Lo spreco di cibo ha ricevuto crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica, del mondo scientifico e di quello politico non solo per le gravi dimensioni del fenomeno (Gustavsson et al., 2011), ma anche per il suo complesso significato sociale, economico, ambientale ed etico. Nelle mense scolastiche gli scarti alimentari sono particolarmente rilevanti sia per la loro quantità (secondo Boschini et al., 2020, lo scarto medio nei refettori italiani si aggira intorno al 30%, ma per alcuni alimenti come legumi, verdure e pesce, ben oltre la metà della porzione finisce nella spazzatura) sia per le peculiarità dell’ambiente in cui sono prodotti. Le mense scolastiche, infatti, sono luoghi di apprendimento di conoscenze, competenze e comportamenti che contribuiscono a formare cittadini consapevoli e responsabili nelle scelte che hanno degli effetti sul loro benessere e quello del pianeta (Weaver-Hightower, 2011). Le mense sono anche luoghi di espressione di comportamenti collettivi diversi da quelli individuali (Benn e Carlsson, 2014). Infine, le scelte che si determinano nei refettori e nell’intero sistema della refezione scolastica hanno effetti su tutta la filiera agroalimentare (Morgan and Sonnino, 2008). Pertanto, considerati i numeri della popolazione scolastica che mangia in mensa, l’entità degli scarti medi e i molteplici valori del pasto scolastico, la riduzione dello spreco è urgente e prioritaria tra le sfide per comunità locali più giuste e sostenibili. Il progetto “Giochiamo a non sprecare!” è un’iniziativa tesa a ridurre gli scarti di cibo generati nelle scuole dell’infanzia e primarie della città di Grugliasco, in provincia di Torino. All’iniziativa partecipa una ‘comunità di interesse’ che include tutta la popolazione scolastica (studenti, insegnanti, dirigenti e genitori), gli attori del sistema della refezione (Comune, aziende della ristorazione, commissioni mensa), ricercatori e associazioni del Terzo Settore che si occupano di educazione ambientale, spreco e sicurezza alimentare. Il tema dello spreco di cibo è affrontato con un approccio integrato, attraverso tre principali strategie di intervento: (a) attività di citizen science per misurare e ridurre lo spreco nei refettori; (b) supporto tecnico e consulenza per i decisori; e (c) sensibilizzazione ed educazione orientate alla creazione di consapevolezza e senso di responsabilità tra i soggetti coinvolti, al fine di prevenire lo spreco. Il progetto è orientato alla partecipazione attiva dei membri della comunità che permette di riconoscere le cause dei problemi e determinare una trasformazione positiva, sistemica e sostenibile (Weaver, 2016). Il coinvolgimento profondo della comunità, che ha l’opportunità non solo di partecipare, ma anche di definire e condurre le attività, permette di sviluppare le competenze e la fiducia necessarie a perseguire i risultati attesi (Brown e Baker, 2019). In vista dell’implementazione del progetto (anno scolastico 2023/2024), è condotta una riflessione sui fattori in grado di favorire il coinvolgimento etico ed efficace dei membri della comunità. A tal fine è realizzata una review della letteratura sulle iniziative di comunità tese alla trasformazione sociale e sostenibile che abbiano come focus lo spreco alimentare. I risultati contribuiscono alla progettazione e alla pratica di processi trasformativi di comunità.

Iniziative di comunità per combattere lo spreco alimentare nelle mense scolastiche: come disegnare azioni etiche ed efficaci

Elena Pagliarino
2024

Abstract

Lo spreco di cibo ha ricevuto crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica, del mondo scientifico e di quello politico non solo per le gravi dimensioni del fenomeno (Gustavsson et al., 2011), ma anche per il suo complesso significato sociale, economico, ambientale ed etico. Nelle mense scolastiche gli scarti alimentari sono particolarmente rilevanti sia per la loro quantità (secondo Boschini et al., 2020, lo scarto medio nei refettori italiani si aggira intorno al 30%, ma per alcuni alimenti come legumi, verdure e pesce, ben oltre la metà della porzione finisce nella spazzatura) sia per le peculiarità dell’ambiente in cui sono prodotti. Le mense scolastiche, infatti, sono luoghi di apprendimento di conoscenze, competenze e comportamenti che contribuiscono a formare cittadini consapevoli e responsabili nelle scelte che hanno degli effetti sul loro benessere e quello del pianeta (Weaver-Hightower, 2011). Le mense sono anche luoghi di espressione di comportamenti collettivi diversi da quelli individuali (Benn e Carlsson, 2014). Infine, le scelte che si determinano nei refettori e nell’intero sistema della refezione scolastica hanno effetti su tutta la filiera agroalimentare (Morgan and Sonnino, 2008). Pertanto, considerati i numeri della popolazione scolastica che mangia in mensa, l’entità degli scarti medi e i molteplici valori del pasto scolastico, la riduzione dello spreco è urgente e prioritaria tra le sfide per comunità locali più giuste e sostenibili. Il progetto “Giochiamo a non sprecare!” è un’iniziativa tesa a ridurre gli scarti di cibo generati nelle scuole dell’infanzia e primarie della città di Grugliasco, in provincia di Torino. All’iniziativa partecipa una ‘comunità di interesse’ che include tutta la popolazione scolastica (studenti, insegnanti, dirigenti e genitori), gli attori del sistema della refezione (Comune, aziende della ristorazione, commissioni mensa), ricercatori e associazioni del Terzo Settore che si occupano di educazione ambientale, spreco e sicurezza alimentare. Il tema dello spreco di cibo è affrontato con un approccio integrato, attraverso tre principali strategie di intervento: (a) attività di citizen science per misurare e ridurre lo spreco nei refettori; (b) supporto tecnico e consulenza per i decisori; e (c) sensibilizzazione ed educazione orientate alla creazione di consapevolezza e senso di responsabilità tra i soggetti coinvolti, al fine di prevenire lo spreco. Il progetto è orientato alla partecipazione attiva dei membri della comunità che permette di riconoscere le cause dei problemi e determinare una trasformazione positiva, sistemica e sostenibile (Weaver, 2016). Il coinvolgimento profondo della comunità, che ha l’opportunità non solo di partecipare, ma anche di definire e condurre le attività, permette di sviluppare le competenze e la fiducia necessarie a perseguire i risultati attesi (Brown e Baker, 2019). In vista dell’implementazione del progetto (anno scolastico 2023/2024), è condotta una riflessione sui fattori in grado di favorire il coinvolgimento etico ed efficace dei membri della comunità. A tal fine è realizzata una review della letteratura sulle iniziative di comunità tese alla trasformazione sociale e sostenibile che abbiano come focus lo spreco alimentare. I risultati contribuiscono alla progettazione e alla pratica di processi trasformativi di comunità.
2024
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
978-88-85313-63-7
spreco di cibo, bambini, scuole, approccio community-based, citizen science
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/467761
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