All’interno del progetto regionale PATOS (Particolato Atmosferico in TOScana) è stata effettuata una campagna di campionamento del particolato atmosferico PM10 nel comune di Capannori (LU), con lo scopo di studiare la sua composizione e quali siano le sue principali sorgenti, per poter pianificare corrette strategie di riduzione. L’area è l’unica nel territorio regionale dove il PM10 supera per più di 35 giorni l’anno il valore limite di 50 g/m3. Il particolato è stato raccolto per circa un anno a giorni alterni, con campionatore a basso volume, sia su filtri in Teflon che in quarzo in modo da applicare diverse tecniche di analisi (IC, ICP-AES, PIXE, analisi termo-ottica, GC). In aggiunta, nello stesso sito e in un altro paese della stessa area sono stati raccolti campioni col campionatore orario Streaker che permette l’analisi degli elementi con risoluzione oraria e con il campionatore SUNSET per EC/OC da campo con risoluzione di due ore. L’alto numero di campioni ha permesso poi di utilizzare il metodo di analisi statistica multivariata PMF (Positive Matrix Factorization) per l’identificazione e la quantificazione delle sorgenti. Nonostante la presenza di un numero rilevante di industrie (in particolare cartiere) il contributo di gran lunga dominate sia su base annua e (ancora di più) nei giorni di superamento è dato dalla combustione di biomasse per riscaldamento domestico (>50%). Questi risultati sono confermati dai dati aggiornati dell’inventario delle emissioni prodotti da ARPAT. La principale fonte di PM10 primario è il riscaldamento da biomassa (84%) nei comuni della Piana lucchese, la fonte traffico rappresenta il 9% mentre sul totale della toscana l’incidenza di queste due fonti principali è rispettivamente 73% e 9%. Il confronto con un’analoga campagna svolta nel 2006 mostra come la concentrazione del PM10 sia diminuita negli anni, ma il contributo percentuale della combustione di biomassa sia rimasto inalterato Infine, lo studio delle condizioni meteo dell’area della piana lucchese su un lungo periodo mostra come il periodo critico per l’insorgere dei fenomeni di accumulo si concentri tra fine novembre e gennaio. In particolare, l’analisi dell’andamento dell’altezza dello strato di rimescolamento (Hmix) ha evidenziato una marcata anticorrelazione tra i livelli di concentrazione di PM10 e i valori di Hmix. Le previsioni di Hmix, insieme a quelle di precipitazione, sono utilizzate nell’ambito delle misure di contenimento del PM10, per la stima dell’indice di criticità ICQA (Indice di criticità per la Qualità dell'Aria).
: Identificazione delle sorgenti del PM10 nel sito più inquinato in Toscana tramite l’applicazione del modello a recettore PMF e dell’inventario delle emissioni.
Calastrini F.;
2022
Abstract
All’interno del progetto regionale PATOS (Particolato Atmosferico in TOScana) è stata effettuata una campagna di campionamento del particolato atmosferico PM10 nel comune di Capannori (LU), con lo scopo di studiare la sua composizione e quali siano le sue principali sorgenti, per poter pianificare corrette strategie di riduzione. L’area è l’unica nel territorio regionale dove il PM10 supera per più di 35 giorni l’anno il valore limite di 50 g/m3. Il particolato è stato raccolto per circa un anno a giorni alterni, con campionatore a basso volume, sia su filtri in Teflon che in quarzo in modo da applicare diverse tecniche di analisi (IC, ICP-AES, PIXE, analisi termo-ottica, GC). In aggiunta, nello stesso sito e in un altro paese della stessa area sono stati raccolti campioni col campionatore orario Streaker che permette l’analisi degli elementi con risoluzione oraria e con il campionatore SUNSET per EC/OC da campo con risoluzione di due ore. L’alto numero di campioni ha permesso poi di utilizzare il metodo di analisi statistica multivariata PMF (Positive Matrix Factorization) per l’identificazione e la quantificazione delle sorgenti. Nonostante la presenza di un numero rilevante di industrie (in particolare cartiere) il contributo di gran lunga dominate sia su base annua e (ancora di più) nei giorni di superamento è dato dalla combustione di biomasse per riscaldamento domestico (>50%). Questi risultati sono confermati dai dati aggiornati dell’inventario delle emissioni prodotti da ARPAT. La principale fonte di PM10 primario è il riscaldamento da biomassa (84%) nei comuni della Piana lucchese, la fonte traffico rappresenta il 9% mentre sul totale della toscana l’incidenza di queste due fonti principali è rispettivamente 73% e 9%. Il confronto con un’analoga campagna svolta nel 2006 mostra come la concentrazione del PM10 sia diminuita negli anni, ma il contributo percentuale della combustione di biomassa sia rimasto inalterato Infine, lo studio delle condizioni meteo dell’area della piana lucchese su un lungo periodo mostra come il periodo critico per l’insorgere dei fenomeni di accumulo si concentri tra fine novembre e gennaio. In particolare, l’analisi dell’andamento dell’altezza dello strato di rimescolamento (Hmix) ha evidenziato una marcata anticorrelazione tra i livelli di concentrazione di PM10 e i valori di Hmix. Le previsioni di Hmix, insieme a quelle di precipitazione, sono utilizzate nell’ambito delle misure di contenimento del PM10, per la stima dell’indice di criticità ICQA (Indice di criticità per la Qualità dell'Aria).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


