Early ChildhoodEducation and Care: verso quale welfare?

L’investimento in educazione precoce rappresenta un’importante strategia per contrastare i divari sociali di origine e le disuguaglianze nel corso della vita, che ha importanti ricadute sulla crescita personale dei bambini, sul benessere delle famiglie e sullo sviluppo delle comunità. Alla luce di ciò, in Italia con l’istituzione del “Sistema integrato di educazione e istruzione zerosei” (dlg 65/2017) è stata affermata pienamente la funzione educativa dei servizi per l’infanzia. Ma se per quanto concerne la scuola dell’infanzia lo Stato si è assunto da tempo la responsabilità sotto il profilo del finanziamento, per i servizi educativi nella fascia 0-3 non si prevede né un diritto soggettivo all’accesso, né un meccanismo chiaro e certo di finanziamento pubblico. Il PNRR (M4C1) ha stanziato 2,4 miliardi per ampliare e consolidare l’offerta pubblica di nidi, ancora lontana dalla quota minima del 33% stabilita dall’UE, e molto eterogenea per copertura territoriale e qualità. Tuttavia, le difficoltà di adesione dei Comuni evidenziano che la sola erogazione di finanziamenti, tra l’altro ancora insufficienti, non basti a risolvere le criticità di ordine progettuale, gestionale e culturale alla base del mancato sviluppo dei servizi per la prima infanzia, e rischi di ampliare ulteriormente il gap che esiste sui territori. Il paper documenta i divari territoriali e i limiti attuali allo sviluppo dei servizi del segmento 0-3, muovendo dall’assunto che la definizione di livelli essenziali delle prestazioni (LEP) rappresenta una questione centrale da affrontare per affermare pienamente il loro ruolo educativo oltre che quello sociale.