Il Capitolo discute un frammento ceramico di forma e tipologia particolari, conservato presso il Museo Civico Archeologico “G. Ferraresi” di Stellata (Bondeno, FE) e proveniente dalla ricerche condotte sulla Terramara di Pilastri tra gli anni ’80 e gli anni ’90. Il reperto, già edito da Paola Desantis nel 1995, è caratterizzato dalla presenza di una serie di coni sulla superficie interna. Sulla base di questa caratteristica e della particolare curvatura del profilo, il frammento viene accostato a due principali categorie di vasi noti in ambito europeo: i cosiddetti “recipienti a botte”, la cui versione con coni interni è diffusa tra tarda età del Bronzo e le antiche fasi dei Campi d’Urne in Europa centrale, e un altro tipo di vaso di forma più schiacciata, del quale si propone un confronto da un sito del Bronzo Antico austriaco. Seppure non inquadrabile nel dettaglio del punto di vista cronologico, l’oggetto consente di individuare una connessione formale con vasi generalmente più diffusi in Europa centro-orientale. Nella seconda parte, il Capitolo esamina le principali interpretazioni fornite in letteratura per questi contenitori con coni interni: al momento si pensa che possano essere stati utilizzati per diverse tecniche di cottura, oppure per le bevande fermentate, o anche come arnie, ma l’interpretazione più accettata – e sostenuta da confronti etnografici – è che si trattasse di zangole, per la produzione di burro e altri prodotti caseari.

Un vaso insolito e le sue connessioni con l’Europa centro-orientale

Dalla Longa E.;
2021

Abstract

Il Capitolo discute un frammento ceramico di forma e tipologia particolari, conservato presso il Museo Civico Archeologico “G. Ferraresi” di Stellata (Bondeno, FE) e proveniente dalla ricerche condotte sulla Terramara di Pilastri tra gli anni ’80 e gli anni ’90. Il reperto, già edito da Paola Desantis nel 1995, è caratterizzato dalla presenza di una serie di coni sulla superficie interna. Sulla base di questa caratteristica e della particolare curvatura del profilo, il frammento viene accostato a due principali categorie di vasi noti in ambito europeo: i cosiddetti “recipienti a botte”, la cui versione con coni interni è diffusa tra tarda età del Bronzo e le antiche fasi dei Campi d’Urne in Europa centrale, e un altro tipo di vaso di forma più schiacciata, del quale si propone un confronto da un sito del Bronzo Antico austriaco. Seppure non inquadrabile nel dettaglio del punto di vista cronologico, l’oggetto consente di individuare una connessione formale con vasi generalmente più diffusi in Europa centro-orientale. Nella seconda parte, il Capitolo esamina le principali interpretazioni fornite in letteratura per questi contenitori con coni interni: al momento si pensa che possano essere stati utilizzati per diverse tecniche di cottura, oppure per le bevande fermentate, o anche come arnie, ma l’interpretazione più accettata – e sostenuta da confronti etnografici – è che si trattasse di zangole, per la produzione di burro e altri prodotti caseari.
2021
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC - Sede Secondaria Roma
Età del bronzo, Terramare, Pilastri di Bondeno, zangola, ceramica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/522522
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