Nel corso della campagna di scavo 2014 è stato eseguito un intervento di anastilosi della fontana monumentale (Aghiasma) che si affaccia sul terrazzo mediano del complesso santuariale di San Filippo. Della struttura si conservava un alzato di circa 3 m in precarie condizioni di stabilità e con grosse lacune sui lati est e nord. Si è deciso di consolidare il pilastro sud-ovest dell’ambiente in cui era stata ricavata l’Aghiasma. Il pilastro, largo m 2,30 x 2,60, era visibilmente fuori asse, fortemente inclinato verso ovest, e presentava, soprattutto sulla faccia sud, un forte dissesto imputabile ad eventi sismici. Date queste criticità si è deciso di smontare la struttura pericolante, verificare la stabilità delle sue fondazioni e poi ricostruirla utilizzando gli stessi materiali. Si è proceduto con la documentazione fotografica e grafica delle quattro facce della struttura a cui è seguita una numerazione dei singoli blocchi. Con la gru semovente si è avviato lo smontaggio del settore A che ha permesso di comprendere la tecnica di costruzione del plinto: i blocchi erano stati sistemati, per filari non regolari, sicuramente su tre delle quattro facce e legati da un riempimento interno di malta molto compatta e pietre. È proseguita poi la rimozione degli altri settori (B, C e D) e con la sistemazione a terra dei blocchi in gruppi separati. Sulla facciata sud del pilastro, a partire dal settore D, si apre una nicchia larga m 1,20, profonda 0,70 ed alta 2,50 chiusa da un catino absidale in marmo. Sul muro di fondo della nicchia, tra i blocchi 116 e 117, si conserva, in posizione centrale, un foro quadrangolare ben definito di circa 30 cm. La parte inferiore del pilastro (settori D ed E) era quella visibilmente più danneggiata, con cedimenti e spaccature dovute a sollecitazioni dei movimenti tellurici. Sulla faccia nord si conserva una canaletta verticale tagliata nei blocchi della struttura per alloggiare una conduttura che si collegava al vicino castellum aquae. Adiacente alla faccia nord del pilastro vi era una vasca di forma quadrangolare che si apriva sul terrazzo antistante della quale si conserva solo la parte inferiore. Tra i blocchi impiegati è chiaramente documentato l’utilizzo di elementi architettonici, cornici, architravi e porte di edifici funerari della più antica necropoli romana presente nell’area. Completati gli interventi di pulitura e verificata la solidità delle fondazioni del pilastro è stato avviato il lavoro di anastilosi con l’ausilio della gru semovente. Il plinto è stato ricostruito per un’altezza di m 6,30 dal piano pavimentale del terrazzo. I lavori di anastilosi dell’Aghiasma hanno permesso di recuperare alcuni elementi utili alla comprensione del funzionamento del complesso. Del sistema di adduzione dell’acqua rimane solo la parte di conduttura fittile alloggiata sulla faccia nord del plinto, ma è possibile ipotizzare tutto il suo percorso fino al vicino castellum aquae, costruito in età bizantina insieme al Santuario. Il tubo di 12 cm, a circa m 2 dal livello pavimentale, attraversava tutto il pilastro per fuoriuscire all’interno della nicchia. Non si conservano tracce del dispositivo di fuoriuscita dell’acqua, forse in marmo o metallo, ubicato all’interno del foro nella parte alta della nicchia. Le evidenze archeologiche ci permettono di ricostruire anche il sistema di raccolta: il getto dell’acqua poteva ricadere, da una altezza di circa m 1,50, o all’interno della nicchia oppure direttamente nella vasca antistante. Di particolare interesse per la ricostruzione della presenza e fruizione dell’acqua nello spazio antistante la Chiesa sono i numerosi frammenti di un bacino marmoreo a conchiglia con raffinate baccellature esterne e scanalature interne ma difficilmente raccordabili con il pilastro dell’Aghiasma. Un’ipotesi molto suggestiva è quella ubicare la vasca circolare su un supporto autonomo nello spiazzo davanti alla Chiesa in una posizione forse centrale, come il bacino baccellato ancora visibile, in una sistemazione però recente, all’esterno della chiesa di San Demetrio a Salonicco. Allo stato attuale delle ricerche, tuttavia, l’unica fontana attestata all’esterno della Chiesa di San Filippo è l’Aghiasma che si configura come una semplice struttura a pilastro, ma la sua posizione permette di aggiungere alla funzione ornamentale anche uno scopo, ben più rilevante, di fontana per le abluzioni rituali.
Una fontana per le abluzioni. Il restauro dell’Aghiasma del Santuario di San Filippo
Caggia M. P.
