Il castagno (Castanea sativa Mill.), come fonte di frutti e legna, è stato in passato un’importante risorsa multifunzionale per le comunità di montagna. Negli ultimi decenni si è assistito ad un declino della castanicoltura a causa dell’abbandono dei castagneti e all’incidenza di malattie e parassiti emergenti. Per incentivare la ripresa della coltivazione e valorizzare la commercializzazione delle varietà locali, la Regione Lombardia ha recentemente finanziato alcuni progetti PSR. Questo studio, condotto nell’ambito dei progetti PSR CASTADIVA e CASTANEVAL, aveva per obiettivo la caratterizzazione genetica del germoplasma lombardo del castagno. Undici marcatori microsatellitari (SSRs) sono stati utilizzati per valutare la variabilità e la divergenza genetica di 5 selve castanili nella provincia di Brescia e 7 in quella di Varese, insieme ad alcuni popolamenti di castagno selvatico, rappresentativi delle risorse genetiche non coltivate delle stesse zone. La variabilità genetica risulta alta in tutti i siti coltivati e selvatici, con valori di eterozigosità attesa (He) variabili da 0.551 a 0.752. I popolamenti di castagno selvatico di entrambe le province e quasi tutte le selve castanili della provincia di Varese sono vicini all’equilibrio Hardy-Weinberg, con un indice di fissazione F vicino a zero. Invece, le selve castanili della provincia di Brescia, con elevata presenza di piante di “Marrone”, mostrano un eccesso di eterozigosi, con valori di F negativi. L’analisi della struttura genetica, condotta con il software STRUCTURE, ha mostrato una separazione in due pool genici principali tra i siti della provincia di Varese e Brescia. Nei castagneti si è osservato un numero variabile di individui clonali, ad indicare un maggiore o minore utilizzo della moltiplicazione per innesto di varietà o genotipi selezionati. Nelle selve castanili della provincia di Brescia è stato evidenziato un genotipo principale, del tipo “Marrone”, largamente presente in quasi tutti i siti di studio, insieme ad alcune piante del tipo “castagna” della varietà Rossera e molte altre con genotipo unico. Nella provincia di Varese non sono state osservate piante del tipo “Marrone” e le selve castanili sono costituite principalmente da piante con genotipo unico, mentre, tra le piante innestate, è stata riscontrata la presenza di sette gruppi clonali nelle piante attribuite alle varietà locali Pajè, Piliscè, Russirò, Venegona e Verdesa, con un certo grado di diversità genetica tra le accessioni. I risultati hanno evidenziato diversi modi di gestione dei castagneti e del germoplasma in Lombardia. I genotipi osservati in Lombardia sono stati confrontati con altri genotipi di “Marrone” o varietà coltivate italiane allo scopo di evidenziare l’unicità del germoplasma locale. I risultati di questo studio rappresentano uno strumento per la conservazione e valorizzazione del germoplasma locale e danno indicazioni utili per la gestione della castanicoltura e la valorizzazione delle produzioni tipiche della Lombardia
Analisi della diversità genetica come supporto per la gestione del germoplasma locale e per la valorizzazione della castanicoltura in Lombardia
Frascati F;Cardoni S;Forti C;Gervasoni D;Mattioni C;Cherubini M;Leonardi L;Gaudet MV;Villani F;Cominelli E;Leone PA;Stella A;Beritognolo I
2024
Abstract
Il castagno (Castanea sativa Mill.), come fonte di frutti e legna, è stato in passato un’importante risorsa multifunzionale per le comunità di montagna. Negli ultimi decenni si è assistito ad un declino della castanicoltura a causa dell’abbandono dei castagneti e all’incidenza di malattie e parassiti emergenti. Per incentivare la ripresa della coltivazione e valorizzare la commercializzazione delle varietà locali, la Regione Lombardia ha recentemente finanziato alcuni progetti PSR. Questo studio, condotto nell’ambito dei progetti PSR CASTADIVA e CASTANEVAL, aveva per obiettivo la caratterizzazione genetica del germoplasma lombardo del castagno. Undici marcatori microsatellitari (SSRs) sono stati utilizzati per valutare la variabilità e la divergenza genetica di 5 selve castanili nella provincia di Brescia e 7 in quella di Varese, insieme ad alcuni popolamenti di castagno selvatico, rappresentativi delle risorse genetiche non coltivate delle stesse zone. La variabilità genetica risulta alta in tutti i siti coltivati e selvatici, con valori di eterozigosità attesa (He) variabili da 0.551 a 0.752. I popolamenti di castagno selvatico di entrambe le province e quasi tutte le selve castanili della provincia di Varese sono vicini all’equilibrio Hardy-Weinberg, con un indice di fissazione F vicino a zero. Invece, le selve castanili della provincia di Brescia, con elevata presenza di piante di “Marrone”, mostrano un eccesso di eterozigosi, con valori di F negativi. L’analisi della struttura genetica, condotta con il software STRUCTURE, ha mostrato una separazione in due pool genici principali tra i siti della provincia di Varese e Brescia. Nei castagneti si è osservato un numero variabile di individui clonali, ad indicare un maggiore o minore utilizzo della moltiplicazione per innesto di varietà o genotipi selezionati. Nelle selve castanili della provincia di Brescia è stato evidenziato un genotipo principale, del tipo “Marrone”, largamente presente in quasi tutti i siti di studio, insieme ad alcune piante del tipo “castagna” della varietà Rossera e molte altre con genotipo unico. Nella provincia di Varese non sono state osservate piante del tipo “Marrone” e le selve castanili sono costituite principalmente da piante con genotipo unico, mentre, tra le piante innestate, è stata riscontrata la presenza di sette gruppi clonali nelle piante attribuite alle varietà locali Pajè, Piliscè, Russirò, Venegona e Verdesa, con un certo grado di diversità genetica tra le accessioni. I risultati hanno evidenziato diversi modi di gestione dei castagneti e del germoplasma in Lombardia. I genotipi osservati in Lombardia sono stati confrontati con altri genotipi di “Marrone” o varietà coltivate italiane allo scopo di evidenziare l’unicità del germoplasma locale. I risultati di questo studio rappresentano uno strumento per la conservazione e valorizzazione del germoplasma locale e danno indicazioni utili per la gestione della castanicoltura e la valorizzazione delle produzioni tipiche della LombardiaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.