Il perdurante dibattito sulle politiche da seguire per lo sviluppo delle aree arretrate sembra convergere verso l’adozione di un intervento che potenzi le infrastrutture e alimenti processi di sviluppo endogeno (Destefanis e Sena, 2005, Agénor, 2008, Elburz et. al., 2017). È noto in letteratura, infatti, che le infrastrutture di trasporto debbano essere annoverate tra i fattori che condizionano e favoriscono lo sviluppo delle attività imprenditoriali sia nel quadro dello sviluppo complessivo del Paese, sia nell’ambito dello sviluppo economico regionale. L’approccio “transazionale” di Coase (1937) sostiene che i costi connessi alla specificazione dei termini del contratto ed al controllo sulla qualità di esecuzione dello stesso crescono al crescere della distanza fra le imprese interessate, specie per quanto riguarda transazioni basate su attività specifiche. Infatti, le funzioni relative alla specificazione dei contratti ed al controllo comportano lo spostamento di personale specializzato il cui costo aumenta con la distanza sia in termini di spese effettive che del tempo in cui tale persona non è utilizzabile per le altre attività d’impresa. La “teoria dello sviluppo regionale potenziale”, che vede nel lavoro di Biehl et. altri (1974) il punto di partenza, esamina una regione come un’economia aperta e di piccole dimensioni la cui domanda complessiva va ritenuta data. Da ciò segue che le possibilità di sviluppo della regione stessa siano legate alla capacità da parte delle imprese locali di far fronte alla domanda a condizioni competitive. Ciò è pos¬sibile se la regione possiede un’adeguata dotazione di infrastrutture che permetta all’impresa appartenente di ridurre, oltretutto, i tempi e i costi di trasporto.
Infrastrutture di trasporto. Ruolo strategico per lo sviluppo economico della Sicilia
Pietro David;
2021
Abstract
Il perdurante dibattito sulle politiche da seguire per lo sviluppo delle aree arretrate sembra convergere verso l’adozione di un intervento che potenzi le infrastrutture e alimenti processi di sviluppo endogeno (Destefanis e Sena, 2005, Agénor, 2008, Elburz et. al., 2017). È noto in letteratura, infatti, che le infrastrutture di trasporto debbano essere annoverate tra i fattori che condizionano e favoriscono lo sviluppo delle attività imprenditoriali sia nel quadro dello sviluppo complessivo del Paese, sia nell’ambito dello sviluppo economico regionale. L’approccio “transazionale” di Coase (1937) sostiene che i costi connessi alla specificazione dei termini del contratto ed al controllo sulla qualità di esecuzione dello stesso crescono al crescere della distanza fra le imprese interessate, specie per quanto riguarda transazioni basate su attività specifiche. Infatti, le funzioni relative alla specificazione dei contratti ed al controllo comportano lo spostamento di personale specializzato il cui costo aumenta con la distanza sia in termini di spese effettive che del tempo in cui tale persona non è utilizzabile per le altre attività d’impresa. La “teoria dello sviluppo regionale potenziale”, che vede nel lavoro di Biehl et. altri (1974) il punto di partenza, esamina una regione come un’economia aperta e di piccole dimensioni la cui domanda complessiva va ritenuta data. Da ciò segue che le possibilità di sviluppo della regione stessa siano legate alla capacità da parte delle imprese locali di far fronte alla domanda a condizioni competitive. Ciò è pos¬sibile se la regione possiede un’adeguata dotazione di infrastrutture che permetta all’impresa appartenente di ridurre, oltretutto, i tempi e i costi di trasporto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


