La chiusura temporanea delle scuole e delle università per contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha coinvolto più di 180 paesi e 1,2 miliardi di studenti. A maggio 2021 si stima che, a livello mondiale, gli studenti abbiano perso in media 74 giorni di istruzione, pari a più di un terzo dell’anno scolastico. La chiusura delle scuole e il ricorso alla didattica a distanza (DAD) hanno ampliato le diseguaglianze già esistenti tra gli studenti. Si ricordi, infatti, che già prima della pandemia erano presenti criticità in termini di apprendimento e che nei paesi a basso reddito solo il 10% dei bambini era in grado di leggere e comprendere una storia all’età di 10 anni, rispetto al 90% dei bambini che vivevano nei paesi ad alto reddito. Non va sottovalutato anche l’impatto che la chiusura delle scuole avrà, nel lungo periodo, a livello economico. L’OCSE e la Banca mondiale hanno stimato, infatti, che la perdita di apprendimento porterà ad una contrazione del PIL pari a 1.5% nel resto del secolo e, a livello individuale, a meno opportunità e meno guadagni nell’arco della propria vita. Si ricordi, anche, che eventi come quello della pandemia da Coronavirus nella storia passata hanno portato a forti contrazioni economiche con ricadute negative in termini di aumento delle diseguaglianze e tagli alla spesa pubblica. L’UNESCO ritiene, infatti, che la probabile recessione derivante dalla crisi sanitaria globale possa portare i paesi con reddito medio/basso a tagliare di un terzo i finanziamenti per l’istruzione. Il contributo si concentra sulle misure adottate dagli Stati per attenuare la diffusione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus e sull’effetto che hanno avuto sul diritto all’istruzione. Punto di partenza sarà il legame tra misure ed emergenza. In questa prima riflessione ci soffermeremo su cosa si intende per situazione di emergenza e, soprattutto, quando una situazione può essere considerata tale da giustificare l’adozione di misure straordinarie in deroga ad alcuni diritti fondamentali. Nel verificare se e come tali eccezioni siano possibili, ci riferiremo alle più rilevanti fonti internazionali (Patto sui diritti civili e politici) e regionali (Convenzione europea sui diritti dell’uomo) in materia. Passeremo poi a riflettere su cosa accade al diritto all’istruzione nelle situazioni di emergenza per arrivare, infine, ad analizzare gli effetti che le misure adottate hanno avuto o potranno avere nel breve e lungo periodo sul diritto all’istruzione. Una particolare riflessione sarà dedicata alle conseguenze che la chiusura delle scuole ha avuto in termini di diseguaglianze sociali e di accesso all’istruzione attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali private e di forme di apprendimento a distanza.
GLI EFFETTI DELLE MISURE ADOTTATE DAGLI STATI PER ATTENUARE LA DIFFUSIONE DEL COVID-19 SUL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
crescenzi
2021
Abstract
La chiusura temporanea delle scuole e delle università per contenere la diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha coinvolto più di 180 paesi e 1,2 miliardi di studenti. A maggio 2021 si stima che, a livello mondiale, gli studenti abbiano perso in media 74 giorni di istruzione, pari a più di un terzo dell’anno scolastico. La chiusura delle scuole e il ricorso alla didattica a distanza (DAD) hanno ampliato le diseguaglianze già esistenti tra gli studenti. Si ricordi, infatti, che già prima della pandemia erano presenti criticità in termini di apprendimento e che nei paesi a basso reddito solo il 10% dei bambini era in grado di leggere e comprendere una storia all’età di 10 anni, rispetto al 90% dei bambini che vivevano nei paesi ad alto reddito. Non va sottovalutato anche l’impatto che la chiusura delle scuole avrà, nel lungo periodo, a livello economico. L’OCSE e la Banca mondiale hanno stimato, infatti, che la perdita di apprendimento porterà ad una contrazione del PIL pari a 1.5% nel resto del secolo e, a livello individuale, a meno opportunità e meno guadagni nell’arco della propria vita. Si ricordi, anche, che eventi come quello della pandemia da Coronavirus nella storia passata hanno portato a forti contrazioni economiche con ricadute negative in termini di aumento delle diseguaglianze e tagli alla spesa pubblica. L’UNESCO ritiene, infatti, che la probabile recessione derivante dalla crisi sanitaria globale possa portare i paesi con reddito medio/basso a tagliare di un terzo i finanziamenti per l’istruzione. Il contributo si concentra sulle misure adottate dagli Stati per attenuare la diffusione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus e sull’effetto che hanno avuto sul diritto all’istruzione. Punto di partenza sarà il legame tra misure ed emergenza. In questa prima riflessione ci soffermeremo su cosa si intende per situazione di emergenza e, soprattutto, quando una situazione può essere considerata tale da giustificare l’adozione di misure straordinarie in deroga ad alcuni diritti fondamentali. Nel verificare se e come tali eccezioni siano possibili, ci riferiremo alle più rilevanti fonti internazionali (Patto sui diritti civili e politici) e regionali (Convenzione europea sui diritti dell’uomo) in materia. Passeremo poi a riflettere su cosa accade al diritto all’istruzione nelle situazioni di emergenza per arrivare, infine, ad analizzare gli effetti che le misure adottate hanno avuto o potranno avere nel breve e lungo periodo sul diritto all’istruzione. Una particolare riflessione sarà dedicata alle conseguenze che la chiusura delle scuole ha avuto in termini di diseguaglianze sociali e di accesso all’istruzione attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali private e di forme di apprendimento a distanza.File | Dimensione | Formato | |
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