In epoca romana il centro principale degli insediamenti nell’area di Viterbo era quello di Sorrina Nova, localizzato sul poggio Riello, a circa 1 km dall’attuale colle del Duomo, dove in seguito sorgerà il castrum altomedievale (il castrum Viterbii) che è all’origine dell’attuale nucleo urbano. A partire dall’XI secolo nelle aree ad esso circostanti che formavano i fines viterbienses, sorgeranno numerosi altri insediamenti, tra i quali quelli che tra XI e XIII secolo, saranno circoscritti entro le mura cittadine. Le rocce piroclastiche su cui è edificata la città, hanno fornito i materiali utilizzati in tutte le fasi del suo sviluppo. Mentre in superficie si costruiva contemporaneamente si scavava nel sottosuolo. Viterbo è quindi ricchissima di cavità sotterranee antropiche, con tutto il complesso sistema di canali e cunicoli ad esse associate. Non solo l’area del centro storico, ma anche molte zone periferiche, soprattutto quelle poste in corrispondenza dell’insediamento romano di Sorrina Nova. Le forme le dimensioni e le finalità di questi ambienti ipogei, solo in minima parte censiti, sono molto varie. In epoca moderna e contemporanea questi ambienti sono stati più volte riadattati per varie finalità e durante il Secondo Conflitto Mondiale, molte cavità vennero ampliate e collegate tra loro per essere utilizzate come rifugi antiaerei. Esse costituiscono un reale fattore di rischio per questa straordinaria città d’arte in quanto possono generare crolli improvvisi (sinkhole) delle loro volte con rilevanti danni alle sovrastanti abitazioni palazzi ed infrastrutture. In esse, inoltre, si concentra il pericoloso gas Radon che in assenza di opportune opere di ventilazione può raggiungere concentrazioni anche molto elevate nelle sovrastanti abitazioni. A questi fattori di rischio si associano anche la possibilità di crolli localizzati in corrispondenza delle ripide scarpate fluviali o antropiche
Da Sorrina Nova a Viterbo: geologia, archeologia e rischi geologici di una straordinaria città d’arte
SCARDOZZI G.;ROMAGNOLI G.;
2022
Abstract
In epoca romana il centro principale degli insediamenti nell’area di Viterbo era quello di Sorrina Nova, localizzato sul poggio Riello, a circa 1 km dall’attuale colle del Duomo, dove in seguito sorgerà il castrum altomedievale (il castrum Viterbii) che è all’origine dell’attuale nucleo urbano. A partire dall’XI secolo nelle aree ad esso circostanti che formavano i fines viterbienses, sorgeranno numerosi altri insediamenti, tra i quali quelli che tra XI e XIII secolo, saranno circoscritti entro le mura cittadine. Le rocce piroclastiche su cui è edificata la città, hanno fornito i materiali utilizzati in tutte le fasi del suo sviluppo. Mentre in superficie si costruiva contemporaneamente si scavava nel sottosuolo. Viterbo è quindi ricchissima di cavità sotterranee antropiche, con tutto il complesso sistema di canali e cunicoli ad esse associate. Non solo l’area del centro storico, ma anche molte zone periferiche, soprattutto quelle poste in corrispondenza dell’insediamento romano di Sorrina Nova. Le forme le dimensioni e le finalità di questi ambienti ipogei, solo in minima parte censiti, sono molto varie. In epoca moderna e contemporanea questi ambienti sono stati più volte riadattati per varie finalità e durante il Secondo Conflitto Mondiale, molte cavità vennero ampliate e collegate tra loro per essere utilizzate come rifugi antiaerei. Esse costituiscono un reale fattore di rischio per questa straordinaria città d’arte in quanto possono generare crolli improvvisi (sinkhole) delle loro volte con rilevanti danni alle sovrastanti abitazioni palazzi ed infrastrutture. In esse, inoltre, si concentra il pericoloso gas Radon che in assenza di opportune opere di ventilazione può raggiungere concentrazioni anche molto elevate nelle sovrastanti abitazioni. A questi fattori di rischio si associano anche la possibilità di crolli localizzati in corrispondenza delle ripide scarpate fluviali o antropicheFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
273_Madonna et al 2022 - Da sorrina Nova a Viterbo geologia archeologia e rischi geologici.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Altro tipo di licenza
Dimensione
11.33 MB
Formato
Adobe PDF
|
11.33 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.