La rappresentatività spaziale delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria è comunemente definita in letteratura sulla base della variazione temporale dei livelli di concentrazione nell’intorno del sito in esame [1]. Un importante ambito di applicabilità riguarda la valutazione dell’esposizione della popolazione alle sostanze inquinanti misurate dalle stazioni di monitoraggio: infatti i dati misurati, essendo puntuali, devono essere correttamente interpretati e attribuiti ad aree omogenee nell’intorno del sito di misura. A seguito dell’aggiornamento dell’inventario delle emissioni (IRSE) da parte di ARPAT per la Regione Toscana al 2017, si è reso necessario un aggiornamento della rappresentatività delle centraline regionali di monitoraggio di qualità dell’aria, gestite da ARPAT. La metodologia scelta applica il metodo indicato da ENEA [2], ed è basata sul confronto dei livelli di concentrazione nell’intorno di ciascun sito, utilizzando le stime modellistiche relative all’anno di aggiornamento dell’inventario. La base dati utilizzata in questo lavoro è costituita dalle stime di concentrazione del PM10, ottenute dal sistema di modelli WRF-CAMx [3][4], a 2 km di risoluzione, sull’intero territorio regionale. Il metodo è stato applicato alle 21 stazioni di fondo della rete di monitoraggio, fornendo delle indicazioni circa la rappresentatività di ogni singola centralina, in termini di copertura percentuale dei territori comunali. Tali risultati, visualizzati in ambiente GIS, sono stati valutati e confrontati rispetto alla precedente applicazione.
Rappresentatività spaziale delle centraline di qualità dell’aria in Toscana attraverso la modellista diffusionale.
Francesca Calastrini;
2022
Abstract
La rappresentatività spaziale delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria è comunemente definita in letteratura sulla base della variazione temporale dei livelli di concentrazione nell’intorno del sito in esame [1]. Un importante ambito di applicabilità riguarda la valutazione dell’esposizione della popolazione alle sostanze inquinanti misurate dalle stazioni di monitoraggio: infatti i dati misurati, essendo puntuali, devono essere correttamente interpretati e attribuiti ad aree omogenee nell’intorno del sito di misura. A seguito dell’aggiornamento dell’inventario delle emissioni (IRSE) da parte di ARPAT per la Regione Toscana al 2017, si è reso necessario un aggiornamento della rappresentatività delle centraline regionali di monitoraggio di qualità dell’aria, gestite da ARPAT. La metodologia scelta applica il metodo indicato da ENEA [2], ed è basata sul confronto dei livelli di concentrazione nell’intorno di ciascun sito, utilizzando le stime modellistiche relative all’anno di aggiornamento dell’inventario. La base dati utilizzata in questo lavoro è costituita dalle stime di concentrazione del PM10, ottenute dal sistema di modelli WRF-CAMx [3][4], a 2 km di risoluzione, sull’intero territorio regionale. Il metodo è stato applicato alle 21 stazioni di fondo della rete di monitoraggio, fornendo delle indicazioni circa la rappresentatività di ogni singola centralina, in termini di copertura percentuale dei territori comunali. Tali risultati, visualizzati in ambiente GIS, sono stati valutati e confrontati rispetto alla precedente applicazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


