Obiettivi del contributo: L’obiettivo del lavoro è ispirare la creazione di un inedito e articolato modello di diagnosi e classificazione delle periferie urbane in Italia. Risulta urgente comprendere cosa corrisponda oggi alla definizione di periferia: in che modo essa possa essere individuata sul territorio, quali sono le categorie utili alla sua descrizione, quale rapporto con gli ambiti non periferici e come può essere perimetrata e misurata nella sua gradazione. Metodologia: Nell’elaborazione del modello occorre scegliere le città oggetto di analisi prevedendo la possibilità di generalizzazione del metodo e la capacità di reperimento o raccolta dei dati da impiegare. Nella prima delle due fasi si propone di analizzare dati secondari, reperiti da ISTAT o altre fonti, riferiti a numerosi aspetti (tra questi: demografia, vulnerabilità, economia, servizi, disuguaglianze, opportunità), per ottenere una prima selezione e classificazione delle aree urbane periferiche. Alle fonti secondarie più conosciute possono essere affiancati dati georeferenziati sulle opportunità urbane estratti da OpenStreetMap. La fase successiva, sperimentalmente dedicata a una singola città, consente la rilevazione di caratteri non desumibili dalle fonti classiche, al fine di intercettare la costruzione socio-territoriale della periferia. Gli aspetti rilevabili sono molteplici: accessibilità percepita alle opportunità; mobilità nelle scelte e nei comportamenti; senso di riconoscimento di abitanti e fruitori rispetto alla città e ai quartieri; elementi utili a classificare popolazioni urbane. Si prevede di realizzare una raccolta dei dati sul campo attraverso strumenti di partecipazione quali GeoAPP o questionari georeferenziati accessibili da smartphone. L’uso di queste tecniche si inserisce nel solco dei GIS partecipativi (PGIS e PPGIS). Questi strumenti di territorialità attiva e partecipazione (Ciaffi, Mela, 2006) aggiungono il rilievo delle percezioni, dei bisogni, degli interessi alle più conosciute rappresentazioni quantitative, permettendo di spostare l’attenzione dal “dove” al “come” le comunità vivono (Battaglini, 2022, p. 130). L’attività è completata da incontri sul campo nei quali collezionare informazioni su supporti cartacei, quali cartografie. Ciò consente di includere i meno abili nell’utilizzo delle tecnologie, amplifica la portata dell’iniziativa di raccolta e crea interessanti momenti di confronto e partecipazione. Nella fase successiva, i dati raccolti sono elaborati attraverso le tecniche afferenti alla GIScience, la scienza dell’informazione geografica, applicata all’analisi sociologica del territorio (Battaglini 2014, pp. 91-109; Bertazzon, 2022). Mediante geoprocessing e strumenti di analisi statistica e geostatistica, è possibile costruire i perimetri mobili che caratterizzano oggi le periferie, individuandone caratteri interni, distinzioni e ambivalenze. Stato dell’arte: Nella città industriale, la periferia era definita come luogo collocato ai suoi margini, subordinato al centro cittadino poiché sprovvisto delle risorse lì disponibili, descrivibile secondo il modello delle località centrali (Christaller, 1933) e contraddistinto da condizioni di disagio e mancanza di opportunità. Oggi il concetto di periferia è permeato da una forte ambiguità, dovuta al passaggio da un modello di contrapposizione dicotomico centro-periferia a una realtà più complessa e non descrivibile solo in termini fisici e geografici (Nuvolati, 2022; Molinari, 2021, p.10; Urban@it, 2020; Petrillo, 2018). Anche in Italia la periferia, fino al secondo dopoguerra, deteneva le tipiche caratteristiche menzionate. Il mutamento del panorama industriale ed economico ne ha determinato l’evoluzione. Le periferie oggi rivelano un grado di emancipazione dai centri e un superamento del modello christalleriano. L’emergere di un tessuto urbano incontrollabile richiede una urgente messa in ordine e catalogazione delle sue parti (Nuvolati, 2022, p. 30). La periferia nuova (Petrillo, 2018) si sottrae alle categorizzazioni note per esprimersi in «un insieme di singolarità diverse tra loro, meno accomunate da aspetti spaziali e ricondotte a questo nome comune più da una condivisione di condizione sociale, di mentalità, di situazioni occupazionali e redditi, che per i meri aspetti spaziali, che appaiono spesso invece estremamente diversificati» (ivi, p. 16). Il dibattito scientifico sulla nuova espressione della perifericità, meno legata a una chiara definizione spaziale, è unanime. La periferia è un luogo che acquista nuovi significati abbandonando la consolidata correlazione tra marginalità spaziale e sociale. Occorre sviluppare nuovi modelli classificatori al fine di realizzare una diagnosi indispensabile nell’esercizio delle attività di rigenerazione urbana e