2022
Abstract
Nel corso della campagna di scavo 2014 è stato eseguito un intervento di anastilosi della fontana monumentale (Aghiasma) che si affaccia sul terrazzo mediano del complesso santuariale di San Filippo. Della struttura si conservava un alzato di circa 3 m in precarie condizioni di stabilità e con grosse lacune sui lati est e nord. Si è deciso di consolidare il pilastro sud-ovest dell’ambiente in cui era stata ricavata l’Aghiasma. Il pilastro, largo m 2,30 x 2,60, era visibilmente fuori asse, fortemente inclinato verso ovest, e presentava, soprattutto sulla faccia sud, un forte dissesto imputabile ad eventi sismici. Date queste criticità si è deciso di smontare la struttura pericolante, verificare la stabilità delle sue fondazioni e poi ricostruirla utilizzando gli stessi materiali. Si è proceduto con la documentazione fotografica e grafica delle quattro facce della struttura a cui è seguita una numerazione dei singoli blocchi. Con la gru semovente si è avviato lo smontaggio del settore A che ha permesso di comprendere la tecnica di costruzione del plinto: i blocchi erano stati sistemati, per filari non regolari, sicuramente su tre delle quattro facce e legati da un riempimento interno di malta molto compatta e pietre. È proseguita poi la rimozione degli altri settori (B, C e D) e con la sistemazione a terra dei blocchi in gruppi separati. Sulla facciata sud del pilastro, a partire dal settore D, si apre una nicchia larga m 1,20, profonda 0,70 ed alta 2,50 chiusa da un catino absidale in marmo. Sul muro di fondo della nicchia, tra i blocchi 116 e 117, si conserva, in posizione centrale, un foro quadrangolare ben definito di circa 30 cm. La parte inferiore del pilastro (settori D ed E) era quella visibilmente più danneggiata, con cedimenti e spaccature dovute a sollecitazioni dei movimenti tellurici. Sulla faccia nord si conserva una canaletta verticale tagliata nei blocchi della struttura per alloggiare una conduttura che si collegava al vicino castellum aquae. Adiacente alla faccia nord del pilastro vi era una vasca di forma quadrangolare che si apriva sul terrazzo antistante della quale si conserva solo la parte inferiore. Tra i blocchi impiegati è chiaramente documentato l’utilizzo di elementi architettonici, cornici, architravi e porte di edifici funerari della più antica necropoli romana presente nell’area. Completati gli interventi di pulitura e verificata la solidità delle fondazioni del pilastro è stato avviato il lavoro di anastilosi con l’ausilio della gru semovente. Il plinto è stato ricostruito per un’altezza di m 6,30 dal piano pavimentale del terrazzo. I lavori di anastilosi dell’Aghiasma hanno permesso di recuperare alcuni elementi utili alla comprensione del funzionamento del complesso. Del sistema di adduzione dell’acqua rimane solo la parte di conduttura fittile alloggiata sulla faccia nord del plinto, ma è possibile ipotizzare tutto il suo percorso fino al vicino castellum aquae, costruito in età bizantina insieme al Santuario. Il tubo di 12 cm, a circa m 2 dal livello pavimentale, attraversava tutto il pilastro per fuoriuscire all’interno della nicchia. Non si conservano tracce del dispositivo di fuoriuscita dell’acqua, forse in marmo o metallo, ubicato all’interno del foro nella parte alta della nicchia. Le evidenze archeologiche ci permettono di ricostruire anche il sistema di raccolta: il getto dell’acqua poteva ricadere, da una altezza di circa m 1,50, o all’interno della nicchia oppure direttamente nella vasca antistante. Di particolare interesse per la ricostruzione della presenza e fruizione dell’acqua nello spazio antistante la Chiesa sono i numerosi frammenti di un bacino marmoreo a conchiglia con raffinate baccellature esterne e scanalature interne ma difficilmente raccordabili con il pilastro dell’Aghiasma. Un’ipotesi molto suggestiva è quella ubicare la vasca circolare su un supporto autonomo nello spiazzo davanti alla Chiesa in una posizione forse centrale, come il bacino baccellato ancora visibile, in una sistemazione però recente, all’esterno della chiesa di San Demetrio a Salonicco. Allo stato attuale delle ricerche, tuttavia, l’unica fontana attestata all’esterno della Chiesa di San Filippo è l’Aghiasma che si configura come una semplice struttura a pilastro, ma la sua posizione permette di aggiungere alla funzione ornamentale anche uno scopo, ben più rilevante, di fontana per le abluzioni rituali.File | Dimensione | Formato | |
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