La nuova “economia dei dati” vede nel patrimonio informativo pubblico una fonte preziosa di approvvigionamento, in grado di alimentare potenti sistemi computazionale che animano l’intelligenza artificiale al fine di estrarre nuove informazioni, nuova conoscenza e nuova ricchezza.In tale scenario, alla Pubblica amministrazione è stato riconosciuto un ruolo di grande player per la generazione, acquisizione e distribuzione di dati, introducendo una disciplina strutturata in materia di riuso del dato pubblico, formato aperto, interoperabilità, cloud e regole di sfruttamento.Per altro verso, dobbiamo considerare che se l’evoluzione della società dell’informazione e della conoscenza porta alla liberazione della persona dai propri limiti cognitivi, anche la “cognizione” delle istituzioni ne risulta enormemente ampliata.E così, nel rapporto tra amministrazione e amministrati assistiamo alla creazione di una dimensione nuova, una dimensione in cui la disponibilità di soluzioni innovative rende evidente il divario tra l’essere e il dover essere delle istituzioni, una dimensione in cui il principio di buon andamento è sempre più riconoscibile come una pretesa nei confronti dello Stato.La forte spinta delle nuove tecnologie – big data e intelligenza artificiale in primis – non lascia più alibi a situazioni di inefficienza della pubblica amministrazione che, in coerenza all’impianto costituzionale, dovrà non soltanto provvedere alla cura degli interessi pubblici che fanno capo allo Stato ma, soprattutto, alla creazione delle condizioni concrete che consentono ai cittadini di esercitare i diritti e le libertà.
La sfida della digitalizzazione della pubblica amministrazione nel quadro dei valori costituzionali: tra open data, riuso delle informazioni pubbliche e diritto al buon andamento
FASANO G
2023
Abstract
La nuova “economia dei dati” vede nel patrimonio informativo pubblico una fonte preziosa di approvvigionamento, in grado di alimentare potenti sistemi computazionale che animano l’intelligenza artificiale al fine di estrarre nuove informazioni, nuova conoscenza e nuova ricchezza.In tale scenario, alla Pubblica amministrazione è stato riconosciuto un ruolo di grande player per la generazione, acquisizione e distribuzione di dati, introducendo una disciplina strutturata in materia di riuso del dato pubblico, formato aperto, interoperabilità, cloud e regole di sfruttamento.Per altro verso, dobbiamo considerare che se l’evoluzione della società dell’informazione e della conoscenza porta alla liberazione della persona dai propri limiti cognitivi, anche la “cognizione” delle istituzioni ne risulta enormemente ampliata.E così, nel rapporto tra amministrazione e amministrati assistiamo alla creazione di una dimensione nuova, una dimensione in cui la disponibilità di soluzioni innovative rende evidente il divario tra l’essere e il dover essere delle istituzioni, una dimensione in cui il principio di buon andamento è sempre più riconoscibile come una pretesa nei confronti dello Stato.La forte spinta delle nuove tecnologie – big data e intelligenza artificiale in primis – non lascia più alibi a situazioni di inefficienza della pubblica amministrazione che, in coerenza all’impianto costituzionale, dovrà non soltanto provvedere alla cura degli interessi pubblici che fanno capo allo Stato ma, soprattutto, alla creazione delle condizioni concrete che consentono ai cittadini di esercitare i diritti e le libertà.| File | Dimensione | Formato | |
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