Nel suo articolo bersaglio, Francesco Ianì (2022) si chiede fino a che punto l’Embodied Cognition si caratterizzi davvero come una rivoluzione nello studio della mente. La parola stessa rivoluzione ha un’etimologia interessante: deriva infatti dal latino revolvere, che significa rivolgere, girare intorno, tornare al punto di partenza. Coerentemente con tale origine, si è attestato prima il significato astronomico (la rivoluzione della Terra intorno al Sole) e solo successivamente, a partire dal XIV secolo, quello di «cambiamento radicale degli ordinamenti sociali», prima nel francese e poi in altre lingue, fino ad arrivare, per estensione, all’uso di rivoluzione per indicare qualunque cambiamento radicale, che è appunto il senso usato da Ianì. Questa digressione etimologica è rilevante perché mette in luce due significati diversi e in parte persino opposti della parola rivoluzione: da un lato, l’idea di uno sconvolgimento netto e improvviso di pratiche precedentemente consolidate; dall’altro, un processo ciclico di moto circolare, destinato per definizione a tornare esattamente al punto di partenza. È quindi naturale chiedersi se l’Embodied Cognition rappresenti una rivoluzione nel primo senso (il mondo è cambiato), nel secondo (molto rumore per nulla), o in nessuno dei due.
Embodied cognition: una rivoluzione mal progettata? Dal discutibile primato del corporeo al fondamentale ruolo dell’azione
Paglieri F.
Primo
2022
Abstract
Nel suo articolo bersaglio, Francesco Ianì (2022) si chiede fino a che punto l’Embodied Cognition si caratterizzi davvero come una rivoluzione nello studio della mente. La parola stessa rivoluzione ha un’etimologia interessante: deriva infatti dal latino revolvere, che significa rivolgere, girare intorno, tornare al punto di partenza. Coerentemente con tale origine, si è attestato prima il significato astronomico (la rivoluzione della Terra intorno al Sole) e solo successivamente, a partire dal XIV secolo, quello di «cambiamento radicale degli ordinamenti sociali», prima nel francese e poi in altre lingue, fino ad arrivare, per estensione, all’uso di rivoluzione per indicare qualunque cambiamento radicale, che è appunto il senso usato da Ianì. Questa digressione etimologica è rilevante perché mette in luce due significati diversi e in parte persino opposti della parola rivoluzione: da un lato, l’idea di uno sconvolgimento netto e improvviso di pratiche precedentemente consolidate; dall’altro, un processo ciclico di moto circolare, destinato per definizione a tornare esattamente al punto di partenza. È quindi naturale chiedersi se l’Embodied Cognition rappresenti una rivoluzione nel primo senso (il mondo è cambiato), nel secondo (molto rumore per nulla), o in nessuno dei due.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


