Archaeology has always used graphic language to document, reconstruct and interpret traces of the past. Th e archaeological documentation at the time of excavation is very important because archaeology is destructive in itself; in fact in order to investigate the oldest layers it is necessary to remove the most recent ones with the loss of this. As well the drawing of artefacts (masonry, ceramic, glass, bone etc.) has also been, and still is, a fundamental tool for archaeological research. Th ese drawings reproduces in detail the morphological aspects and decorative features. T h is has been the case since the beginning of the discipline, when the expert hand of the surveyor, tracing lines and chiaroscuro, reproduced the artefacts perfectly, up to the present day, even when supplemented by digital reproductions. But graphic representation does not complete its potentials with the technical aspects of data documentation. It is as powerful in the interpretative process as in the communicative one. Indeed, images and three-dimensional reconstructions –based on critical interpretative models resulting from research– are widely used for the dissemination of archaeological studies, acknowledging their strong communicative and evocative power. T h e translation of technical and scientifi c language into images facilitates access to a wide audience, as demonstrated by the many visual storytelling experiences: from comic strips explaining the work of the archaeologist to memes on social networks. Today, archaeological representation is strongly linked to the virtual environment and this increasingly enhances the documentation. Technical and informative representations are increasingly in dialogue thanks to the versatility of digital surveys (point clouds and photorealistic mesh). Th ese often are the basis for the creation of dynamic and interactive virtual environments, aimed at disseminating data and enhancing cultural heritage. Th ere has been a shift from the highly evocative but still two-dimensional perspective illustrations –that characterised most of the panels of the archaeological parks in the past years– to three-dimensional reconstructions developed with computer graphics. Th ese last today can be used in an increasingly engaging, immersive and 360° way.

La disciplina archeologica si avvale da sempre del linguaggio grafi co per la documentazione, ricostru zione e interpretazione delle tracce del passato. Mol ta importanza è riservata al rilievo archeologico in fase di scavo, essendo l’archeologia di per sé distrut tiva a causa dell’evidenza che per arrivare a indagare gli strati più antichi è necessario asportare quelli più recenti. Anche il disegno dei reperti (murari, cera mici, vitrei, ossei ecc.), attività che ripropone nel dettaglio gli aspetti morfologici e le caratteristiche decorative, ha costituito, e costituisce tuttora, uno strumento fondamentale per la ricerca archeologi ca. Questo fi n dagli albori della disciplina, quando la mano esperta del rilevatore, tracciando linee e chiaroscuri, riproduceva alla perfezione i manufat ti, fi no a oggi, sebbene integrato con le riproduzio ni digitali. Ma la rappresentazione grafi ca non esaurisce le sue potenzialità con gli aspetti tecnici fi nalizzati alla documentazione dei dati poiché è altrettanto effi cace nel processo interpretativo e in quello comu nicativo. Infatti, l’uso di immagini e ricostruzioni tridimensionali – realizzate a partire da modelli interpretativi critici scaturiti dalla ricerca – è molto diff uso per la divulgazione della pratica archeologi ca, riconoscendo loro il forte potere comunicativo ed evocativo. La traduzione del linguaggio tecnico e scientifi co in immagini permette di raggiungere un ampio pub blico, come dimostrato dalle tante esperienze di vi sual storytelling: dai fumetti che spiegano il lavoro dell’archeologo ai meme sui social. Oggi la rappresentazione archeologica è fortemente connessa al mondo virtuale e ciò arricchisce sempre più la documentazione dando una nuova dimensione alle immagini e inserendole in sistemi digitali performanti dai forti aspetti comunicativi. La rappresentazione tecnica e quella divulgativa dialogano sempre più grazie alla versatilità dei rilievi digitali (nuvola di punti e mesh fotorealistiche); questi spesso costituiscono la base per la realizzazione di mondi virtuali dinamici e interattivi, fi nalizzati a divulgare i dati e valorizzare il patrimonio culturale. Si è passati dalle illustrazioni prospettiche dal forte potere evocativo, ma pur sempre bidimensionali, che hanno caratterizzato la maggior parte dei pannelli dei parchi archeologici degli anni passati, alle ricostruzioni tridimensionali sviluppate con la computer grafi ca, oggi fruibili in modalità sempre più coinvolgenti, immersive e a 360°

Comunicare l’archeologia con le immagini: dal disegno ricostruttivo alla realtà virtuale / Communicating Archaeology with Images: from Reconstructive Drawing to Virtual Reality

