confron- tation with «dromology» is proposed here as an inescapable step. An opportunity to reflect more deeply on the use (or misuse) of info-technologies, but also to let, by contrast, an alternative thesis to the techno-pessimistic one of catastrophes, emerge.

Questo articolo indaga alcune tendenze fondamentali del nostro tempo in una prospettiva ispirata dalla «dromologia» di Paul Virilio. Descritta come «scienza» o «logica» della velocità, la «dromologia» ambisce a render conto di conto di come i mutamenti accelerati indotti dalla globalizzazione del dominio della tecnica incidano sulla nostra percezione dello spazio-tempo. L'analisi di Virilio indaga gli effetti prodotti dalla rivoluzione telematica a cui imputa il potere di accelerare le comunicazioni ma solo al prezzo di inibire la nostra capacità di rappresentazione. L'autore iscrive questi esiti nel quadro delle grandi catastrofi contemporanee. In un contesto in cui l'informatizzazione si appresta ad infiltrare ogni prassi di vita, il confronto critico con la "dromologia" viene qui proposto come un passaggio ineludibile. Un'opportunità per riflettere più a fondo sull'uso (o l'abuso) delle info-tecnologie, ma anche per lasciar emergere, per contrasto, una tesi alternativa a quella tecno-pessimistica della catastrofe.