Prendendo spunto dalla redazione delle schede filologiche dedicate alle rime di Antonio di Meglio e di Antonio di Guido per il progetto "PoetRi - Digitalizzazione di manoscritti della Biblioteca Riccardiana di Firenze. Selezione di testi poetici della letteratura italiana (secoli XIV-XVI)", il contributo si concentra sul capitolo morale in lode della Vergine "S'alcuno uomo mortal può render grazia", censito tra le rime di Antonio di Meglio da Francesco Flamini (con l’unica testimonianza del ms. Lucca, Biblioteca Statale, 1496) ed edito da Antonio Lanza sulla base del ms. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e doni 759 e del tardo ms. lucchese, suo descriptus. L’esame delle rubriche dello zibaldone di Filippo Scarlatti (parzialmente approntato da Emilio Pasquini nello studio dedicato al codice) e la scoperta di un nuovo testimone (il ms. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VII.362), che reca il capitolo in veste adespota, inducono a mettere in dubbio l’attribuzione vulgata. Si affaccia così l’ipotesi, del resto già avanzata da Domenico De Robertis nella descrizione del ms. di Lucca nel censimento delle rime di Dante, che il componimento possa essere attribuito ad Antonio di Guido, la cui produzione poetica – come quella del Megli – comprende altri testi a tema mariano. Attraverso l’analisi di elementi esterni e interni (nello specifico filologici, storico-letterari, linguistici, stilistici, metrici e retorici) proveremo a vedere se il capitolo sia davvero da sottrarre ad Antonio di Meglio e da restituire ad Antonio di Guido, o perlomeno se la sua paternità sia da ritenersi più prudentemente dubbia, in predicato tra i due autori.
Sull’attribuzione del capitolo "S’alcun uomo mortal può render grazia"
Irene Falini
2024
Abstract
Prendendo spunto dalla redazione delle schede filologiche dedicate alle rime di Antonio di Meglio e di Antonio di Guido per il progetto "PoetRi - Digitalizzazione di manoscritti della Biblioteca Riccardiana di Firenze. Selezione di testi poetici della letteratura italiana (secoli XIV-XVI)", il contributo si concentra sul capitolo morale in lode della Vergine "S'alcuno uomo mortal può render grazia", censito tra le rime di Antonio di Meglio da Francesco Flamini (con l’unica testimonianza del ms. Lucca, Biblioteca Statale, 1496) ed edito da Antonio Lanza sulla base del ms. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e doni 759 e del tardo ms. lucchese, suo descriptus. L’esame delle rubriche dello zibaldone di Filippo Scarlatti (parzialmente approntato da Emilio Pasquini nello studio dedicato al codice) e la scoperta di un nuovo testimone (il ms. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VII.362), che reca il capitolo in veste adespota, inducono a mettere in dubbio l’attribuzione vulgata. Si affaccia così l’ipotesi, del resto già avanzata da Domenico De Robertis nella descrizione del ms. di Lucca nel censimento delle rime di Dante, che il componimento possa essere attribuito ad Antonio di Guido, la cui produzione poetica – come quella del Megli – comprende altri testi a tema mariano. Attraverso l’analisi di elementi esterni e interni (nello specifico filologici, storico-letterari, linguistici, stilistici, metrici e retorici) proveremo a vedere se il capitolo sia davvero da sottrarre ad Antonio di Meglio e da restituire ad Antonio di Guido, o perlomeno se la sua paternità sia da ritenersi più prudentemente dubbia, in predicato tra i due autori.File | Dimensione | Formato | |
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