Francesca Savini
Primo
2020

Abstract

Archaeology has always used graphic language to document, reconstruct and interpret traces of the past. Th e archaeological documentation at the time of excavation is very important because archaeology is destructive in itself; in fact in order to investigate the oldest layers it is necessary to remove the most recent ones with the loss of this. As well the drawing of artefacts (masonry, ceramic, glass, bone etc.) has also been, and still is, a fundamental tool for archaeological research. Th ese drawings reproduces in detail the morphological aspects and decorative features. T h is has been the case since the beginning of the discipline, when the expert hand of the surveyor, tracing lines and chiaroscuro, reproduced the artefacts perfectly, up to the present day, even when supplemented by digital reproductions. But graphic representation does not complete its potentials with the technical aspects of data documentation. It is as powerful in the interpretative process as in the communicative one. Indeed, images and three-dimensional reconstructions –based on critical interpretative models resulting from research– are widely used for the dissemination of archaeological studies, acknowledging their strong communicative and evocative power. T h e translation of technical and scientifi c language into images facilitates access to a wide audience, as demonstrated by the many visual storytelling experiences: from comic strips explaining the work of the archaeologist to memes on social networks. Today, archaeological representation is strongly linked to the virtual environment and this increasingly enhances the documentation. Technical and informative representations are increasingly in dialogue thanks to the versatility of digital surveys (point clouds and photorealistic mesh). Th ese often are the basis for the creation of dynamic and interactive virtual environments, aimed at disseminating data and enhancing cultural heritage. Th ere has been a shift from the highly evocative but still two-dimensional perspective illustrations –that characterised most of the panels of the archaeological parks in the past years– to three-dimensional reconstructions developed with computer graphics. Th ese last today can be used in an increasingly engaging, immersive and 360° way.
2020
Istituto per le Tecnologie della Costruzione - ITC - Sede Secondaria L'Aquila
9788899586157
La disciplina archeologica si avvale da sempre del linguaggio grafi co per la documentazione, ricostru zione e interpretazione delle tracce del passato. Mol ta importanza è riservata al rilievo archeologico in fase di scavo, essendo l’archeologia di per sé distrut tiva a causa dell’evidenza che per arrivare a indagare gli strati più antichi è necessario asportare quelli più recenti. Anche il disegno dei reperti (murari, cera mici, vitrei, ossei ecc.), attività che ripropone nel dettaglio gli aspetti morfologici e le caratteristiche decorative, ha costituito, e costituisce tuttora, uno strumento fondamentale per la ricerca archeologi ca. Questo fi n dagli albori della disciplina, quando la mano esperta del rilevatore, tracciando linee e chiaroscuri, riproduceva alla perfezione i manufat ti, fi no a oggi, sebbene integrato con le riproduzio ni digitali. Ma la rappresentazione grafi ca non esaurisce le sue potenzialità con gli aspetti tecnici fi nalizzati alla documentazione dei dati poiché è altrettanto effi cace nel processo interpretativo e in quello comu nicativo. Infatti, l’uso di immagini e ricostruzioni tridimensionali – realizzate a partire da modelli interpretativi critici scaturiti dalla ricerca – è molto diff uso per la divulgazione della pratica archeologi ca, riconoscendo loro il forte potere comunicativo ed evocativo. La traduzione del linguaggio tecnico e scientifi co in immagini permette di raggiungere un ampio pub blico, come dimostrato dalle tante esperienze di vi sual storytelling: dai fumetti che spiegano il lavoro dell’archeologo ai meme sui social. Oggi la rappresentazione archeologica è fortemente connessa al mondo virtuale e ciò arricchisce sempre più la documentazione dando una nuova dimensione alle immagini e inserendole in sistemi digitali performanti dai forti aspetti comunicativi. La rappresentazione tecnica e quella divulgativa dialogano sempre più grazie alla versatilità dei rilievi digitali (nuvola di punti e mesh fotorealistiche); questi spesso costituiscono la base per la realizzazione di mondi virtuali dinamici e interattivi, fi nalizzati a divulgare i dati e valorizzare il patrimonio culturale. Si è passati dalle illustrazioni prospettiche dal forte potere evocativo, ma pur sempre bidimensionali, che hanno caratterizzato la maggior parte dei pannelli dei parchi archeologici degli anni passati, alle ricostruzioni tridimensionali sviluppate con la computer grafi ca, oggi fruibili in modalità sempre più coinvolgenti, immersive e a 360°
cultural heritage, archaeology, interpretation, telling with images, virtual reality
patrimonio culturale, archeologia, interpretazione, raccontare con le immagini, realtà virtuale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/514932
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