nell’adozione di politiche utili a contrastare la marginalizzazione. Principali risultati attesi: Questo contributo intende far riflettere sulla necessità di colmare le lacune metodologiche oggi presenti nella letteratura scientifica, attraverso la costruzione di un modello di individuazione, perimetrazione, classificazione e analisi delle periferie urbane. Il modello attinge a una selezione ragionata di indicatori dalle fonti secondarie. Segue una raccolta di dati originali sul campo coinvolgendo stakeholder e popolazioni urbane. L’analisi dei dati è condotta ricorrendo alle tecniche della GIScience. L’obiettivo è realizzare un inedito strumento di indagine sul fenomeno, utile a supportare il dibattito scientifico e la realizzazione di politiche pubbliche di intervento. Implicazioni per il dibattito scientifico sul tema: La letteratura scientifica propone di individuare nuovi connotati di riconoscimento della periferia urbana, tuttavia arrancando nella formulazione concreta di modelli d’analisi. Il contributo proposto può supportare anche l’ambito politico-istituzionale offrendo uno strumento di diagnosi adatto, idoneo a sostenere interventi di sicura efficacia, programmati e non estemporanei, evitando iniziative caratterizzate da discontinuità, frammentazione e scarsa capacità di apprendimento (De Leo, 2019, p. 3). Il lavoro della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”, concluso nel 2017, è stata un’occasione utile per iniziare a compiere un primo passo nella formulazione di politiche ad hoc, e per la produzione di dati statistici dedicati (ISTAT, 2017; Camera dei Deputati, 2018). Profili di originalità del contributo: L’originalità della proposta risiede nell’intenzione di realizzare un inedito modello di diagnosi e classificazione della periferia urbana, attraverso tecniche afferenti alla GIScience. Nonostante il dibattito scientifico sull’argomento, fino ad oggi non è stato proposto un metodo adatto allo scopo. Il raggiungimento degli obiettivi proposti costituirebbe un importante tassello nella comprensione del fenomeno periferia, utile a disinnescare le derive retoriche sull’argomento, supportando ricerca scientifica e l’intervento politico-istituzionale.

Costruzione di un modello per il riconoscimento e la definizione delle periferie urbane

Accordino Filippo
2023

Abstract

Obiettivi del contributo: L’obiettivo del lavoro è ispirare la creazione di un inedito e articolato modello di diagnosi e classificazione delle periferie urbane in Italia. Risulta urgente comprendere cosa corrisponda oggi alla definizione di periferia: in che modo essa possa essere individuata sul territorio, quali sono le categorie utili alla sua descrizione, quale rapporto con gli ambiti non periferici e come può essere perimetrata e misurata nella sua gradazione. Metodologia: Nell’elaborazione del modello occorre scegliere le città oggetto di analisi prevedendo la possibilità di generalizzazione del metodo e la capacità di reperimento o raccolta dei dati da impiegare. Nella prima delle due fasi si propone di analizzare dati secondari, reperiti da ISTAT o altre fonti, riferiti a numerosi aspetti (tra questi: demografia, vulnerabilità, economia, servizi, disuguaglianze, opportunità), per ottenere una prima selezione e classificazione delle aree urbane periferiche. Alle fonti secondarie più conosciute possono essere affiancati dati georeferenziati sulle opportunità urbane estratti da OpenStreetMap. La fase successiva, sperimentalmente dedicata a una singola città, consente la rilevazione di caratteri non desumibili dalle fonti classiche, al fine di intercettare la costruzione socio-territoriale della periferia. Gli aspetti rilevabili sono molteplici: accessibilità percepita alle opportunità; mobilità nelle scelte e nei comportamenti; senso di riconoscimento di abitanti e fruitori rispetto alla città e ai quartieri; elementi utili a classificare popolazioni urbane. Si prevede di realizzare una raccolta dei dati sul campo attraverso strumenti di partecipazione quali GeoAPP o questionari georeferenziati accessibili da smartphone. L’uso di queste tecniche si inserisce nel solco dei GIS partecipativi (PGIS e PPGIS). Questi strumenti di territorialità attiva e partecipazione (Ciaffi, Mela, 2006) aggiungono il rilievo delle percezioni, dei bisogni, degli interessi alle più conosciute rappresentazioni quantitative, permettendo di spostare l’attenzione dal “dove” al “come” le comunità vivono (Battaglini, 2022, p. 130). L’attività è completata da incontri sul campo nei quali collezionare informazioni su supporti cartacei, quali cartografie. Ciò consente di includere i meno abili nell’utilizzo delle tecnologie, amplifica la portata dell’iniziativa di raccolta e crea interessanti momenti di confronto e partecipazione. Nella fase