Questo contributo è suddiviso in quattro sezioni. Nella prima introdurrò alcuni esempi di decisioni cliniche potenzialmente paternalistiche. Nelle sezioni successive, quindi, descriverò più nel dettaglio come il quadro teorico maggiormente diffuso e influente nella bioetica contemporanea, il ‘principialismo’ proposto da Tom L. Beauchamp e James F. Childress nei loro classici Principles of Biomedical Ethics5 , può essere applicato per affrontare alcuni casi di paternalismo medico che emergono nella gestione dell’anoressia nervosa. La conclusione che emergerà è che, in diverse situazioni, il principialismo offre una serie di strumenti concettuali utili per interpretare e superare diverse tipologie di casi moralmente problematici e comuni. Tuttavia, accanto a questi meriti, tale prospettiva presenta anche dei limiti strutturali. In particolare, il principialismo non è in grado, almeno nella sua forma attuale, di risolvere alcuni problemi che riguardano i criteri oltre i quali una decisione presa in modo localmente competente – e cioè una decisione particolare raggiunta tramite un processo decisionale sufficientemente razionale – deve sempre e comunque essere rispettata. A questo fine, la mia proposta sarà di estendere il quadro teorico elaborato da Beauchamp e Childress per includere anche una valutazione riferita all’identità complessiva della persona in cura. Solo in questo modo, come vedremo, è possibile rendere giustizia alla complessità etica di fronte alla quale clinici e familiari possono trovarsi quando hanno a che fare con alcuni casi di anoressia nervosa.

Autonomia, identità e paternalismo nei disturbi alimentari: meriti e limiti dell’approccio principialista

Marco Annoni
Primo
2024

Abstract

Questo contributo è suddiviso in quattro sezioni. Nella prima introdurrò alcuni esempi di decisioni cliniche potenzialmente paternalistiche. Nelle sezioni successive, quindi, descriverò più nel dettaglio come il quadro teorico maggiormente diffuso e influente nella bioetica contemporanea, il ‘principialismo’ proposto da Tom L. Beauchamp e James F. Childress nei loro classici Principles of Biomedical Ethics5 , può essere applicato per affrontare alcuni casi di paternalismo medico che emergono nella gestione dell’anoressia nervosa. La conclusione che emergerà è che, in diverse situazioni, il principialismo offre una serie di strumenti concettuali utili per interpretare e superare diverse tipologie di casi moralmente problematici e comuni. Tuttavia, accanto a questi meriti, tale prospettiva presenta anche dei limiti strutturali. In particolare, il principialismo non è in grado, almeno nella sua forma attuale, di risolvere alcuni problemi che riguardano i criteri oltre i quali una decisione presa in modo localmente competente – e cioè una decisione particolare raggiunta tramite un processo decisionale sufficientemente razionale – deve sempre e comunque essere rispettata. A questo fine, la mia proposta sarà di estendere il quadro teorico elaborato da Beauchamp e Childress per includere anche una valutazione riferita all’identità complessiva della persona in cura. Solo in questo modo, come vedremo, è possibile rendere giustizia alla complessità etica di fronte alla quale clinici e familiari possono trovarsi quando hanno a che fare con alcuni casi di anoressia nervosa.
2024
Centro Interdipartimentale per l'Etica e l'Integrità nella Ricerca
9788880806356
Paternalismo, Etica, Autonomia, Bioetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/523600
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