Il patrimonio culturale rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle città e lo possiamo considerare un 'bene comune' per lo sviluppo della comunità, strettamente connesso alla sua identità e cultura. La Convenzione di Faro in questo senso, stimola gli Stati membri a "riconoscere l'interesse pubblico associato agli elementi dell'eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società" (art. 5)2. La Convenzione sollecita gli Stati a promuovere processi di valorizzazione partecipativi fondati sulla sinergia fra istituzioni, cittadini, associazioni, definendoli una Heritage Community, costituita da "persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici del patrimonio culturale che desiderano, nel quadro di un'azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future" (art. 2).In questo contesto, appaiono interessanti i processi decisionali collaborativi e la loro stretta integrazione con i beni comuni5 e il patrimonio culturale. In particolare, il riconoscimento del patrimonio culturale come bene comune può consentire di costruire quelle condizioni di common ground che Elinor Ostrom reputa fondamentali per realizzare la fiducia, l'affidabilità e la reciprocità tra i membri della comunitàIl contributo, dopo aver presentato il framework per una 'Cultural Commons Valorization', espone l'esperienza dei 'Friends of Molo San Vincenzo' (FMSV) che rappresentano l'esito applicativo del progetto di Action Research. Nati nel 2015, i FMSV hanno l'obiettivo di valorizzare il Molo San Vincenzo attivando processi decisionali collaborativi. Successivamente, si espongono i risultati del 'Self-Assessment',uno degli steps del 'Faro Process', basato sui principi e i criteri della Convenzione di Faro, con cui la Heritage Community dei FMSV ha autovalutato le azioni svolte. Infine, questa è stata l'occasione per testare lo strumento di autovalutazione individuandone potenzialità e criticità.
Gli amici del Molo San Vincenzo: una comunità patrimoniale per il recupero del molo borbonico nel porto di Napoli
Giovene di Girasole E.
2023
Abstract
Il patrimonio culturale rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle città e lo possiamo considerare un 'bene comune' per lo sviluppo della comunità, strettamente connesso alla sua identità e cultura. La Convenzione di Faro in questo senso, stimola gli Stati membri a "riconoscere l'interesse pubblico associato agli elementi dell'eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società" (art. 5)2. La Convenzione sollecita gli Stati a promuovere processi di valorizzazione partecipativi fondati sulla sinergia fra istituzioni, cittadini, associazioni, definendoli una Heritage Community, costituita da "persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici del patrimonio culturale che desiderano, nel quadro di un'azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future" (art. 2).In questo contesto, appaiono interessanti i processi decisionali collaborativi e la loro stretta integrazione con i beni comuni5 e il patrimonio culturale. In particolare, il riconoscimento del patrimonio culturale come bene comune può consentire di costruire quelle condizioni di common ground che Elinor Ostrom reputa fondamentali per realizzare la fiducia, l'affidabilità e la reciprocità tra i membri della comunitàIl contributo, dopo aver presentato il framework per una 'Cultural Commons Valorization', espone l'esperienza dei 'Friends of Molo San Vincenzo' (FMSV) che rappresentano l'esito applicativo del progetto di Action Research. Nati nel 2015, i FMSV hanno l'obiettivo di valorizzare il Molo San Vincenzo attivando processi decisionali collaborativi. Successivamente, si espongono i risultati del 'Self-Assessment',uno degli steps del 'Faro Process', basato sui principi e i criteri della Convenzione di Faro, con cui la Heritage Community dei FMSV ha autovalutato le azioni svolte. Infine, questa è stata l'occasione per testare lo strumento di autovalutazione individuandone potenzialità e criticità.| File | Dimensione | Formato | |
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