La diffusione del COVID-19 ha comportato cambiamenti epocali nell’interazione umana, per via della riduzione dei contatti diretti in ambiti formali e informali, lavorativi, familiari e amicali e la loro trasposizione in ambiente virtuale. Ciò ha ampliato i divari e l’isolamento sociale (Segre et al. 2021; Tintori 2021; Xie et al. 2020) e amplificato i disagi psicologici (Cerbara et al. 2020; Tintori et al., 2023a). In ragione di questa accentuata complessità interazionale, il ruolo delle scienze sociali è stato negli ultimi anni ancor più decisivo per l’analisi degli effetti psicosociali della pandemia, a partire dall’ormai evidente scadimento del benessere relazionale. Secondo il più grande studio nazionale condotto dalla pandemia dal gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazioni e Metodi (MUSA) del CNR-IRPPS, che raccolse oltre 140.000 interviste, le principali vittime del distanziamento fisico e dell’isolamento domestico furono nel 2020 i più giovani, che costretti a una sovraesposizione all’ambiente familiare, in Italia principale luogo di riproduzione delle disuguaglianze sociali (Schizzerotto 2002; Breen 2004), persero per lungo tempo ogni chance di socializzazione secondaria. La popolazione adulta rispose all’incertezza di quel periodo rifugiandosi invece in modelli comportamentali sedimentati in infanzia, ovvero esacerbando l’adesione ai ruoli di genere al punto da innescare una vera e propria regressione culturale (Tintori et al. 2021; Manzo, Minello 2020; Brunori et al. 2020). A partire da evidenze scientifiche tratte da diverse ricerche campionarie e studi condotti dal gruppo MUSA dal 2020 ad oggi, il capitolo delinea le più critiche patologie sociali endemiche, accentuate e generate dalla pandemia tra bambini e adolescenti, prefigurando interventi volti al sostegno del benessere relazionale.
Gli adolescenti nella massa. patologie sociali e interventi su condizionamenti e mutamenti interazionali
Antonio Tintori
Primo
Conceptualization
2024
Abstract
La diffusione del COVID-19 ha comportato cambiamenti epocali nell’interazione umana, per via della riduzione dei contatti diretti in ambiti formali e informali, lavorativi, familiari e amicali e la loro trasposizione in ambiente virtuale. Ciò ha ampliato i divari e l’isolamento sociale (Segre et al. 2021; Tintori 2021; Xie et al. 2020) e amplificato i disagi psicologici (Cerbara et al. 2020; Tintori et al., 2023a). In ragione di questa accentuata complessità interazionale, il ruolo delle scienze sociali è stato negli ultimi anni ancor più decisivo per l’analisi degli effetti psicosociali della pandemia, a partire dall’ormai evidente scadimento del benessere relazionale. Secondo il più grande studio nazionale condotto dalla pandemia dal gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazioni e Metodi (MUSA) del CNR-IRPPS, che raccolse oltre 140.000 interviste, le principali vittime del distanziamento fisico e dell’isolamento domestico furono nel 2020 i più giovani, che costretti a una sovraesposizione all’ambiente familiare, in Italia principale luogo di riproduzione delle disuguaglianze sociali (Schizzerotto 2002; Breen 2004), persero per lungo tempo ogni chance di socializzazione secondaria. La popolazione adulta rispose all’incertezza di quel periodo rifugiandosi invece in modelli comportamentali sedimentati in infanzia, ovvero esacerbando l’adesione ai ruoli di genere al punto da innescare una vera e propria regressione culturale (Tintori et al. 2021; Manzo, Minello 2020; Brunori et al. 2020). A partire da evidenze scientifiche tratte da diverse ricerche campionarie e studi condotti dal gruppo MUSA dal 2020 ad oggi, il capitolo delinea le più critiche patologie sociali endemiche, accentuate e generate dalla pandemia tra bambini e adolescenti, prefigurando interventi volti al sostegno del benessere relazionale.| File | Dimensione | Formato | |
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