Il discorso narrativo generato dalla prigionia politica assume contorni non sempre univocamente codificabili. Se da un lato l’enunciazione può non essere direttamente riconducibile all’esperienza carceraria, dall’altro può riflettere, in modo più o meno esplicito, il segmento di un vissuto doloroso e violento. La voce dello scrittore argentino Mario Paoletti rientra volutamente in quest’ultima categoria, sebbene, paradossalmente, con modalità molto diverse da quelle che ci si potrebbe aspettare: del resto, fin dall’antichità, gli atti di violenza non sono mai descritti direttamente nelle opere letterarie, bensì rievocati dai personaggi che partecipano alla trama.

La rielaborazione dell’odio in Mario Paoletti

Patrizia Spinato
Primo
Writing – Review & Editing
2023

Abstract

Il discorso narrativo generato dalla prigionia politica assume contorni non sempre univocamente codificabili. Se da un lato l’enunciazione può non essere direttamente riconducibile all’esperienza carceraria, dall’altro può riflettere, in modo più o meno esplicito, il segmento di un vissuto doloroso e violento. La voce dello scrittore argentino Mario Paoletti rientra volutamente in quest’ultima categoria, sebbene, paradossalmente, con modalità molto diverse da quelle che ci si potrebbe aspettare: del resto, fin dall’antichità, gli atti di violenza non sono mai descritti direttamente nelle opere letterarie, bensì rievocati dai personaggi che partecipano alla trama.
2023
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee - ILIESI
979-12-5993-254-9
odio
prigionia
esilio
Mario Paoletti
Argentina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/532714
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