Ormai da tempo la tematica della qualità della legislazione e della valutazione delle politiche legislative interessa l’esercizio del potere legislativo all’interno della Repubblica e, pertanto, riguarda anche le Regioni e le Province autonome, alle quali le norme costituzionali attribuiscono plurime competenze di normazione primaria. L’atto da prendere come punto di riferimento – in quanto delinea la cornice del tema qui trattato – rimane l’Accordo adottato dalla Conferenza Stato-Regioni il 27 marzo 2007 in materia di semplificazione e miglioramento della qualità della regolamentazione. A ciò ha fatto seguito una significativa attività normativa delle Regioni, le quali hanno prodotto regole tecniche in merito – negli Statuti, nei Regolamenti interni dei Consigli regionali, in apposite leggi, di riordino di settori o riguardanti specifiche materie – sulle attività di analisi da svolgersi nelle diverse fasi in cui si snoda l’iter di formazione delle leggi e sulle valutazioni da compiere una volta entrato in vigore l’atto normativo onde valutarne le ricadute e l’efficacia applicative. Dal punto di vista concreto, le clausole valutative (nonché le relative relazioni di ritorno) e le note informative sulle politiche legislative regionali costituiscono i principali strumenti a disposizione per cogliere il grado di attenzione che le singole Regioni rivolgono alla valutazione della qualità della legislazione e delle politiche legislative regionali, deducibile dunque anche dalla più o meno frequente ricorrenza delle medesime. Risulta poi sempre rilevante segnalare – prima di entrare nel merito dell’analisi – che la generale conoscibilità di questi strumenti è agevolata dallo sviluppo del network interregionale CAPIRe (con un proprio portale online) da parte delle Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali.
Gli strumenti per la valutazione delle politiche legislative regionali
Paolo Colasante
2022
Abstract
Ormai da tempo la tematica della qualità della legislazione e della valutazione delle politiche legislative interessa l’esercizio del potere legislativo all’interno della Repubblica e, pertanto, riguarda anche le Regioni e le Province autonome, alle quali le norme costituzionali attribuiscono plurime competenze di normazione primaria. L’atto da prendere come punto di riferimento – in quanto delinea la cornice del tema qui trattato – rimane l’Accordo adottato dalla Conferenza Stato-Regioni il 27 marzo 2007 in materia di semplificazione e miglioramento della qualità della regolamentazione. A ciò ha fatto seguito una significativa attività normativa delle Regioni, le quali hanno prodotto regole tecniche in merito – negli Statuti, nei Regolamenti interni dei Consigli regionali, in apposite leggi, di riordino di settori o riguardanti specifiche materie – sulle attività di analisi da svolgersi nelle diverse fasi in cui si snoda l’iter di formazione delle leggi e sulle valutazioni da compiere una volta entrato in vigore l’atto normativo onde valutarne le ricadute e l’efficacia applicative. Dal punto di vista concreto, le clausole valutative (nonché le relative relazioni di ritorno) e le note informative sulle politiche legislative regionali costituiscono i principali strumenti a disposizione per cogliere il grado di attenzione che le singole Regioni rivolgono alla valutazione della qualità della legislazione e delle politiche legislative regionali, deducibile dunque anche dalla più o meno frequente ricorrenza delle medesime. Risulta poi sempre rilevante segnalare – prima di entrare nel merito dell’analisi – che la generale conoscibilità di questi strumenti è agevolata dallo sviluppo del network interregionale CAPIRe (con un proprio portale online) da parte delle Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali.| File | Dimensione | Formato | |
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