L’articolo propone una lettura incrociata dei più recenti dati vulcanologici disponibili per Catania, con le stratigrafie archeologiche e le fonti letterarie relative alla grande eruzione pliniana dell’Etna nel 122 a.C. Su questa base, è possibile ricostruire la grande portata di questo traumatico evento naturale e avanzare alcune considerazioni sull’impatto sulla città di Catania e il suo territorio tra l’età tardo-repubblicana e l’Alto Impero. L’esame del dato archeologico nei singoli contesti qui analizzati indica, infatti, come Catania si sia confrontata a lungo con la ricostruzione, con velocità e in modi diversi. La capacità di ripresa dei gruppi sociali la cui sussistenza era basata sullo sfruttamento agricolo mostra un particolare e lungo affanno, mentre in città il panorama appare più articolato e la reazione talora piuttosto tempestiva: in alcuni casi più puntuali, grazie alla capacità di resilienza dei privati cittadini, col ripristino non differibile delle abitazioni; in altri, sempre nel caso di interventi indispensabili alla vita della città, con uno sforzo che dà la misura della portata dell’eruzione, e cioè col ripristino degli assi viari avvenuto per sovrapposizione di un nuovo battuto allo strato di cenere anziché attraverso lo sgombero. Infine, attraverso una grande fase profondamente trasformativa solo a partire dall’età augustea.
Disastri naturali e risposta umana: la collina di Montevergine a Catania. Tra dati archeologici e geospaziali
Francesca Buscemi
;Antonino Mazzaglia;
2024
Abstract
L’articolo propone una lettura incrociata dei più recenti dati vulcanologici disponibili per Catania, con le stratigrafie archeologiche e le fonti letterarie relative alla grande eruzione pliniana dell’Etna nel 122 a.C. Su questa base, è possibile ricostruire la grande portata di questo traumatico evento naturale e avanzare alcune considerazioni sull’impatto sulla città di Catania e il suo territorio tra l’età tardo-repubblicana e l’Alto Impero. L’esame del dato archeologico nei singoli contesti qui analizzati indica, infatti, come Catania si sia confrontata a lungo con la ricostruzione, con velocità e in modi diversi. La capacità di ripresa dei gruppi sociali la cui sussistenza era basata sullo sfruttamento agricolo mostra un particolare e lungo affanno, mentre in città il panorama appare più articolato e la reazione talora piuttosto tempestiva: in alcuni casi più puntuali, grazie alla capacità di resilienza dei privati cittadini, col ripristino non differibile delle abitazioni; in altri, sempre nel caso di interventi indispensabili alla vita della città, con uno sforzo che dà la misura della portata dell’eruzione, e cioè col ripristino degli assi viari avvenuto per sovrapposizione di un nuovo battuto allo strato di cenere anziché attraverso lo sgombero. Infine, attraverso una grande fase profondamente trasformativa solo a partire dall’età augustea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.