Ancora oggi risulta scarsamente indagato il sistema di relazioni tra Henrich Schliemann (1822-1890) e il mondo scientifico italiano, a fronte della rapida popolarità che ebbe la scoperta di Troia nel contesto nazionale. La revisione dell’imponente archivio personale dello studioso tedesco, conservato presso la Gennadius Library di Atene, ha permesso di identificare lettere di archeologi italiani che hanno segnato la storia della Paletnologia nazionale negli anni postunitari. Il presente contributo mira a ricostruire il rapporto, scientifico e personale, tra lo scopritore di Troia e Gaetano Chierici (1819-1886), attraverso la corrispondenza e alcuni documenti inediti. Emergono non solo l’interesse del sacerdote e paletnologo reggiano per le scoperte troiane, ma soprattutto la straordinaria convergenza di affinità tra alcuni materiali anatolici e quelli di ambito terramaricolo. Un documento inedito, contenente appunti e trascrizioni di articoli su Troia, rivela l’attenzione di Chierici per il metodo stratigrafico elaborato da Schliemann, nel quale entravano in gioco componenti differenti, come la granulometria dello strato, la natura del materiale archeologico e la relazione di quest’ultimo con le fasi architettoniche. Pur non entrando nel merito della delicata questione sull’identificazione della città omerica, Chierici sposta attenzione su aspetti di natura archeologica e su alcune classi di materiali, tra cui i manufatti in bronzo, per i quali sottolineava alcune affinità tipologiche con il repertorio delle Terramare italiane. Una preziosa annotazione, infine, sul sistema tripartito della preistoria lascia intravvedere le prime riflessioni sulla necessità di isolare un orizzonte, culturalmente autonomo e differente sul piano cronologico, tra il Neolitico e l’età del bronzo, tema destinato a diventare uno degli aspetti più originali della ricerca di Chierici.
«Per disotterrare il mondo di Omero». Gaetano Chierici e Heinrich Schliemann
Cultraro M.
2020
Abstract
Ancora oggi risulta scarsamente indagato il sistema di relazioni tra Henrich Schliemann (1822-1890) e il mondo scientifico italiano, a fronte della rapida popolarità che ebbe la scoperta di Troia nel contesto nazionale. La revisione dell’imponente archivio personale dello studioso tedesco, conservato presso la Gennadius Library di Atene, ha permesso di identificare lettere di archeologi italiani che hanno segnato la storia della Paletnologia nazionale negli anni postunitari. Il presente contributo mira a ricostruire il rapporto, scientifico e personale, tra lo scopritore di Troia e Gaetano Chierici (1819-1886), attraverso la corrispondenza e alcuni documenti inediti. Emergono non solo l’interesse del sacerdote e paletnologo reggiano per le scoperte troiane, ma soprattutto la straordinaria convergenza di affinità tra alcuni materiali anatolici e quelli di ambito terramaricolo. Un documento inedito, contenente appunti e trascrizioni di articoli su Troia, rivela l’attenzione di Chierici per il metodo stratigrafico elaborato da Schliemann, nel quale entravano in gioco componenti differenti, come la granulometria dello strato, la natura del materiale archeologico e la relazione di quest’ultimo con le fasi architettoniche. Pur non entrando nel merito della delicata questione sull’identificazione della città omerica, Chierici sposta attenzione su aspetti di natura archeologica e su alcune classi di materiali, tra cui i manufatti in bronzo, per i quali sottolineava alcune affinità tipologiche con il repertorio delle Terramare italiane. Una preziosa annotazione, infine, sul sistema tripartito della preistoria lascia intravvedere le prime riflessioni sulla necessità di isolare un orizzonte, culturalmente autonomo e differente sul piano cronologico, tra il Neolitico e l’età del bronzo, tema destinato a diventare uno degli aspetti più originali della ricerca di Chierici.| File | Dimensione | Formato | |
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