successiva, i dati raccolti sono elaborati attraverso le tecniche afferenti alla GIScience, la scienza dell’informazione geografica, applicata all’analisi sociologica del territorio (Battaglini 2014, pp. 91-109; Bertazzon, 2022). Mediante geoprocessing e strumenti di analisi statistica e geostatistica, è possibile costruire i perimetri mobili che caratterizzano oggi le periferie, individuandone caratteri interni, distinzioni e ambivalenze. Stato dell’arte: Nella città industriale, la periferia era definita come luogo collocato ai suoi margini, subordinato al centro cittadino poiché sprovvisto delle risorse lì disponibili, descrivibile secondo il modello delle località centrali (Christaller, 1933) e contraddistinto da condizioni di disagio e mancanza di opportunità. Oggi il concetto di periferia è permeato da una forte ambiguità, dovuta al passaggio da un modello di contrapposizione dicotomico centro-periferia a una realtà più complessa e non descrivibile solo in termini fisici e geografici (Nuvolati, 2022; Molinari, 2021, p.10; Urban@it, 2020; Petrillo, 2018). Anche in Italia la periferia, fino al secondo dopoguerra, deteneva le tipiche caratteristiche menzionate. Il mutamento del panorama industriale ed economico ne ha determinato l’evoluzione. Le periferie oggi rivelano un grado di emancipazione dai centri e un superamento del modello christalleriano. L’emergere di un tessuto urbano incontrollabile richiede una urgente messa in ordine e catalogazione delle sue parti (Nuvolati, 2022, p. 30). La periferia nuova (Petrillo, 2018) si sottrae alle categorizzazioni note per esprimersi in «un insieme di singolarità diverse tra loro, meno accomunate da aspetti spaziali e ricondotte a questo nome comune più da una condivisione di condizione sociale, di mentalità, di situazioni occupazionali e redditi, che per i meri aspetti spaziali, che appaiono spesso invece estremamente diversificati» (ivi, p. 16). Il dibattito scientifico sulla nuova espressione della perifericità, meno legata a una chiara definizione spaziale, è unanime. La periferia è un luogo che acquista nuovi significati abbandonando la consolidata correlazione tra marginalità spaziale e sociale. Occorre sviluppare nuovi modelli classificatori al fine di realizzare una diagnosi indispensabile nell’esercizio delle attività di rigenerazione urbana e nell’adozione di politiche utili a contrastare la marginalizzazione. Principali risultati attesi: Questo contributo intende far riflettere sulla necessità di colmare le lacune metodologiche oggi presenti nella letteratura scientifica, attraverso la costruzione di un modello di individuazione, perimetrazione, classificazione e analisi delle periferie urbane. Il modello attinge a una selezione ragionata di indicatori dalle fonti secondarie. Segue una raccolta di dati originali sul campo coinvolgendo stakeholder e popolazioni urbane. L’analisi dei dati è condotta ricorrendo alle tecniche della GIScience. L’obiettivo è realizzare un inedito strumento di indagine sul fenomeno, utile a supportare il dibattito scientifico e la realizzazione di politiche pubbliche di intervento. Implicazioni per il dibattito scientifico sul tema: La letteratura scientifica propone di individuare nuovi connotati di riconoscimento della periferia urbana, tuttavia arrancando nella formulazione concreta di modelli d’analisi. Il contributo proposto può supportare anche l’ambito politico-istituzionale offrendo uno strumento di diagnosi adatto, idoneo a sostenere interventi di sicura efficacia, programmati e non estemporanei, evitando iniziative caratterizzate da discontinuità, frammentazione e scarsa capacità di apprendimento (De Leo, 2019, p. 3). Il lavoro della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie”, concluso nel 2017, è stata un’occasione utile per iniziare a compiere un primo passo nella formulazione di politiche ad hoc, e per la produzione di dati statistici dedicati (ISTAT, 2017; Camera dei Deputati, 2018). Profili di originalità del contributo: L’originalità della proposta risiede nell’intenzione di realizzare un inedito modello di diagnosi e classificazione della periferia urbana, attraverso tecniche afferenti alla GIScience. Nonostante il dibattito scientifico sull’argomento, fino ad oggi non è stato proposto un metodo adatto allo scopo. Il raggiungimento degli obiettivi proposti costituirebbe un importante tassello nella comprensione del fenomeno periferia, utile a disinnescare le derive retoriche sull’argomento, supportando ricerca scientifica e l’intervento politico-istituzionale.
2023
Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali - IRPPS
978-1-4466-6505-3
città, periferie, disuguaglianze, GISCIENCE, PGIS
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/523040
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